Senato, il richiamo di La Russa contro i week end lunghi: “Lavorate anche il lunedì e venerdì”

  • Postato il 24 luglio 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Evitare week end lunghi. Ergo: lavorare anche il lunedì e il venerdì e votare il martedì mattina e il giovedì pomeriggio per approvare i provvedimenti in tempo per l’aula. Il trolley e i fine settimana possono aspettare. È questo il senso di una lettera, che sa tanto di richiamo, che martedì il presidente del Senato Ignazio La Russa ha mandato ai presidenti di commissione di centrodestra di Palazzo Madama.

Nel testo della missiva, che Il Fatto ha potuto leggere, si chiede ai senatori di lavorare di più, durante tutto l’arco della settimana, per evitare i “ritardi registrati” per l’esame dei provvedimenti in assemblea. La premessa di La Russa è quella di “richiamare” l’attenzione dei dieci presidenti di commissione – tutti di maggioranza – sul fatto che i lavori approvati dalla conferenza dei capigruppo (che stabilisce il calendario dell’aula) possano “svilupparsi in modo ordinato in un arco temporale più ampio rispetto al passato”.

Il problema, continua il presidente del Senato, è che in queste settimane si “sono registrati ritardi” nell’approvazione dei provvedimenti nelle commissioni parlamentari e quindi nell’approdo in aula. Questo, scrive La Russa, “a causa dell’iter rallentato presso le commissioni anche a prescindere dalle tempistiche dovute alle istruttorie di competenza del governo o relative alle coperture finanziarie”. In questo caso il presidente del Senato si riferisce ai pareri in ritardo che arrivano dai ministeri su emendamenti e provvedimenti che spesso rallentano l’iter di decreti o disegni di legge.

Per questo La Russa conclude con una richiesta urgente: prevedere “ove necessario” riunioni “anche di lunedì e venerdì” per fare istruttorie e audizioni (che quindi non obbligano la presenza di tutti i componenti delle commissioni per i voti) per “consentire la piena operatività delle commissioni” e le votazioni “il martedì mattina e il giovedì pomeriggio”. Questi nuovi tempi permetteranno alle commissioni “di evitare per quanto possibile riunioni in concomitanza con l’assemblea”.

Una lettera che non è piaciuta all’opposizione, ma nemmeno ad alcuni partiti della maggioranza. La missiva è stata discussa mercoledì in commissione Affari Costituzionali dopo che il presidente meloniano Alberto Balboni ne ha dato lettura e il dem Dario Parrini ha replicato ricordando che molte lungaggini dipendono “dall’approccio del governo” e dalla continua “umiliazione del Parlamento”: “basti pensare all’abuso della decretazione d’urgenza e al mancato coinvolgimento, per provvedimenti delicati, dell’opposizione, la quale, in assenza di un dialogo, si trova costretta a ricorrere all’ostruzionismo”, ha detto il senatore dem. Per Parrini inoltre l’idea di riunirsi anche lunedì e venerdì e votare martedì e giovedì finirà per “compromettere il rapporto dei parlamentari con i territori e con le proprie circoscrizioni elettorali”.

Anche il senatore di Alleanza Verdi e Sinistra Tito Magni ha condannato l’abuso della decretazione d’urgenza e la senatrice di Italia Viva Dafne Musolino ha ricordato i ritardi dell’esecutivo sui provvedimenti. Una critica alla proposta di La Russa è arrivata anche dal leghista Paolo Tosato: quest’ultimo ha ricordato che alla Camera, a differenza di Palazzo Madama, i parlamentari possono partecipare alle audizioni da remoto e quindi “questa possibilità va ripristinata anche per i senatori”.

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Il Fatto Quotidiano

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