“Sinner torna più forte e può fare subito il Grande Slam”
- Postato il 6 maggio 2025
- Di Panorama
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Il tempo dell’attesa è finito. Jannik Sinner è tornato ed è pronto a riprendersi quello che per tre mesi non è stato suo: non il primato nel ranking mondiale, che nessuno degli avversari è riuscito nemmeno a mettere in discussione, ma la centralità nel tennis. Che il rientro dopo la vicenda della contaminazione con il Clostebol avvenga a Roma, davanti al suo pubblico e in un torneo mai conquistato, aggiunge sapore a un piatto già ricco. Che Jannik troveremo? Quali tempi e obiettivi si deve dare? Panorama.it lo ha chiesto alla grande ex azzurra Raffaella Reggi, ora commentatrice dei tornei trasmessi in esclusiva da Sky Sport.
La risposta è sorprendente, perché disegna una seconda metà di stagione in cui Sinner può puntare a tutto. Già a Roma, ma allungando la visuale oltre l’appuntamento degli Internazionali d’Italia, mettendo nel mirino il Grande Slam che fino a pochi anni fa non era nemmeno ipotizzabile per un tennista italiano. L’esplosione dell’altoatesino ha fatto cadere ogni tabù. Archiviata la storia del Clostebol è tempo di riannodare il filo con il corso degli eventi.
Raffaella, torna Sinner: cosa cambia rispetto a quello che abbiamo vissuto finora?
“Sicuramente avrà tutti gli occhi addosso, rientra dopo tre mesi di sospensione e ci saranno pro e contro. Vantaggi, perché tonerà davanti al suo pubblico e questo gli darà una carica in più, dubbi perché bisognerà capire le sue condizioni atletiche e non solo, dopo tre mesi fermo. Intendo l’abitudine di giocare le partite, per quello ci vorrà sicuramente un po’ di tempo”.
Avrà un rientro che non sarà morbido nel circuito
“Il sorteggio gli ha consegnato un paio di turni non impossibili. Se in grana quei due turni lì secondo me poi può andare abbastanza tranquillo. Deve scollinare le prime partite, poi è tutto in discesa. Non sarà facile perché la disabitudine di giocare è proprio un discorso che ha ripercussioni dal punto di vista psicologico, non solo tecnico o fisico”.
Per tre mesi abbiamo letto che potersi fermare rappresentava anche una specie di privilegio in un mondo in cui i migliori non riposano mai. Sarà così?
“La fase di ritorno alla realtà competitiva non è semplice. Sicuramente si è potuto concentrare per tre mesi su se stesso, anche se immagino che la sua preparazione atletica non sia stata sempre intensa. Però ha potuto anche stare a casa un po’ e ha capito che c’è qualcosa oltre al tennis. L’ha vissuta come in una bolla con la famiglia, gli amici, riuscendo anche a distogliere il pensiero dal tennis e provando esperienza diverse. Lo abbiamo seguito sui social: la bicicletta, il go-kart, provare cose che mai poi mai ti avreste avuto l’opportunità e l’occasione di fare durante tornei e allenamenti”.
Che obiettivo deve darsi?
“lo lo dico senza grandi problemi: quest’anno può fare il Grande Slam visto anche che gli avversari non sono riusciti ad approfittare di questi tre mesi e che Jannik ha potuto concentrarsi al massimo sulla preparazione fisica per la terra battuta che al meglio dei cinque set è molto dispendiosa”.
Perché gli altri si sono squagliati senza di lui?
“Zeverev ha pagato la sconfitta nella finale degli Australian Open che lui era assolutamente convinto di poter portare a casa. Ne è uscito con le ossa rotte e poi non si è programmato nel migliore dei modi andando in Sudamerica dove c’è una terra rossa diversa da quella europea. Un contesto anche psicologicamente difficile che non lo ha favorito. Alcaraz, invece, ci ha fatto capire un po’ meglio qual è il suo modo di vivere il tennis: lui vuole fare le cose alla sua maniera, staccare quando c’è da staccare e non restare sempre e comunque concentrato su racchetta e pallina. E’ un ragazzo giovane e ha diritto di fare questa scelta, di dire che il tennis è importante ma non è tutto nella sua vita”.
