Sinner e il problema vescica: “Volevo allenarmi, ma Vagnozzi ha detto no. Il capo è lui”
- Postato il 27 agosto 2025
- Tennis
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
Un’ora e 37 minuti: tanto è durato l’esordio di Jannik Sinner agli Us Open 2025. Un test inaffidabile: troppa poco la resistenza offerta dal ceco Vit Kopriva, come dimostra l’eloquente punteggio finale: 6-1 6-1 6-2. A Sinner quindi è venuto naturale chiedere di potersi ancora allenare dopo il match: una richiesta usuale per il numero 1 al mondo, abituato a curare ogni dettaglio. Questa volta però coach Simone Vagnozzi ha risposto “no”. E ha ordinato il riposo. Come mai? La ragione, per ora non allarmante, è un problema alla mano destra: una vescica.
“Il capo è lui”. Così Sinner ha spiegato ironicamente perché a decidere è il suo allenatore. Poi ha specificato: “Vagnozzi guarda le partite, su certi aspetti ha una visione migliore rispetto a me che sono in campo”. E il coach ha ritenuto non necessario un allenamento: meglio riposare e non sollecitare la vescica coperta da un po’ di tape sull’indice. Sinner ha voluto subito chiarire: “La mano non sta male, solo una piccola vescica che mi viene sempre quando sto qualche giorno fermo”. Anche se durante il match contro Kopriva, comunque dominato, ogni tanto è sembrato che lamentasse un fastidio giocando il diritto.
Piccolo nei di un esordio perfetto, anzi fin troppo facile. “Credo di poter essere contento. È bello venire qua per l’ultimo slam dell’anno, ci sono grandi emozioni. Mi gioco tanto qua, cercherò di migliorarmi, di alzare il livello”, ha detto Sinner ai microfoni di Supertennis dopo la vittoria. Si gioca la conferma di campione a New York, il quinto titolo Slam in carriera e la difesa del numero 1 al mondo di fronte all’assalto di Carlos Alcaraz. Il prossimo ostacolo sarà già molto più delicato da maneggiare: l’australiano Alexei Popyrin, che al primo turno ha superato in tre set il finlandese Ruusuvuori.
L'articolo Sinner e il problema vescica: “Volevo allenarmi, ma Vagnozzi ha detto no. Il capo è lui” proviene da Il Fatto Quotidiano.