“Siamo stati preoccupati, ma ora siamo spaventati”: Bruce Springsteen in concerto a Milano contro Donald Trump promette fiducioso una terra di speranza e sogni
- Postato il 30 giugno 2025
- Musica
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Ciao Milano! Siete pronti? Siete pronti? Siete pronti?!”. Così con l’entusiasmo di un ragazzino Bruce Springsteen con la E Street Band ha salutato, poco prima delle 20 questa sera 30 giugno, il suo pubblico allo Stadio San Siro, sold out a tappo con 58.131 presenze. Si replica giovedì 3 luglio. Un appuntamento rimandato di un anno a causa di precedenti problemi di salute. E a vederlo lì sopra quel palco essenziale, senza troppi fronzoli, elegante con gilet e cravatta (senza un filo di sudore) con la stessa carica si sempre, si prova un po’ di invidia per l’artista 75enne. Quello di San Siro è un anniversario importante per l’artista: il 21 giugno di 40 anni fa il Boss ha fatto il suo primo live nello stadio milanese e stasera è stata la sua nona volta nel tempio del calcio italiano.
Il Boss è apparso sul palco per scaldare, la già rovente, atmosfera milanese con “No Surrender” e “My Love Will Not Let You Down”. Poi uno dei momenti più attesi con “Land of Hope and Dreams” dei Wrecking Ball, un brano scritto alla fine degli Anni 90 ma che poi ha trovato una forma definitiva incisa nel 2012. “Benvenuti nel tour della terra della speranza e dei sogni. – ha urlato l’artista – La potente E Street Band è qui stasera per invocare il potere virtuoso dell’arte, della musica, del rock’n’roll in tempi pericolosi. A casa mia, l’America che amo, l’America di cui ho scritto, che è stata un faro di speranza e libertà per 250 anni, è attualmente nelle mani di un’amministrazione corrotta, incompetente e traditrice. Stasera, chiediamo a tutti coloro che credono nella democrazia e nel meglio del nostro esperimento americano di unirsi a noi, alzare la voce contro l’autoritarismo e far risuonare la libertà!“.
“Grandi ruote rotolano attraverso i campi, dove scorre la luce del sole – sono le parole di ‘Land of Hope and Dreams ‘ che si leggono sul megaschermo -. Incontrami in una terra di speranza e di sogni. Beh, mi occuperò di te e starò al tuo fianco. Adesso hai bisogno di una buona compagnia per questo tratto del percorso lascia indietro i tuoi dolori. Fai che questo sia l’ultimo giorno domani splenderà il sole e tutto questo buio passerà”. Parole profetiche a sottolineare anche i tempi bui che stiamo attraversando. E ancora prima di attaccare “Rainmaker” ha tirato in ballo nuovamente Trump: “Quando le condizioni di un Paese sono mature per un demagogo puoi scommettere che si presenterà. Questo è per il caro leader americano”.
E non è un caso se in mezzo alla scaletta sia posizionato anche “Long Walk Home”, scritto per esprimere il dissenso per l’ex presidente americano George W. Bush e il suo stupore per il fatto che amici e vicini potessero averlo votato. Prima di cantarla il Boss ha spiegato “questa è una preghiera per il mio Paese”. E prima di intonare in assolo “House of a Thousand Guitars” ha fatto un appello “ai valori condivisi della democrazia, unica arma possibile contro l’autoritarismo”.
E ancora su “My City of Ruins” dei The Rising, Springsteen ha detto: “Ho sempre cercato di essere un buon ambasciatore americano, ho passato la vita a cantare i nostri successi, ma anche i nostri fallimenti nel vivere il nostro ideale civile e i nostri sogni. In ogni caso ci sono dei problemi. Quindi prima di tutto lasciaremi dirvi grazie per ascoltare i miei Sta succedendo qualcosa di davvero strano, bizzarro e pericoloso là fuori in questo momento. In America, perseguitano le persone perché esercitano il loro diritto alla libertà di parola e perché esprimono il loro dissenso. Questo sta succedendo ora. L’America di cui vi ho cantato per 50 anni è reale e, a prescindere dai suoi difetti, è un grande Paese con un grande popolo. Quindi sopravviveremo a questo momento. Ora ho speranza, perché credo nella verità di ciò che ha detto il grande scrittore americano James Baldwin. Ha detto: ‘In questo mondo non c’è tutta l’umanità che si vorrebbe, ma ce n’è abbastanza’. Preghiamo”. Insomma di certo l’artista non si è fermato davanti alle durissime parole di risposta che Trump gli ha riservato settimane fa: “Invadente, idiota, odioso, prugna secca che ha sostenuto il truffaldino Joe Biden. Stia zitto“. Anzi ha rincarato la dose.
Quasi tre ore di concerto senza sosta, in cui Springsteen non si è risparmiato scendendo anche giù dal palco per cantare, abbracciare il suo pubblico e regalare a un fortunato fan la sua armonica. Ci siamo trovati davanti ad un signore del rock della musica mondiale che ancora una volta ha dimostrato che, quando si hanno il repertorio, l’energia, l’autorevolezza, il talento immutato si hanno ancora tante cose da dire, senza alcuna paura di schierarsi, senza alcuna paura del futuro.






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