Sinner, il caso Davis lo allontana dall’Italia: la risposta di Jannik. La Cina lo accoglie: “Un killer a sangue freddo”

  • Postato il 23 ottobre 2025
  • Di Virgilio.it
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Nemo profeta in patria”: detto che nel caso di Jannik Sinner diventa quanto mai appropriato. La decisione del numero 1 del mondo di non rispondere alla convocazione per la prossima Coppa Davis ha sollevato un vespaio di polemiche forse senza precedenti per uno sport che non sia il calcio e che nascondono un risentimento di base.

L’assalto a Sinner

Gli italiani perdonano tutto ma non il successo”, una celebre citazione di Enzo Ferrari che torna di grande attualità anche nel caso di Jannik Sinner. La decisione del numero due del tennis mondiale di non prendere parte alla prossima edizione delle Finals di Coppa Davis che si terranno a Bologna ha sollevato un sipario su una questione che forse era facilmente intuibile ma che ora diventa chiara come la luce del sole. Il successo dell’altoatesino sembra non piacere a una fetta di italiani.

Le accuse sono sempre le stesse a cominciare dalle origini altoatesino e dal bilinguismo che per alcuni è un peccato originale. “E’ austriaco”, l’affermazione che molti hater muovono nei suoi confronti. Uno scarso attaccamento alla maglia azzurra, poco “feeling” con lo spirito dell’italiano vero fino ad arrivare alla sempreverde questione della residenza a Montecarlo (che vale per lui ma non per gli altri tennisti italiani che hanno fatto la stessa scelta).

Ma a dire il vero in passato, altri hanno sofferto lo stesso trattamento. Il bolognese Alberto Tomba è spesso finito nel mirino per il suo modo di fare un po’ guascone, il fenomeno Valentino Rossi è stato criticato per il suo essere troppo schietto di fronte alle telecamere, senza dimenticare gli assalti frontali a Federica Pellegrini per la sua riluttanza a piegarsi alle regole mediatiche che la volevano in un certo modo.

Le parole di Jannik

Sinner ha debuttato ieri a Vienna con una vittoria schiacciante contro il tedesco Altmaier. Il numero uno del mondo che in Austria è stato raggiunto dalla famiglia e dalla fidanzata Laila Hasanovic ha risposto alle voci sul suo conto con una prestzione dominante. E dopo il match ha messo fine alle polemiche sulla Davis: “Posso solo dire che accetto tutte le critiche, ho già detto tutto su questo tema e non ho nulla da aggiungere”. La sensazione è che il numero 2 del mondo, che pur riesce a essere spesso impermeabile a quanto avviene nei media, stavolta sembra essere stato colpito da quanto è stato detto e scritto.

La Cina pronta ad accoglierlo

Se l’Italia dimostra una severità, forse neanche inaspettata, per un quattro volte vincitore slam, la Cina è pronta ad accoglierlo a braccia aperta. Il recente vincitore di Pechino si è meritato un documentario interamente dedicato a lui intitolato: “The Rise of a New Tennis Era”: E’ l’assassino a sangue freddo del mondo del tennis. La sua percentuale di vittorie è simile a quella di Federer al top della sua carriera. A 20 anni ha già conquistato quello che molti giocatori possono solo sognare in una carriera intera. Ha rilevato al mondo un nuovo eroe che sta definendo una nuova era del tennis a modo suo”.

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Virgilio.it

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