“Sembra antico”: trova in casa uno strano oggetto e lo vende online, poi la scoperta incredibile dei carabinieri
- Postato il 9 giugno 2025
- Trending News
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
Un piccolo cilindro di terracotta, perfettamente conservato, con impressa l’incisione di un felino. Un oggetto che, a un occhio inesperto, poteva sembrare un semplice manufatto antico, tanto da essere messo in vendita su un sito di e-commerce da un uomo di Pordenone. Invece, si trattava di un prezioso reperto archeologico precolombiano, una “pintadera“, un timbro risalente a un periodo precolombiano, compreso tra il IV secolo a.C. e il XVI secolo d.C., illecitamente sottratto al patrimonio culturale dell’Ecuador. Oggi, grazie a una meticolosa indagine dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Udine, quel sigillo è stato ufficialmente riconsegnato all’ambasciatore della Repubblica dell’Ecuador in Italia, per essere finalmente reintegrato nella sua collezione nazionale.
L’attività investigativa è partita nel gennaio del 2024, scaturita dal costante monitoraggio dei siti di e-commerce che i Carabinieri del TPC effettuano per reprimere la vendita illegale di beni culturali. L’annuncio della pintadera ha subito attirato l’attenzione dei militari, che sono riusciti a localizzare il bene nell’abitazione di un cittadino di Pordenone. Compresa la natura sensibile dell’oggetto, e informata la competente Procura della Repubblica di Gorizia, i Carabinieri hanno eseguito un decreto di sequestro, operazione che ha permesso di bloccare la vendita e di evitare che il prezioso reperto venisse ulteriormente disperso sul mercato online.
Per stabilire con certezza l’origine e l’autenticità del sigillo, i militari si sono avvalsi della collaborazione di esperti dell’Università degli Studi ‘Alma Mater’ di Bologna e dell’Istituto Nazionale del Patrimonio Culturale Ecuadoriano. Le analisi hanno confermato i sospetti: la pintadera presentava una matrice culturale accostabile alla produzione “Jama-Coaque”, una civiltà sviluppatasi nel nord dell’Ecuador, sulla costa dell’Oceano Pacifico. È stata così confermata non solo la sua incontrovertibile provenienza dall’Ecuador, ma anche il fatto che quel tipo di bene archeologico è protetto da rigide leggi nazionali (in vigore fin dal 1911) che ne vietano l’esportazione senza specifiche autorizzazioni ministeriali. La pintadera, che veniva intinta in colori di origine vegetale e fatta scorrere su oggetti in terracotta per marchiarli o decorarli, era a tutti gli effetti un pezzo del patrimonio culturale ecuadoriano.
Sulla base delle dettagliate informazioni acquisite, l’autorità diplomatica dell’Ecuador in Italia ha quindi rivendicato l’appartenenza del bene, richiedendone la restituzione. La Procura di Gorizia ha accolto la richiesta e disposto la riconsegna allo Stato sudamericano. L’uomo che aveva messo in vendita l’oggetto non è stato incriminato. Le indagini hanno infatti permesso di accertare la sua “riconosciuta buona fede“: era ignaro delle specifiche tutele di legge che proteggono il patrimonio archeologico ecuadoriano e aveva ricevuto la pintadera in regalo da un conoscente. Data l’impossibilità di risalire ulteriormente alla catena di ricettazione e l’assenza di documentazione che comprovasse una lecita esportazione del bene, si è proceduto con la restituzione.
L'articolo “Sembra antico”: trova in casa uno strano oggetto e lo vende online, poi la scoperta incredibile dei carabinieri proviene da Il Fatto Quotidiano.