Si dimette il vicepresidente dalla Consulta per le disabilità di Milano Nicoletti: “Giochi di potere per guadagnare visibilità”
- Postato il 4 novembre 2025
- Diritti
- Di Il Fatto Quotidiano
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Si è dimesso il vicepresidente della Consulta per le persone con disabilità del Comune di Milano. Fortunato Nicoletti, membro da giugno 2023 dell’organo consultivo del capoluogo lombardo che si pone l’obiettivo principale di promuovere i diritti specifici delle persone con disabilità e sostenere le loro famiglie, parlando con ilfattoquotidiano.it denuncia una “mancanza di concretezza da parte di Palazzo Marino oltre che atteggiamenti e prese di posizioni poco trasparenti di alcuni membri” e spiega la sua scelta maturata “con profonda amarezza ma con altrettanta convinzione” – è stato proprio
La lettera di Nicoletti: “Situazione insostenibile, noi ignorati”
La durissima lettera con le dimissioni è stata inviata il 3 novembre al sindaco Giuseppe Sala, alla presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi, a Giunta e consiglieri, oltre che al delegato del primo cittadino per l’accessibilità Giuseppe Arconzo. “Mi dimetto sia dal ruolo di vicepresidente” della Consulta, “sia da componente dell’organismo. La coerenza non è negoziabile”, ha messo nero su bianco Nicoletti. “Sono dimissioni irrevocabili e non si tratta di un gesto che nasce dalla sera alla mattina, impulsivo”, spiega, ma “di un atto di coerenza e di rispetto verso le persone e le famiglie che ogni giorno vivono la disabilità sulla propria pelle”.
La decisione non è certo un fulmine a ciel sereno quindi ma è maturata nel corso di mesi. Erano arrivati ad un punto estremamente critico i rapporti interni alla Consulta; ma anche tra l’organismo – che media tra le associazioni delle persone con disabilità – e Palazzo Marino. Ci sono state accuse da parte dei massimi esponenti della Consulta, tra cui proprio Nicoletti, di “non essere ascoltati”, denunciando già a marzo di quest’anno a ilfattoquotidiano.it di “essere esclusi volutamente da importanti eventi organizzati dal Comune dove si è discusso di temi inerenti la disabilità”.
“L’ultima riunione surreale, poca trasparenza e nessuna concretezza”
Contattato da ilfattoquotidiano.it Nicoletti spiega che “la situazione è diventata insostenibile, anche perché a partire dall’estate non avevamo più la nostra presidente in carica (Haydèe Longo, ndr). Ho deciso di lasciare tutti i miei incarichi all’interno della Consulta”, precisa Fortunato, “dopo l’ennesima riunione avvenuta il 29 ottobre che ha rappresentato, più che un momento di confronto, uno spettacolo surreale perché ci sono state prese di posizioni poco trasparenti da parte di alcuni membri associativi oltre al fatto che comunque in questi 2 anni il Comune non ha praticamente quasi mai dato concretezza a quanto suggerito e indicato dalla Consulta”.
A commentare le dimissioni il delegato comunale per l’accessibilità Arconzo che dichiara al Fatto.it di essere “dispiaciuto. Rimango però fermamente convinto che la Consulta, nonostante le difficoltà che sta attraversando, sia una sede attraverso la quale le associazioni del mondo della disabilità possono contribuire in modo importante al miglioramento delle politiche cittadine relative ai diritti delle stesse persone con disabilità”. Arconzo aggiunge di “non voler entrare nel merito delle ragioni che hanno portato alle dimissioni di Nicoletti. Si tratta di una decisione legata ai rapporti creatisi tra i componenti della Consulta, sulle quali – come è evidente – non ho titolo per entrare”.
“Ho visto giochi di potere e accordi sottobanco tra componenti della Consulta”
Nella lettera Nicoletti ha utilizzato parole durissime per motivare la sua decisione immutabile. “Chi mi conosce – aggiunge il vice presidente anche dell’associazione Nessuno È Escluso – sa che ho sempre creduto nel valore della partecipazione, nella forza del dialogo e nella necessità di costruire insieme percorsi di reale inclusione. Ma la realtà della Consulta è ormai incompatibile con questi principi”. Nicoletti poi rincara la dose. L’organo consultivo cerniera tra l’amministrazione guidata da Sala e il mondo delle organizzazioni che difendono i diritti delle persone disabili, a suo dire, “rischia di essere solo una vetrina per alcuni esponenti”.
“Nel corso di questi due anni circa”, aggiunge al Fatto.it Nicoletti, “ho visto tra i membri della Consulta giochi di potere, accordi sottobanco, scambi di favori e documenti contrari al regolamento comunale sui ruoli del presidente e vice presidente della Consulta, tutto finalizzato non al bene delle persone con disabilità, ma alla tutela di piccoli interessi personali o di rendita associativa”. “Non può essere uno spazio di promozione o di rappresentanza autoreferenziale”, continua, “ma dovrebbe essere uno strumento di lavoro, di proposta e di stimolo per l’amministrazione. Così, purtroppo, non è”. E il Comune di Milano, “che pure ha sempre dimostrato sensibilità e attenzione verso i temi dell’accessibilità e dell’inclusione, non può ignorare che la Consulta, per come è oggi strutturata e gestita, non rappresenta una risorsa, ma un ostacolo. Serve una riflessione profonda e coraggiosa”, afferma Fortunato.
“Una vetrina per dare visibilità”
“Una città come Milano non può permetterselo” – E termina indicando la via virtuosa che, a suo dire, dovrebbe percorrere Palazzo Marino. “Il Comune deve interrogarsi seriamente sul senso e sulla funzione di uno strumento che, privo di regole certe, di un regolamento aggiornato e di criteri chiari di rappresentanza, rischia di essere solo una vetrina – ripete – Una città come Milano non può permetterselo. Mi dimetto, dunque, perché non intendo legittimare un sistema che confonde l’impegno civile con la convenienza e la disabilità con un pretesto per mantenere potere o visibilità. Preferisco restare coerente, anche se più solo. Continuerò a fare ciò che ho sempre fatto”, conclude Nicoletti, “a lavorare a mani nude, con la mia associazione e con chi crede ancora che la disabilità non sia un tema da usare, ma una realtà da comprendere e sostenere”.
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