Sigfrido Ranucci: "Forse l'avvertimento non era diretto a me"
- Postato il 19 ottobre 2025
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- Di Libero Quotidiano
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Sigfrido Ranucci: "Forse l'avvertimento non era diretto a me"
A Campo Ascolano, sul litorale romano, oltre trecento persone si sono riunite davanti alla villetta di Sigfrido Ranucci, storico conduttore di Report, dopo un attentato incendiario che ha distrutto la sua auto e quella della figlia. L’iniziativa, organizzata dalla rete "No Bavaglio", ha visto cittadini, giornalisti, sindaci come Veronica Felici di Pomezia e Aurelio Lo Fazio di Anzio, comitati di quartiere e associazioni esprimere solidarietà. La folla ha gridato: "La scorta di Ranucci siamo noi", in un abbraccio collettivo al giornalista. Ranucci, commosso, ha ringraziato: "Il riconoscimento che mi state mostrando lo voglio estendere a tutta la squadra di Report". Ha ricordato un precedente grave: "Dall’attentato a Maurizio Costanzo non si registrava una manifestazione di violenza così eclatante contro un giornalista".
Ha poi evidenziato l’eco internazionale: "Ne hanno parlato le tv pubbliche francesi, il The Guardian, in Spagna, in Canada, sto ricevendo richieste di interviste da ovunque e solidarietà anche da parte di molti esponenti del Governo, dall'Associazione Nazionale Magistrati, da quella dei Contabili, da tantissime maestranze e colleghi della Rai". La partecipazione dei colleghi Rai lo ha colpito: "Un’emozione molto forte. Questa partecipazione in Rai io, essendoci da trent’anni, l’ho riscontrata solo in tempi molto più funesti. Era il caso di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, negli anni Novanta".Ranucci, rispondendo alla domanda "Come sto io?", ha ammesso: "Con pochissime ore di sonno".
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Come riporta il Tempo, ha ipotizzato: "Forse l’avvertimento non era diretto a me, ma a qualcun altro", suggerendo un possibile legame con le inchieste di Report su temi scottanti come il porto di Fiumicino, il business dei rifiuti, le infiltrazioni mafiose negli stabilimenti balneari e le connessioni tra ultrà ed estremisti. In passato, il programma aveva ricevuto minacce, come proiettili e lettere intimidatorie dopo la puntata sull’omicidio di Piersanti Mattarella. Le indagini sull’attentato proseguono, ma l’assenza di telecamere vicino alla casa complica l’identificazione dei responsabili, nonostante i filmati acquisiti lungo il percorso della scorta. La protezione di Ranucci è stata rafforzata, con un’auto blindata.
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