SFS 25, Michele Uva svela la strategia sostenibile per Euro 2032 e la rivoluzione stadi in Italia
- Postato il 19 novembre 2025
- Di Virgilio.it
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Il Direttore Esecutivo per la Sostenibilità Sociale e Ambientale della UEFA, Michele Uva, ospite del Football Stage, ha delineato la strategia di Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR) dell’organo calcistico e ha posto l’accento sulla cruciale questione infrastrutturale italiana in vista di Euro 2032.
Michele Uva, figura di spicco nel panorama sportivo globale e recentemente inserito nella prestigiosa lista delle 100 persone più influenti al mondo stilata dal Time, ha partecipato come ospite d’onore al Football Stage, intervistato da Elisabetta Esposito de La Gazzetta dello Sport. L’intervento si è concentrato sulla visione della UEFA e sull’impatto che un approccio sistemico alla sostenibilità sta avendo sul calcio continentale.
- Un Lavoro di Sistema: L'Investimento nella CSR
- La Piramide della Sostenibilità: Raggiungere la Base Amatoriale
- Euro 2032 e la Svolta Infrastrutturale Italiana
- La Legacy in UEFA
Un Lavoro di Sistema: L’Investimento nella CSR
Uva ha subito chiarito che la sostenibilità nel calcio non è un’opzione, ma un “lavoro di sistema, frutto di un pensiero collettivo che sta investendo notevolmente sulle tematiche CSR.” L’impegno, ha spiegato, è top-down e si basa su cinque pilastri fondamentali che guidano l’azione della UEFA in tutto il mondo. “L’impatto degli stakeholder nella filiera ha creato interesse anche in sistemi anglosassoni.”
Uva ha evidenziato come la sostenibilità sia ormai considerata un investimento strategico, non un costo. Un esempio tangibile di questo impegno è l’ultimo Europeo, che ha visto l’applicazione di ben 125 temi in ambito ESG, con 95 azioni dedicate specificamente al settore femminile. L’approccio è rigoroso e basato su tre capisaldi: strategia, piano d’azione e misurazione trasparente attraverso l’analisi dei dati.
Un riconoscimento particolare è stato riservato all’Italia: “La Juventus è stata la prima società europea ad aver fatto reporting sul tema CSR nel proprio bilancio annuale,” ha ricordato Uva, sottolineando il ruolo pionieristico di alcuni club italiani.
La Piramide della Sostenibilità: Raggiungere la Base Amatoriale
La UEFA opera per “anticipazione”, diffondendo best practices e messaggi sociali positivi (come l’inclusione e la lotta al razzismo) e rendendo ormai obbligatorio per i club avere figure di riferimento in ambito CSR.
L’obiettivo strategico più ambizioso è fissato per il 2030: Target 2030: “Vogliamo raggiungere la base della piramide: tifosi, comunità influenzata dal calcio e livello del calcio amatoriale.”
Attualmente ci sono circa 250 mila club amatoriali in Europa. Uva ha lanciato una riflessione sull’impatto potenziale: “Pensate se tutti questi facessero una attività sostenibile al giorno.” Per quanto riguarda l’Italia, Uva ha espresso apprezzamento: “La Federcalcio è stata tra le prime ad aver preso nostra strategia e averla contestualizzata al nostro sistema-paese secondo indicazioni UEFA e poi applicata.”
Euro 2032 e la Svolta Infrastrutturale Italiana
Il tema delle infrastrutture è stato al centro della discussione, in vista della candidatura italiana per Euro 2032. L’Italia ha tempo fino a ottobre prossimo per presentare gli stadi idonei, e Uva ha definito la situazione infrastrutturale passata come “la nostra zavorra”.
Tuttavia, il cambiamento è in atto: “È un processo culturale quello di avere una casa bella che abbia impatto sociale e sportivo. È un diritto di qualsiasi cittadino vivere un evento sostenibile.”
Per i nuovi stadi, i parametri UEFA sono complessi: dei 132 requisiti richiesti, circa il 20% sono legati alla sostenibilità, che deve essere integrata fin dalla fase di progettazione. I nuovi impianti devono essere funzionali, moderni, flessibili e, soprattutto, avere una maggiore capienza.
Uva ha citato come “modelli virtuosi” gli stadi di Bergamo e Udine, e ha notato con favore una “grande velocità di investimento in infrastrutture anche da parte di fondi, che vogliono creare business ma legare anche con il territorio e la comunità.”
La Legacy in UEFA
In conclusione, Uva ha accennato al suo futuro professionale. “Il ciclo di un manager è sempre quello tra i 4 e i 6 anni. Il mio percorso sta volgendo al termine in questa area ed è giusto lasciare una legacy al calcio europeo certificata,” ha chiosato, sottolineando come l’impegno per la sostenibilità rimarrà una pietra angolare della strategia UEFA.