Settimana palindroma: cosa nascondono i giorni che si leggono al contrario
- Postato il 22 maggio 2025
- Di Panorama
- 2 Visualizzazioni


Succede raramente, circa una volta ogni dieci anni. E quando succede, è come se il tempo si fermasse un attimo, si specchiasse e si piacesse. Dal 20 al 29 maggio 2025, stiamo vivendo una “settimana palindroma”: ogni data, scritta nel formato americano m-dd-yy (mese, giorno, anno), si legge identica da sinistra a destra e viceversa.
5/20/25. 5/21/25. 5/22/25. E così via, fino al 5/29/25. Un balletto numerico in cui le cifre si rincorrono, si rispecchiano e, per una volta, non vogliono superarsi, ma ritrovarsi.
Quando i numeri diventano portali
Nella numerologia — l’antica arte divinatoria che studia il potere mistico dei numeri — le sequenze palindrome non sono semplici coincidenze. Sono porte. Momenti in cui, si dice, il mondo visibile e quello invisibile si sfiorano. Il numero 2, che domina questa sequenza, è simbolo di dualità, equilibrio, relazione. Il 5, invece, è il numero del cambiamento, della libertà, dell’inaspettato. Insieme creano una tensione misteriosa, come se ogni data fosse un piccolo nodo karmico che aspetta solo di essere sciolto — o stretto.
Il 5/25/25, ad esempio, non è solo una sequenza perfetta: per molti spiritualisti è un giorno di “portale energetico”, in cui le decisioni prese potrebbero amplificarsi, e gli eventi assumere risonanze più grandi del solito. In oriente, dove le date speculari sono spesso considerate di buon auspicio, matrimoni e contratti importanti vengono spesso fissati in giorni come questi. Ma non per tutti il palindromo è un segno positivo…
Tra magia e superstizione
In alcune tradizioni europee — soprattutto quelle legate al folklore contadino — i giorni palindromi erano temuti. Si raccontava che fossero giorni “doppi”, in cui anche le ombre camminavano al contrario. I pescatori evitavano di uscire in mare, gli oracoli tacevano, e i bambini nati in quei giorni erano considerati “guardiani delle soglie”. Anime antiche che, si diceva, portavano in sé il ricordo di una vita precedente speculare a quella attuale.
I numeri nella cabala: specchi dell’anima
Nella cabala ebraica, i numeri non sono mai neutri. Ogni cifra possiede una vibrazione spirituale, un’energia archetipica che influenza la realtà. Il 2 è simbolo di relazione, opposizione, confronto: tutto ciò che esiste in coppia — luce e buio, giorno e notte, maschile e femminile. Il 5 è l’essenza dell’instabilità fertile: il punto in cui l’equilibrio del 4 si rompe e nasce il movimento. Quando queste due energie si alternano e si riflettono, come accade nei giorni palindromi, il tempo diventa un simbolo vivente. È come se il calendario raccontasse la lotta eterna tra stabilità e trasformazione, spingendoci a riflettere su ciò che vogliamo tenere e ciò che siamo pronti a lasciare andare.
Superstizioni palindrome nel mondo: i giorni che non scorrono
In Giappone, i numeri palindromi sono spesso considerati di buon auspicio — si dice che simboleggino armonia e circolarità, perfetti per celebrare matrimoni o aperture di nuovi cicli. In alcune regioni dell’Europa orientale, però, i giorni speculari erano un tempo guardati con sospetto: la tradizione voleva che fossero giorni “fermi”, in cui non prendere decisioni importanti, per non restare intrappolati in un loop karmico. In Sardegna, si racconta ancora di bambini nati “al contrario” in giorni palindromi, capaci di sognare eventi prima che accadano. E tra i naviganti greci, era diffusa la credenza che chi partiva in un giorno che si leggeva da entrambi i lati avrebbe sempre fatto ritorno a casa — ma solo se non si fosse mai guardato indietro.
Il tempo che si diverte a giocare
Eppure, nonostante i timori e i rituali antichi, questi giorni hanno un fascino tutto loro. È come se il calendario, per una manciata di ore, si mettesse il vestito buono, si guardasse allo specchio e decidesse di restare così: impeccabile, perfetto, centrato.
Non cambieranno il mondo. Ma forse ci cambieranno lo sguardo. Perché sapere che esistono giorni “che si leggono al contrario” è un promemoria poetico: possiamo sempre tornare indietro, ripercorrere, rileggere, riscriverci. Come se la vita, ogni tanto, ci offrisse una seconda lettura — una possibilità in più.