Sfida di collaudi tra Cina e Taiwan

  • Postato il 17 settembre 2025
  • Di Panorama
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La terza portaerei cinese di ultima generazione, la Fujian, ha recentemente attraversato lo Stretto di Taiwan. Certamente la politica interpreta questa decisione della PLA (la Marina militare cinese) come un segnale della crescente potenza navale del Paese esibito a scapito della “Provincia Ribelle” e del potenziale grande nemico, gli Stati Uniti. MA è anche vero che per lasciare i cantieri navali e la sua base di armamento e prendere la rotta del Sud Pacifico, soprattutto in tempi di uragani e tempeste non esiste altro modo se non passare davanti alle coste dell’ex Formosa. Varata nel 2022, la Fujian è la terza portaerei cinese di nuova generazione dopo la Liaoning e la Shandong e ha un dislocamento a pieno carico di oltre 84.000 tonnellate, catapulte con tecnologia elettromagnetica e capacità di trasportare 55 velivoli di vario tipo. Insomma, una nave lunga 316 metri e larga 76, a propulsione nucleare. Dunque quanto dichiarato dall’agenzia di stampa statale cinese Xinhua venerdì 12 settembre, ovvero che la Fujian aveva attraversato lo Stretto di Taiwan per effettuare test di ricerca scientifica e missioni di addestramento nel Mar Cinese Meridionale, potrebbe anche essere vero. Citando il Capitano di Vascello Leng Guowei, portavoce della Marina dell’Esercito Popolare di Liberazione, la Xinhua ha affermato che i test e l’addestramento “non erano mirati a un obiettivo specifico” bensì parte integrante del processo di costruzione della portaerei. Tuttavia, le prove in mare nel Mar Cinese Meridionale dimostrano la crescente forza militare della Cina, che con tre portaerei potrebbe essere usata come vetrina per gli Stati Uniti in vista di un potenziale prossimo incontro tra il presidente cinese Xi Jinping e quello degli Stati Uniti Donald Trump. La Fujian era già stata collaudata nei più calmi Mar Cinese Orientale e Mar Giallo, e ora sarà probabilmente utilizzata per valutare le prestazioni in acque più profonde e impegnative, potendo quindi interagire con sommergibili della sua flotta, nonché essere validata come centro di comando e controllo. Il tutto mentre l’esercito di Taiwan, controllato attentamente il passaggio della portaerei attraverso lo Stretto di Taiwan, ne approfitterà per seguirla e carpire tutte le informazioni possibili, insieme ovviamente alle forze, anche spaziali, statunitensi. Probabilmente la Cina organizzerà anche una cerimonia ufficiale per la messa in servizio della Fujian il 1° ottobre, ma in seguito la nave dovrà comunque essere utilizzata per svolgere l’attività di addestramento al suo equipaggio. Questo, da ciò che sappiamo, è già composto da una parte di istruttori che si sono formati sulle altre due navi dello stesso tipo, che sono riuscite in breve tempo a raggiungere la capacità operativa di far decollare un velivolo al minuto. Che cosa se ne fa Pechino di tre portaerei nuove è presto detto: con tre gruppi d’attacco completi, quando una portaerei sarà in manutenzione, un’altra potrà guidare la flotta in addestramento nel Mar Cinese Meridionale mentre l’ultima pattuglierà il Pacifico occidentale a est di Taiwan. Tale possibilità potrebbe avere implicazioni significative per le operazioni di difesa militare di Taiwan, poiché le forze armate dell’isola non potranno più intercettare i gruppi d’attacco di portaerei cinesi nelle vie d’acqua strategiche prima che questi entrino nel Pacifico occidentale. 

Narwhal, primo sommergibile Made di Taiwan 

Se il Canale di Taiwan è un punto debole per l’isola in chiave d’invasione, è sempre stato anche un punto di forza per quanto riguarda il controllo delle forze cinesi. Inoltre, le unità della Marina e dell’Aviazione di Taiwan di stanza nelle zone orientali del Paese saranno direttamente esposte alle capacità d’attacco a lungo raggio provenienti dalle portaerei cinesi. Qualora la Cina intraprendesse un’azione militare contro Taiwan, le sue portaerei potrebbero essere usate per imporre un blocco navale a lungo raggio con operazioni d’interdizione nel Pacifico tra l’isola di Guam, dove sorge la più importante base militare Usa della regione e la stessa Taiwan che non ha altra scelta se non rafforzare le scorte di missili antinave e accelerare la costruzione di sottomarini di produzione nazionale. Proprio nel giugno scorso la Marina taiwanese ha fatto prendere il mare al suo primo sottomarino nazionale, tassello fondamentale per raggiungere il quale ha dovuto attingere alle competenze e alla tecnologia di diversi paesi, tra cui Stati Uniti e Gran Bretagna. Il gruppo industriale taiwanese Csbc Corp (2208.TW), che sta guidando la costruzione di quelli che alla fine saranno otto sottomarini, il 18 giugno dichiarò che il primo vascello, il Narwhal, aveva completato il suo primo test in navigazione su propulsione, ventilazione e sistemi radar. Da quanto sappiamo sono ora in corso collaudi subacquei a profondità graduale e che l’unità avrebbe dovuto essere consegnata alla Marina lo scorso anno, unendosi a due sottomarini esistenti acquistati dai Paesi Bassi negli anni ’80, ma il programma ha subito ritardi, anche se ora Taiwan afferma di voler schierare almeno due di questi sottomarini nazionali entro il 2027. Questi saranno dotati di missili di vario tipo, oltre che di siluri pesanti Mark 48 e del sistema di combattimento Lockheed Martin, quindi americani.

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Panorama

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