Simbolo della ribellione ai francesi: alla scoperta del Wydad Casablanca, oggi rivale della Juve al Mondiale per Club
- Postato il 22 giugno 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Amore” o “affetto”. È il significato che racchiude il nome arabo “wydad”. E solo questo particolare basterebbe a comprendere l’importanza e la centralità nel mondo calcistico marocchino del Wydad Athletic Club, o più semplicemente Wydad Casablanca. La squadra contro cui la Juventus sarà chiamata a giocarsi il passaggio agli ottavi di finale nel girone G del Mondiale per Club. I bianconeri, dopo il 5-0 contro l’Al-Ain, oggi domenica 22 giugno a Filadelfia alle ore 18 italiane sfidano i marocchini: con una vittoria la Juve di Tudor sarebbe certa di un posto agli ottavi, in attesa dell’ultima sfida del gruppo contro il Manchester City.
Alla scoperta dei rivali della Juventus
Ma oltre ai vari significati delle parole, dietro al Wydad c’è molto altro. Intanto ci sono i numeri: ventidue campionati, 9 coppe del Marocco, 3 Champions League d’Africa (1992, 2017 e 2022), 1 Coppa delle Coppe d’Africa, 1 Supercoppa d’Africa, 1 Coppa dei Campioni afro-asiatico, 1 Champions League araba, 1 Supercoppa araba. Tradotto, il club più titolato del Marocco. Davanti agli storici rivali del Raja, con cui forma uno dei derby più emozionanti e seguiti del calcio africano. Fondato l’8 maggio 1937 durante la resistenza all’oppressione del protettorato francese, il Wydad vide sorgere la sezione calcistica solo due anni dopo, figlia della mente di alcuni intellettuali e nazionalisti marocchini. Il club era l’incarnazione della forza del popolo marocchino contro l’occupazione transalpina e nel 1956, dopo l’indipendenza, ricevette dal sultano Mohammed V la Carte de Résistant numero 1, diventando il primo club iscritto alla neonata Fédération Royale Marocaine de Football.
Una storia che affonda le radici nella tradizione marocchina, che parla di trionfi e primati importanti, ma che racconta anche di pagine meno semplici, come quelle delle ultime stagioni. Il Wydad non vince il campionato dal 2022 e il risultato più importante a livello internazionale è la semifinale di Champions League nel 2023. A questi va aggiunta anche la finale persa nel 2023 in African Football League contro i sudafricani del Mamelodi Sundowns. Un po’ poco per chi è abituato a primeggiare. E anche quest’anno le cose non sono andate bene: terzo posto nella Botola Pro (la Serie A marocchina) e zero titoli. Un periodo di appannamento che viene testimoniato anche dal via vai in panchina. Nelle ultime quattro stagioni sono stati ben quattro gli allenatori passati dallo stadio Mohamed V, circa 46mila spettatori a pochi passi del centro di Casablanca. L’ultimo cambio in panchina è roba recente: via Rhulani Mokwena, dentro l’ex-direttore sportivo Mohamed Amine Benhachem. Personalità di grande esperienza, una vita in Marocco.
Incertezze dal punto di vista tecnico, ma anche tanti cambiamenti nella rosa. I giocatori più talentuosi e interessanti sono il trequartista classe 2005 ex Fluminense Arthur Wenderroscky e il 2004 Pedrinho. L’esperienza è garantita dal fratello dell’ex Fiorentina Sofyan Amrabat, Nordin, 38 anni. Ma i veri pericoli sono d’avanti, con Mohamed Rayhi e Cassius Mailula, autori di 18 gol e 7 assist in totale quest’anno. In particolare il primo è cresciuto nelle vie di Eindhoven, in Olanda, ha 30 anni e un passato importante nella Eredivisie, dove nel 2108/19 ha messo pure a segno ben 13 reti con la maglia dello Sparta Rotterdam. Per lui anche quattro presenze e un gol con l’Under 21 olandese.
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