Serie C, Cosenza calcio, gli interrogativi restano

  • Postato il 27 luglio 2025
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Serie C, Cosenza calcio, gli interrogativi restano

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Cosenza Calcio, Micheli: «La retrocessione in serie C non è colpa di Guarascio, che vuole lasciare a persone serie», presentati Lupo e Buscè, ma la vera assente è la società: poca chiarezza


COSENZA – «Il presidente Guarascio non ha alcuna responsabilità sulla retrocessione». Le parole del consulente Luigi Micheli durante la conferenza stampa di presentazione del ds Lupo e del tecnico Buscè risuonano in maniera fragorosa. Nella saletta dell’Hotel 108 di Lorica è sembrato a tutti di sognare, purtroppo non in senso positivo. Perché si tratta di una dichiarazione che vuole escludere addirittura anche la responsabilità oggettiva: nessuna colpa, punto e basta, neanche come titolare del club. E anche il tono del consulente è stato molto perentorio.

Ci si chiede a questo punto a chi addebitare le responsabilità di una stagione come quella che ha portato il Cosenza Calcio in Serie C. È stato lo stesso stesso Micheli a scaricare tutto sulla squadra e sui tecnici della scorsa stagione. Fossimo in Buscè, staremmo attenti, perché in queste condizioni la possibilità che anche quest’anno il cerino resti in mano a staff e squadra, come spesso avvenuto in passato, è molto alta.

Ci si rende anche conto che sottolineare certi argomenti si ritorce spesso e volentieri contro chi fa informazione e chi si pone le domande, visto che si viene considerati come “disturbatori”, magari anche poco professionali o dediti al gossip e al chiacchiericcio, ma questa è un’altra storia e si commenta da sé…

In apertura di conferenza stampa, è stato chiesto al dottor Micheli a che titolo fosse presente. «Sono un consulente di Guarascio e del Cosenza Calcio – ha detto l’ex di Brescia e Spezia – Abbiamo un rapporto di amicizia da diversi anni ed eravamo rimasti d’accordo che quando sarei andato in pensione sarei venuto a dargli una mano. E sono qui, anche se al momento non so se ci sarà un futuro. Vediamo».

Un consulente in conferenza stampa e non il proprietario del club. A Micheli è stato chiesto conto anche delle dichiarazioni rese in passato dal presidente sulle trattative impostate per la cessione della società. «Non so se sono ancora in piedi, ne sapete più voi di me – ha risposto facendo capire chiaramente che si trattata di un argomento tabù – Guarascio vuole cedere, ma chi entra deve essere gente seria, perché se no vi ritrovate in Eccellenza».

Strano non sapere, da parte del dottor Michele consulente, che tanta gente seria ha nel tempo avvicinato Guarascio per provare a rilevare il club, ma che è stata sempre “respinta”. E anche attualmente c’è gente serissima che intende chiudere l’affare. E continuare a dire che si sta aspettando Godot quantomeno sembra un po’ forzato. Per non parlare del “ricatto morale” che ci si potrebbe ritrovare in Eccellenza, posto solo allo scopo di “intimidire” e allo stesso tempo portare risalto e luce ad una gestione che non ha mai brillato di grandi virtù.

Gli animi si sono fatti concitati quando è stato sottolineato il fatto che ci si attendeva qualcuno della proprietà a dar conto del proprio operato ai giornalisti e, soprattutto, alla città intera, che aspettava risposte che purtroppo non sono arrivate, se non in maniera superficiale. E il riferimento è chiaramente al presidente Guarascio e a colei che è stata (o è ancora, nessuno lo ha comunicato) l’amministratore unico del club, ovvero la dottoressa Scalise. Assenti fisicamente, ma a loro modo presenti in conferenza…

Micheli è partito escludendo innanzitutto un eventuale smantellamento della squadra. «Nessuna uscita imposta, la proprietà è in grado di mantenere questa rosa – ha detto – se vogliamo voltare pagina deve esser detto questo in maniera corretta. La critica ci sta, ma continuare a dire che Guarascio vuole smantellare, che Guarascio non ha soldi non va bene. I bilanci sono pubblici, si possono consultare e vedrete i soldi che ci ha messo Guarascio quest’anno. Una rosa che costava 11 milioni di euro è retrocessa!».

