“Sei ricco, beccati la patrimoniale”: il regalo di Schlein a Meloni, poi tutti insieme alla bouvette
- Postato il 10 novembre 2025
- Politica
- Di Blitz
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Se qualcuno continua a pensare o a dire che chi guadagna cinquantamila euro in un anno (lordi) non ha problemi economici, e così giustifica la patrimoniale, i casi sono due: o è distratto o, peggio, in malafede.
Questi sostenitori della teoria dei nuovi ricchi è davvero fuori di ogni logica. Basterebbe una piccola indagine (magari giornalistica) per dimostrare che si sta giocando pericolosamente con la realtà.
A Elly Schlein si potrebbe proporre quanto segue: avere ogni mese duemila euro e vedere che cosa significa fare i salti mortali per andare avanti, ad esempio mettere insieme il pranzo con la cena o andare una sola volta a mangiare una pizza nella trattoria vicino casa.
Sarebbe interessante sapere a quel punto qual è il suo pensiero: insomma, è ancora dello stesso avviso?
Patrimoniale a 50 mila lordi

La risposta è un no secco, non ci sono dubbi: a confermarlo sono le centinaia di famiglie che non si possono permettere di fare un passo falso per non andare in rosso.
Eppure, nonostante l’evidenza dei fatti e una certa informazione che sostiene questa teoria, la segretaria del Pd (e con lei il suo amico-nemico GIuseppe Conte) continuano a difendere una simile idiozia che non ha nulla a che fare con i tempi che corrono.
È vero: Istat e Bankitalia gli hanno dato una mano, poi però entrambe avrebbero voluto fare marcia indietro dopo le parole del ministro Giorgetti.
Dice: “È facile massacrare chi è al governo e deve decidere. Al contrario si dovrebbe rispondere a lor signori quanto avvenne con Mario Draghi a Palazzo Chigi”. L’Irpef fu diminuita sensibilmente, si votarono sconti ai redditi più alti e nessuno profferì nulla.
Due pesi e due misure allora? Lo dicono i fatti, le conseguenze le lasciamo a chi dovrebbe affrontare il problema con la dovuta serietà.
Il ritornello di Elly Schlein
Il ritornello ripetuto dalla Schlein: “Si sono voluti aiutare i più ricchi a danno dei poveri” non ha fondamento, anzi dà al ceto medio – che paga fino all’ultimo centesimo le tasse – la possibilità di protestare e magari avvicinarsi a quella destra che la pensa in modo contrario.
Ritorna come un mantra il concetto che “i migliori alleati dell’attuale esecutivo sono proprio quegli esponenti della sinistra che mescolano le carte per portare acqua al loro orticello”.
Nell’occhio del ciclone finisce dunque un ceto medio che non inganna e non può ingannare l’agenzia delle entrate perché il prelievo è contemporaneo allo stipendio: tanto prendi, tanto mi devi dare. Quanti in Italia hanno la possibilità di difendersi e di potersi appellare?
Non sono certamente quei ricchi che Pd e 5Stelle vorrebbero mettere all’angolo per ridurre all’osso il loro guadagno. Se poi, quando si deve andare al voto, si preferisce rimanere a casa o cambiare parere e casacca non si può gridare allo scandalo o tacciare i transfughi di essere semplici traditori.
Avviene, invece, che ad essere sempre più allegri e spensierati sono gli ospiti del Palazzo, qualunque sia l’edificio che si occupa.
Per chi non lo sapesse a Montecitorio e a Palazzo Madama (sedi della Camera e del Senato) esiste una buvette dove i parlamentari di qualsiasi ordine e grado possono avvicinarsi pagando una miseria, insomma un nonnulla.
Perché soltanto a Roma possono esistere certi privilegi? Nemmeno per sogno. Così a Napoli, si crea alla Regione un altro spazio dove consumare un caffè o un cappuccino con il dovuto babà: spesa che non fa diventare poveri i consiglieri che lo frequentano.
Chiamatelo come vi pare: bar o in altro modo. L’importante è che non venga chiuso, sarebbe un bel danno per chi deve andarci a difendere gli interessi di quelle persone (preferite dal voto degli elettori).
“Bisogna ridistribuire il reddito”, continua a ripetere Elly Schlein.
Si affaccia così di nuovo all’orizzonte la patrimoniale, un sostantivo che piace tanto alla sinistra, un po’ meno alla destra se è vero, come è vero, che Giorgia Meloni ha detto che fin quando sarà lei a Palazzo Chigi questa tassa “non vedrà mai la luce”.
È un altro dei tanti argomenti che dividono gli opposti schieramenti. Senza esclusione di colpi, con espressioni a volte violente che superano il limite del politically correct. Sono scene che si ripetono spesso, a volte giornalmente lasciando di stucco chi legge un giornale o guarda i talk show.
È questa l’educazione a cui gli italiani dovrebbero abbeverarsi? Speriamo di no. Confidiamo nella famiglia e nella scuola per una “new generation” che possa inorgoglire chi vive in questo Paese.
Vogliamo prenderla a ridere per non piangere? Allora trasferiamoci su un campo dove si gioca una partita di rubgy che vede di fronte la nazionale azzurra e quella australiana. Parliamo di donne, puntualizziamolo. perché alla fine chi si è dimostrato il “migliore in campo” viene premiato con una etichetta che non ammette equivoci: “the man of the match”.
Ecco presentarsi di nuovo il sessismo. Rimbrotti, analisi, discussioni, anche qualche moderato alterco. Alla fine si trova l’accordo. Il “man” si trasforma in “player”. Finalmente si può gioire.
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