Sinner parla di moda in campo: “Mi piacciono i completini neri di Musetti e De Minaur”.

  • Postato il 13 novembre 2025
  • Di Panorama
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“Mi piacciono molto i completini di Musetti e De Minaur, tutti neri sono sempre molto belli. Quanto ai miei, i colori li ho scelti come faccio sempre a fine stagione per quella successiva, insieme a Nike, che sta facendo un ottimo lavoro, perché sono molto tranquilli. Alla fine che posso dire: mi vesto”. Jannik Sinner ha risposto così alla nostra domanda sulle sue scelte cromatiche e su quelli che considera i giocatori più eleganti delle ATP Finals, dove si è presentato con un completo granata che magari ha fatto storcere il naso a una parte del pubblico torinese (ma non torinista), ed è lo stesso che indossava per le vittorie di Vienna e Parigi, mentre quello blu notte che aveva messo alle Six King Finals e al torneo di Shanghai non gli aveva portato altrettanto bene. Niente scaramanzia o preferenze però, come invece Novak Djokovic che qualche tempo fa aveva dichiarato a Life Beyond Sport: “Psicologicamente il colore di ciò che indosso è molto importante e cerco sempre di scegliere quello più vicino alla tonalità del campo. Il tennis è uno sport dinamico e veloce: tutto accade in un batter d’occhio, quindi devi sentirti parte di ciò che ti circonda. Ciò che indosso in campo è importante per me: cambia il modo in cui mi sento e l’energia che mi circonda”. 

Quando il completo diventa business

Oggi più che mai i campionissimi si vestono come sponsor comanda, esprimendo preferenze in una rosa di possibilità offerte loro, che tengono certo anche conto dei mercati di riferimento in cui si giocherà il torneo dove verranno indossate le divise cambiate durante l’anno. Perché i “completini” da gara, come li chiama Jannik, sono quelli che poi i tifosi vogliono acquistare: la sua t-shirt e gli short del torneo, sponsorizzati Nike, sono disponibili in vendita ciascuno al prezzo di 59,99 euro.

I look delle Atp Finals

Ma come si vestono i giocatori che aspirano a vincere il torneo dei maestri? Anche se vale per tutti la regola che è lo sponsor a pagare e indirizzare le scelte, queste rivelano quanto meno la personalità di chi decide di indossare quegli abiti. Così se Sinner, anche nelle sue parole, rivela di vestirsi con una certa sobrietà, come se impugnare la racchetta per lui equivalesse ad andare a lavorare in banca, Carlos Alcaraz, che è sponsorizzato sempre Nike, scende in campo come se a fine partita lo aspettasse una notte in discoteca a Ibiza: a Torino ha sfoggiato una maglietta gialla lisergica abbinata a un pantaloncino verde tendente alla tonalità militare, quasi dovesse ricordare a se stesso che va bene essere esuberanti in campo (e fuori), ma bisogna anche ricordarsi che c’è bisogno di quella disciplina e concentrazione che talvolta gli difetta e lo fa perdere al primo turno contro avversari nettamente inferiori. Almeno il suo completo è allegro, piacevole, con uno short a mezza gamba, distante anni luce dal pigiamone grigio con inserti beige preparato da Hugo BOSS per l’americano Taylor Fritz: quei pantaloncini larghi e lunghi, sul fisico dinoccolato del lungagnone di Rancho Santa Fe, sono tra le cose più anonime viste di recente, e fanno tanto “oddio che sonno, per riprendermi devo farmi un caffé!”.  

Total black

E i preferiti di Jannik, ovvero Lorenzo Musetti e Alex De Minaur? Quando hanno giocato uno contro l’altro, se ne sono accorti tutti: il completino nero, con effetto maculato finta pelle, è identico, sponsorizzato Asics. Tanto che, a vederli dai posti più distanti dell’Inalpi Arena, molti avrebbero potuto confonderli (corporatura e altezza simili), se non fosse stato per il rovescio a una mano di Lorenzo così diverso da quello del tennista australiano e di chiunque altro, e per il fatto che De Minaur indossava il cappellino. Il total black, si sa, non stona mai, ma immaginate se andaste all’evento di gala più importante dell’anno e trovaste uno vestito in maniera identica a voi: disastro! Sul nero ma senza fronzoli, targato Adidas, si è orientato anche Alexander Zverev, forse per farsi perdonare l’audacia del passato, quando aveva deliziato il pubblico con curiosi accostamenti di colore, come una maglietta bianca e arancione sfoggiata l’anno scorso al Roland Garros, ed una bianca a righine verticali blu scure molto anni ‘80 sfoggiata agli US Open del 2017.

Tamarraggine e classe

A portare un po’ di tamarraggine sul central court di Torino ci ha pensato invece Ben Shelton, con un completo tra il grigio chiaro e il lilla tenue sponsorizzato ON, in cui spicca la canotta totalmente sbracciata, che fa tanto Spring Breakers di Harmony Korine, lasciando ben in vista bicipiti e spalle del campione di Atlanta per il sommo gaudio delle (tele)spettatrici. Ultimo ma non ultimo il canadese Felix Auger-Aliassime, che per movenze, armonia del corpo ed eleganza, ci è parso l’unico degli otto che non sfigurerebbe sulla passerella di una sfilata di moda: il suo completo Adidas color viola scuro ci è sembrato l’accostamento migliore possibile con l’incarnato bronzeo. Un risultato armonioso anche grazie a linee né troppo morbide né troppo attillate, tali da farlo sembrare uno che, appena finita la partita di tennis, potrebbe tranquillamente bere un aperitivo a bordo piscina senza cambiarsi d’abito.

Autore
Panorama

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