Sembra uscito da un film Disney, ma si trovi a pochi chilometri da Roma: è un castello medioevale incantato
- Postato il 15 giugno 2025
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Nel cuore dell’Alta Tuscia, nel nord del Lazio, si erge questo castello. Un sito storico che incarna secoli di storia, arte e cultura
Questa imponente fortezza medievale, accompagnata dal suo celebre giardino rinascimentale all’italiana, rappresenta non solo un simbolo architettonico ma anche un patrimonio culturale di rilievo per l’intera regione.
La costruzione del castello affonda le sue radici probabilmente nell’Alto Medioevo, un’epoca caratterizzata dalla diffusione di strutture fortificate destinate alla difesa e al controllo del territorio. La sua posizione strategica circa 600 metri sul livello del mare, permetteva un’efficace osservazione e difesa da possibili attacchi o incursioni. Questa torre di avvistamento fu poi trasformata in castello durante il regno longobardo di Re Desiderio nell’VIII secolo, come riportato nei “Commentari Istorici” di Monaldo Monaldeschi della Cervara.
Nel Medioevo, il castello assunse un ruolo cruciale per il controllo delle vie di comunicazione tra lo Stato Pontificio e il Granducato di Toscana. Il borgo si sviluppò rapidamente, diventando un centro politico e commerciale di rilievo grazie alla signoria della famiglia Monaldeschi, che mantenne il potere dal XIII al XVII secolo. Durante questo periodo, il castello divenne il fulcro del potere signorile, inglobando territori circostanti e consolidando l’influenza della casata.
La trasformazione rinascimentale e la rinascita moderna
Con l’avvento del Rinascimento, il Castello di Torre Alfina subì una notevole trasformazione da struttura militare a residenza signorile di raffinata eleganza. La ristrutturazione, affidata all’architetto senese Giuseppe Partini, fu voluta dal conte Edoardo Cahen d’Anvers, un banchiere belga insignito del titolo di marchese nel 1885 da Umberto I, che portò avanti una radicale opera di abbellimento e restauro della dimora. Gli interni furono decorati con affreschi e ornamenti artistici, mentre le mura merlate furono addolcite dall’armonioso disegno del giardino rinascimentale, oggi considerato tra i più suggestivi del Lazio.

Il castello rimase proprietà dei marchesi toscani Bourbon del Monte fino alla fine del XVIII secolo, per poi passare nelle mani di Edoardo Cahen d’Anvers. Successivamente, la proprietà cambiò ancora, passando per diverse famiglie, tra cui quella di Luciano Gaucci, fino a recenti vicissitudini legate a pignoramenti e aste giudiziarie. Attualmente, il castello è gestito in affitto dalla famiglia Boscolo, che lo utilizza anche come location per eventi.
Il borgo di Torre Alfina, frazione del comune di Acquapendente in provincia di Viterbo, conta oggi circa 300 abitanti ed è riconosciuto tra i Borghi più belli d’Italia. Il suo nome deriva dalla torre originaria del castello e dall’altopiano dell’Alfina, con una posizione geografica che lo rende un crocevia naturale tra Lazio, Umbria e Toscana. Il territorio è caratterizzato dalla vicinanza alla Riserva naturale Monte Rufeno e al bosco monumentale del Sasseto, luoghi di grande interesse naturalistico.
Nel corso della sua storia, Torre Alfina ha mantenuto una forte identità culturale e amministrativa, pur avendo subito diversi cambiamenti territoriali, specialmente durante il periodo napoleonico e post-unitario. Nel 1867, durante la spedizione garibaldina, il generale Giovanni Acerbi scelse il castello come suo quartier generale, sottolineando ancora una volta l’importanza strategica del sito.
Oggi il Castello di Torre Alfina rappresenta un polo di attrazione turistica e culturale di grande rilievo nell’Alta Tuscia. La sua atmosfera raffinata e i suoi spazi eleganti ospitano matrimoni, eventi artistici, shooting fotografici e produzioni cinematografiche, contribuendo a mantenere viva la tradizione storica e culturale del territorio.
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