“Sinner ‘tedesco’? Lo dicevano anche a me. A casa parlo il mio dialetto, ma penso sia lo stesso per un napoletano”: parla Klaus Dibiasi

  • Postato il 23 ottobre 2025
  • Tennis
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Io ero così contento di tornare a casa e parlare il mio dialetto! Ma penso sia lo stesso per un napoletano, quando parla dialetto stretto anche quella è un’altra lingua, ma non mi pare che qualcuno dica che un napoletano non è italiano”. In difesa di Jannik Sinner è arrivato Klaus Dibiasi, un altro atleta altoatesino che ha fatto la storia dello sport italiano, ma nei tuffi. Sinner è da sempre al centro delle polemiche in Italia, ma in questo periodo ancora di più dopo la sua rinuncia alla Coppa Davis. Dibiasi, oro in tre Olimpiadi consecutive nei tuffi dalla piattaforma (primato assoluto per lo sport italiano), ha parlato di lui nel corso di un’intervista a La Gazzetta dello Sport.

“È molto simile a me. Anzi, in certe cose è anche migliore. Lo ammiro moltissimo per il suo carattere, anche nelle situazioni difficili. Alla squalifica per doping, ad esempio, ha reagito in modo pacato, io mi sarei arrabbiato molto di più! Poi viene da un paesino dell’Alto Adige, come me che venivo da Bolzano, e in lui rivedo quella mia stessa voglia di arrivare a tutto il resto d’Italia”, ha spiegato Dibiasi.

E a proposito della sua decisione di non giocare in Coppa Davis dopo averne vinte due consecutive, Dibiasi ha dichiarato: “Questo ragazzo poi avrà anche una vita privata, se ogni tanto torna a casa non possiamo massacrarlo. Sono cose che vanno comprese, chi lo critica oggi mi sembra non sia molto informato”.

Una scelta – quella di Sinner – che è diventata un pretesto per tirare fuori le solite frasi che ormai ricorrono frequentemente nella sua vita. Tra le più “usate” impropriamente c’è il classico “è tedesco, non tiene all’Italia”, rilanciato da Bruno Vespa negli ultimi giorni. Dibiasi risponde così: “Le solite polemiche stupide. Pure io le ho subite ai miei tempi, ma devo confessare che non ci ho mai sofferto. Che Jannik parli anche tedesco mi pare un vantaggio, non può essere un difetto”.

Poi conclude con un paragone con Napoli e i napoletani: “C’è una ragione storica del perché in Alto Adige è molto diffuso il tedesco, parliamo della storia del nostro Paese, l’Italia, andrebbe studiata meglio. Io ero così contento di tornare a casa e parlare il mio dialetto! Ma penso sia lo stesso per un napoletano, quando parla dialetto stretto anche quella è un’altra lingua, ma non mi pare che qualcuno dica che un napoletano non è italiano”.

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