«La colpa non è di Guarascio se il Cosenza è retrocesso. Avrà fatto degli errori, però i soldi li ha messi e sta continuando a metterli. Da quando sono arrivato ho sentito grandi contestazioni al presidente e nessuna contestazione all’area tecnica del passato. Se un presidente mette a disposizione 11 milioni di monte ingaggi (è sinceramente difficile credere ad una cifra così alta, ndr), qualche domanda anche all’area tecnica si sarebbe potuta fare. Mi sarei aspettato dalla stampa qualcosa che non ho mai letto».

Responsabilità scaricata, dunque. Missione compiuta.
In conferenza stampa è stato rilevato come in queste parole vi sia stata un po’ di ipocrisia e di superficialità: affermare che tutto va bene e che non ci sono problemi è sembrato paradossale. Che la responsabilità di tutto non sarebbe in testa alla proprietà è smentita dal fatto che continuano ad esserci tante cose che non vanno: ad iniziare dal fatto che si è iniziata la stagione in sordina, con la squadra che si è dovuta recare a Lorica con i mezzi propri.

«Non ho detto che tutto va bene – ha risposto Micheli – perché altrimenti io non sarei qui. Non sono qui a rappresentare la voce del padrone. Se la società ha messo a disposizione dei mezzi economici, può essere che sono stati gestiti male. Può essere che sia anche colpa del presidente, ci mancherebbe. Io oggi sono qui, ma non rappresento la voce del padrone. Ho 69 anni, sono in pensione, posso starmene a casa se certe cose on verranno mantenute. È possibile che accada. Io non sono la voce di Guarascio, ragiono con la mia testa, perché a 69 anni se dovessi ragionare con la testa di Guarascio o di Cellino (Brescia, ndr) o Volpi (Spezia, ndr), non avrei il coraggio neanche di guardarmi in faccia. Ci tendo a precisare che io parlo con la mia testa».

Tutto chiaro, altra responsabilità scaricata. Anzi, ci sembra di capire che si vogliano prendere certe distanze… E da parte di un consulente appare davvero strano.
Sull’argomento anche il ds Lupo è intervenuto: «Nessuno di noi ha detto che le cose vanno benissimo, anzi dico che bisogna ricostruire tutto. E dobbiamo farlo senza stare a guardare di chi è stata la colpa. In questo momento bisogna pensare a dove siamo e a ciò che dobbiamo fare per ricostruire la casa». Ma le macerie di questa casa sono crollate sulle spalle dei tifosi e dell’intera città. Che ad oggi non possono dimenticare…

Ds e allenatore hanno poi disquisito sulle questioni tecniche. «Ho trovato un presidente molto motivato – ha detto il ds – e sempre disponibile al dialogo. Non è disinteressato, insomma. Certo, non mi aspettavo rose e fiori, ma la squadra sta lavorando in maniera tranquilla. Sul mercato siamo vigili. Chi andrà via lo farà solo per motivi precisi, non perché ricatti la società. Qualcuno ha chiesto di andar via, ma c’è sempre un rapporto di rispetto. C’è chi ha trattative avviate ma per ora non c’è corrispondenza con gli interessi del Cosenza. L’obiettivo è avere alla fine una squadra con delle potenzialità, non certamente anonima».

Entusiasmo è la parola che può essere associata invece al tecnico Antonio Buscè. Ne ha da vendere, si spera possa utilizzarlo al meglio. «Al direttore – ha detto – ho chiesto garanzie sulla squadra. È normale che ci sia stato e ci sia un terremoto. Un tassello che però non deve mancare mai è il valore umano del giocatore. Io scelgo le persone. Sono gli uomini che ti tirano fuori dai guai. Bisogna lavorare in maniera professionale, ma con valori umani. Non accetterò mai alibi o scuse. Voglio solo gente motivata. Le motivazioni sono tutto nel calcio. La rosa è valida, ma tutti devono sposare il progetto, sacrificarsi e pensare solo al campo. Obiettivi? Il progetto lo costruiamo nel quotidiano. L’appetito vien mangiando».

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