Sigarette, stangata in arrivo: ecco quanto costerà un pacchetto (e cosa prepara Bruxelles)

  • Postato il 3 novembre 2025
  • Di Panorama
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Fumare sta per diventare ancora più caro. La Manovra prevede aumenti fino a 60 centesimi a pacchetto in tre anni. Un “preparare il terreno” per il vero scossone che arriverà da Bruxelles. La Commissione europea sta mettendo a punto la nuova direttiva, la “Ted” (Tobacco Excise Directive), che punta a uniformare le tasse sui tabacchi in tutti i Paesi dell’Unione.

Il risultato? I fumatori italiani potrebbero pagare i pacchetti di sigarette 10 euro, 3 euro in più di oggi. Alla base di tutto il dibattito su salute pubblica, gettito fiscale e rischio contrabbando.

Sigarette: rincari graduali nella Manovra per fare cassa e prepararsi all’Europa

Nella Manovra 2026 le accise sul tabacco saliranno in modo progressivo, con aumenti distribuiti su tre anni per evitare uno shock sui prezzi. L’obiettivo è duplice: garantire entrate aggiuntive per circa 1,5 miliardi di euro nel triennio e, allo stesso tempo, allineare gradualmente i prezzi interni a quelli che la nuova direttiva europea imporrà nei prossimi anni. Nel dettaglio, le accise specifiche per mille sigarette passeranno dagli attuali 29,5 euro a 32 euro nel 2026, poi a 35,5 euro nel 2027 e 38,5 nel 2028. Tradotto per i fumatori un pacchetto costerà circa 14-15 centesimi in più l’anno prossimo, per un totale di circa 60 centesimi di aumento in tre anni.

Aumenti più pesanti colpiranno invece il tabacco trinciato, che salirà di 50 centesimi nel 2026 e fino a 80 centesimi complessivi entro il 2028. Anche i prodotti a tabacco riscaldato e le sigarette elettroniche vedranno aumenti più contenuti ma costanti, rispettivamente di 12-13 centesimi nel 2026 e poi meno di 10 centesimi negli anni successivi. Il risultato sarà un incremento medio del prezzo del pacchetto tra 5 e 6% entro il 2028, che per il governo vale oro: solo nel primo anno, il gettito aggiuntivo stimato è vicino ai 500 milioni di euro.

La direttiva europea sul tabacco: la riforma che può far salire i pacchetti di sigarette fino a 3 euro in Italia

Ma il vero terremoto potrebbe arrivare da Bruxelles. La Commissione europea ha concluso la consultazione pubblica sulla nuova direttiva “Ted”, che ridefinirà le regole per le accise su sigarette, tabacco trinciato, e-cig e prodotti nicotinici in tutti gli Stati membri. L’obiettivo è armonizzare le tassazioni per ridurre il fumo e i costi sanitari legati alle malattie da tabacco. Nella sua versione attuale, la direttiva propone un’accisa minima di 215 euro per ogni mille sigarette, contro i circa 29,5 euro oggi in vigore in Italia, oltre a una componente variabile sul prezzo di vendita. Per il tabacco trinciato, l’accisa minima salirebbe da 148,50 euro al chilo a 215 euro, un incremento che si tradurrebbe in un aumento del prezzo al dettaglio anche del 30-40%. Per l’Italia questo significherebbe un rincaro fino a 3 euro a pacchetto, con aumenti graduali ma inevitabili. Il prezzo medio potrebbe avvicinarsi ai 9/10 euro, mantenendosi comunque sotto i livelli record di Irlanda o Norvegia, dove una confezione di sigarette costa oltre 13 euro. Il calendario, però, è lungo: anche se la direttiva fosse approvata nel 2026, i Paesi avrebbero tempo fino alla fine del 2027 per recepirla e un periodo di transizione fino al 1 gennaio 2031, con incrementi distribuiti nel tempo. Ma il trend è tracciato: fumare diventerà sempre più un lusso. Plaude il mondo sanitario. L’Aiom, l’Associazione degli oncologi italiani, aveva già proposto un aumento ben più netto, fino a 5 euro a pacchetto, per finanziare la sanità pubblica e ridurre i consumi. Una tassa “etica”, dicono i medici, che potrebbe generare 13 miliardi di euro di gettito e salvare migliaia di vite ogni anno.  Sul fronte opposto la Federazione Italiana Tabaccai che ha espresso preoccupazione e lanciato l’allarme contrabbando e mercato nero.

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Panorama

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