Si travestono da giraffa e tentano di uccidere la matrigna con martello e coltelo. La vittima sopravvissuta per miracolo: “Sono terrorizzata che tornino per finirmi”.
- Postato il 22 giugno 2025
- World News
- Di Il Fatto Quotidiano
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Un piano omicida tanto brutale quanto surreale, messo in atto da una giovane coppia sposata contro la matrigna di lui. Indossando maschere da giraffa acquistate in un negozio di articoli a basso costo (Poundland), Wasif Hussain, 21 anni, e sua moglie Nabela Tabassum, 19 anni, hanno tentato di uccidere Arifa Nazmin nella sua casa di Kings Norton, a Birmingham. Venerdì scorso, la Corte della Corona di Birmingham li ha condannati rispettivamente a 15 e 9 anni di carcere. I fatti risalgono al 29 gennaio 2024. Come ricostruito in tribunale, gran parte dell’aggressione è stata ripresa da una telecamera a circuito chiuso installata all’interno dell’abitazione. Hussain ha prima colpito la matrigna alla testa con un martello, poi l‘ha strangolata e pugnalata, mentre la moglie Nabela la teneva ferma.
Secondo il procuratore Rob Forrest, si è trattato di un “tentativo pianificato di uccidere la signora Nazmin nella sua stessa casa”. Il piano della coppia prevedeva anche di bruciare il corpo della vittima per cancellare le tracce. A provarlo, le immagini di un’altra telecamera che li hanno ripresi due giorni prima dell’attacco mentre acquistavano una bomboletta aerosol, che intendevano usare per appiccare il fuoco. Il piano è fallito solo grazie alla reazione della vittima: dopo l’attacco, Arifa Nazmin è riuscita a chiudersi a chiave in una stanza e a chiamare la polizia. La coppia è fuggita da Birmingham, ma è stata rintracciata e arrestata il giorno seguente a Bolton.
Il movente, secondo l’accusa, sarebbe da ricercare in un clima di “relazioni familiari incrinate“. In particolare, la signora Nazmin si era lamentata con i genitori di Nabela Tabassum del fatto che la giovane non aiutasse nelle faccende domestiche. Questo avrebbe aumentato il “rancore e la rabbia” della coppia nei confronti della matrigna, fino a pianificare l’omicidio. La difesa di Hussain ha anche menzionato un trauma infantile: sua madre si suicidò quando lui aveva sette anni e lui avrebbe “incolpato” il padre, che aveva iniziato una relazione con la signora Nazmin poco dopo quel lutto. Gli avvocati di entrambi gli imputati hanno sostenuto che i loro assistiti fossero sinceramente “pentiti e pieni di rimorso”.
In aula è stata letta parte della dichiarazione della vittima, Arifa Nazmin, che testimonia un trauma incancellabile: “Ho ancora il panico quando bussano alla porta, riesco a sentire la paura nel mio corpo”, ha scritto. “Sono terrorizzata che possano tornare per finirmi. Vivrò con questo per il resto della mia vita”. Nel condannare la coppia, il giudice Paul Farrer KC ha dichiarato: “Non ho dubbi che entrambi foste ben consapevoli che ciò che avete intrapreso era gravemente sbagliato”. Ha poi definito gli imputati come “due individui giovani e immaturi che difficilmente commetteranno di nuovo gravi episodi di violenza”. Nonostante abbiano negato il tentato omicidio durante il processo, sono stati giudicati colpevoli e ora sconteranno la loro pena in carcere.
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