“Sì allo sport per i bambini ma senza pressioni dagli adulti”. L’età giusta per iniziare e come scegliere l’attività più adatta: i consigli della pediatra
- Postato il 23 ottobre 2025
- Salute
- Di Il Fatto Quotidiano
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Lo sport è un prezioso alleato nella crescita fisica e psicologica dei più piccoli, ma quando è meglio che comincino a praticarlo? Come orientarsi nella scelta delle tante discipline a disposizione e come gli adulti li possono sostenere durante l’attività fisica? Ilfattoquotidiano.it ne ha parlato con la dottoressa Gabriella Pozzobon, pediatra a indirizzo endocrinologico dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, che invita a distinguere tra movimento e agonismo, e a rispettare i tempi – fisici e psicologici – dei bambini. “Lo sport deve far star bene, non generare ansia da prestazione o frustrazione”, spiega.
C’è un’età giusta a cui i bambini possono iniziare a fare sport?
Bisogna distinguere tra sport e attività fisica. L’attività fisica intesa come movimento è consigliata fin dai primi mesi di vita. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità sostiene che sin dal primo anno di età è bene incentivare il movimento nei periodi di veglia, tenendo i bambini il meno possibile nel seggiolone o nel passeggino, per esempio favorendo i movimenti di prono-supinazione nel lettino.
E lo sport più strutturato?
Meglio introdurlo dalla scuola primaria, strutturando un’attività fisica fatta di allenamenti poco impegnativi.
Quando invece si può intraprendere uno sport di tipo agonistico?
Dipende dalle specialità. Ci sono discipline, come la ginnastica artistica, che vengono praticate da quando si è molto piccoli. Su questo tema si sta dibattendo molto perché impostare un’attività agonistica in bambini della prima infanzia, che non hanno ancora un apparato muscolo-scheletrico e un profilo psicologico strutturati, può creare delle problematiche. Bisogna sempre valutare il singolo soggetto; lo sport agonistico praticato durante la scuola primaria rischia di non essere alla portata di tutti.
Genitori e allenatori come si devono comportare?
Devono fare in modo che l’attività dei ragazzi sia sana, evitando di riversare su di loro le proprie ambizioni, paure e frustrazioni. Soprattutto per i più piccoli l’attività sportiva deve essere piacevole, e non deve imporre loro troppi obiettivi e traguardi. Il rischio è quello di farli allontanare dallo sport o di generare in loro stress e ansia da prestazione.
Quali sono i campanelli d’allarme che indicano un rapporto non sano tra il ragazzino e l’attività sportiva?
Può esserci un eccessivo attaccamento allo sport o un eccessivo distanziamento. Nel primo caso si riscontra un atteggiamento morboso, un voler raggiungere a tutti i costi un obiettivo, forse anche per accontentare le aspettative degli adulti. Questo atteggiamento può generare momenti di profonda frustrazione quando non ci si riesce. Nel secondo caso emerge il rifiuto di praticare sport perché, in qualche modo, ci si sente obbligati dai familiari, o per altri motivi inerenti alla sfera psicologica.
Se fatto in modo sano, quanto è importante lo sport per lo sviluppo fisico e psicologico dei più piccoli?
È fondamentale. Per lo sviluppo fisico, perché armonizza il corpo in crescita potenziando l’apparato cardiopolmonare, muscolo-scheletrico, prevenendo l’obesità e migliorando il metabolismo glicolipidico. Dal punto di vista psicologico perché rinforza l’autostima, l’equilibrio psicofisico, aiuta ad organizzarsi con il tempo e con lo studio, e crea soggetti sicuramente meno inclini alla depressione e all’ansia. Vale sempre la regola “mens sana in corpore sano”.
Come scegliere lo sport giusto in base all’età e al carattere del bambino?
Penso debba essere il ragazzino a scegliere, perché ciascuno di noi riconosce il proprio talento e il proprio piacere meglio di chiunque altro. Chiaramente ci sono strutture fisiche più predisposte ad alcuni sport. Per esempio, per chi non è particolarmente alto, può essere frustrante entrare in una squadra di basket, così come – per coloro che sono più in sovrappeso – praticare sport dove è richiesta una silhouette particolare. Questo discorso però vale quando si è più grandi. In linea generale seguirei l’inclinazione personale, poiché favorisce il miglior avvicinamento allo sport e alla possibilità di praticarlo con desiderio e continuità.
Meglio sport individuali o di squadra?
Dipende. Sicuramente gli sport di squadra stimolano la crescita, la convivialità, e allenarsi in gruppo risulta meno faticoso e più piacevole: per questo sono più indicati in una prima fascia di età.
Fare sport può essere una risorsa importante anche per bambini con ADHD?
Sicuramente, perché li aiuta a scaricare le tensioni e la loro vivacità. Anche in questo caso è importante seguire le inclinazioni personali, fare in modo che sia il ragazzino a scegliere quale attività praticare in base ai propri gusti.
Per quanto tempo ci si deve allenare e con quale frequenza ?
È l’OMS a dare delle indicazioni in tal senso: tra i 5 e i 17 anni si suggeriscono 60 minuti di attività fisica quotidiana di intensità moderata, e tre volte alla settimana esercizi di rafforzamento dell’apparato muscolo-scheletrico.
Che tipo di alimentazione consiglia di seguire quando si fa sport?
L’alimentazione deve essere il più possibile equilibrata e variegata tra carboidrati, proteine e lipidi. È importante non fare sport a digiuno, perché si può andare incontro a ipoglicemie e lipotimie, così come non bisogna seguire diete molto serrate per dimagrire, specie in alcuni sport dove c’è un’esaltazione della fisicità. Purtroppo capita spesso che, soprattutto le adolescenti, vadano agli allenamenti senza aver mangiato in modo sufficiente e, in particolar modo d’estate, senza un’adeguata idratazione rischiando episodi sincopali.
Non bisogna nemmeno usare la scusa dello sport per strafogarsi di merendine…
Assolutamente. Lo sport non dovrebbe essere considerato un lasciapassare per eccedere con cibi e bevande poco salutari. Lo stesso discorso vale per gli adulti. Bisogna sempre mantenere una dieta equilibrata, sana e bilanciata.
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