E’ stato criticato per questo suo approccio…
“Ferrero è andato giù diretto nel commentarlo, dicendo che se questo è il suo modo di ragionare non diventerà mai uno dei migliori di sempre. Però bisogna ricordarsi che alla sua età ha già portato a casa quattro Slam e va rispettato anche se non ha la stessa forza mentale di Sinner nei momenti importanti della partita. Carlos a volte nei momenti chiave vuole la giocate a spettacolare piuttosto che andare più di concretezza, però io non me lo sento proprio di puntare il dito contro di lui”.
A Roma arriviamo con anche Lorenzo Musetti nella Top10.
“Già due anni fa ho detto che il ragazzo aveva possibilità di arrivare nei primi dieci e sono contenta che ci sia ci sia arrivato con un percorso non facile. Non è semplice diventare papà così presto, ha dovuto un attimo in cui ha dovuto provare a trovare un equilibrio fuori dal campo e adesso lo vedo un pochino più maturo anche su quello che fa vedere quando gioca, sulle scelte su come stare in campo”.
Roma è un torneo storicamente non favorevole per gli italiani. Ultimo successo nel 1976 con Panatta. Perché?
“Roma è un torneo particolare, c’è una componente psicologica pesante. Non vinciamo da quasi mezzo secolo? Sarebbe ora no…. Lo si diceva anche della Coppa Davis e ce l’abbiamo fatta. I presupposti ci sono tutti e se non succede già quest’anno magari c’è l’opportunità nei prossimi”.
Sinner avrà più che mai gli occhi di tutti puntati addosso. Può essere una difficoltà?
“Lui è sempre stato molto bravo con anche il suo team a rimanere in una bolla, però a Roma è tutto molto amplificato perché perché ci sono anche appuntamenti cui sei obbligato per sponsor o altro. Quelli che lavorano con lui sono sempre stati capaci di riuscire anche a metterlo nelle condizioni di non trovarsi un fardello pesante sulle spalle rappresentano dalla pressione delle aspettative”.
A Roma abbracciamo anche la scelta di Tayra Grant di giocare per l’Italia. Come la giudichi?
“Sono assolutamente curiosa di poterla vedere giocare anche perché anni fa ricordo che Piatti, parlandomene, mi disse che doveva farmi vedere una ragazzina che si allenava da lui a Bordighera. é seguita da Eduardo Artaldi come manager, lo stesso di Musetti e Berrettini, e anche lui mi ha chiesto un parere. Non vedo l’ora di assistere a un suo match dal vivo, mi dicono sia dotata di grande fisicità”.
Che abbia scelto l’Italia significa che oggi siamo la nazione guida nel tennis, anche se forse questa conferma non era necessaria?
“Nelle donne ce n’è bisogno perché (13:52) secondo me c’è un di dico così diverso livello rispetto a quello che è stato fatto negli anni per gli uomini. Quando abbiamo avuto l’epoca di Schiavone, Pennetta, Vinci ed Errani era il momento di spingere sull’acceleratore nel cercare di far crescere il movimento dietro a quelle ragazze, dare una spinta diversa. Spero si riesca a fare oggi e la scelta della Grant fa bene a tutto il gruppo anche delle più giovani”.
Raffaella Reggi è uno dei volti e delle voci della squadra tennis di Sky Sport che in questa primavera 2025 avvia una stagione di grandi esclusive dedicate alle racchette, partendo dagli Internazionali d’Italia (coperti con 13 giorni live per seguire tutto e non solo il ritorno in campo di Sinner). In palinsesto su Sky e in streaming su Now oltre 90 competizioni di ogni tipo per oltre 6.000 ore di diretta: a luglio il mitico Wimbledon, in esclusiva, e gli US Open in estate, oltre a una serie di ben 42 tornei. Novità dei prossimi mesi la produzione originale in dieci episodi dal titolo Tennis Heroes, con protagonista la coppia formata da Adriano Panatta e Paolo Bertolucci: ai due ex campioni azzurri sarà affidato il compito di ritrarre i grandi protagonisti del tennis di ieri e di oggi.