Skymetro, Salis corre ai ripari: “Accelerata sul progetto non condivisa, incontrerò i dirigenti”
- Postato il 6 giugno 2025
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- Di Genova24
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Genova. Il blitz del project manager Emanuele Scarlatti sul progetto dello Skymetro, mirato ad accelerare i tempi per l’approvazione definitiva, non è piaciuto alla sindaca Silvia Salis: “Ho chiesto proprio stamattina un incontro col dirigente di riferimento perché chiaramente questa accelerazione doveva essere condivisa – ha spiegato oggi a margine della presentazione dei campionati europei di scherma -. I tempi sono cambiati velocemente, forse è bene che tutti abbiano il tempo di rendersene conto e anche per questo è importante incontrare tutti i dirigenti”.
L’ingegnere, nominato dalla giunta Bucci a gennaio 2023 e retribuito con più di 100mila euro lordi dall’anno, ha rinunciato ai 15 giorni previsti dalla normativa per inviare le proprie controdeduzioni nell’ambito della Via regionale. Un atto inconsueto, spiegato proprio con “motivi di celerità“, con l’obiettivo implicito di chiudere il prima possibile la conferenza dei servizi e rendere il progetto tecnicamente pronto alla gara d’appalto nonostante la posizione contraria espressa chiaramente dalla nuova maggioranza in Comune.
E così, oltre che dal comitato del no, iniziano ad arrivare pressioni dall’interno della coalizione. “Oggi più che mai serve un atto formale chiaro da parte della nuova amministrazione per fermare l’iter prima che diventi irrevocabile – scrivono in una nota i rappresentanti di Linea Condivisa Gianni Pastorino (consigliere regionale), Filippo Bruzzone, Erika Venturini e Gabriele Ruocco (tutti eletti nella Lista Salis) -. Se la conferenza dei servizi si chiudesse nei prossimi giorni e la procedura di Via ottenesse esito positivo, ogni possibilità di ripensare l’opera verrebbe di fatto compromessa. La proroga di sei mesi che la sindaca intende chiedere al ministero delle Infrastrutture per valutare un’alternativa concreta non reggerebbe più di fronte a un progetto già approvato in via definitiva. Chiediamo alla sindaca Salis di intervenire al più presto con gli atti necessari a bloccare questa accelerazione e di aprire un tavolo con il ministero per negoziare tempi e risorse, prima che sia troppo tardi”.
La mossa degli uffici di Tursi, tuona l’associazione, è “un gesto grave, inopportuno e politicamente scorretto che suona come una forzatura in piena transizione amministrativa. Un blitz tecnico che rischia di svuotare di significato la volontà politica espressa dalle urne. Una scelta che dimostra l’incapacità di accettare il confronto democratico e il cambiamento, un riflesso tipico di chi non sa perdere. Il paradosso è evidente: un’opera che dovrebbe cambiare il volto della Val Bisagno viene blindata da un atto unilaterale, nel momento esatto in cui un’intera città ha scelto un nuovo corso. È inaccettabile che una decisione così impattante prosegua senza il necessario confronto politico e istituzionale”.
Ma alla domanda precisa se il Comune agirà formalmente per bloccare la conferenza dei servizi Salis ha risposto glissando: “La nostra idea sullo Skymetro è molto chiara. Io voglio parlare col ministero e voglio avere uno spazio di trattativa, per cui incontrerò il dirigente di riferimento e ne avrete presto notizie”.
Nell’intervista a Genova24 pochi giorni dopo il voto Salis aveva preannunciato l’intenzione di chiedere una proroga di sei mesi per aver modo di studiare un progetto alternativo e non perdere il finanziamento da 398 milioni concesso dal Mit nel 2022. Finora, però, l’atteggiamento del ministero – e in particolare del viceministro Edoardo Rixi – non è stato incline al dialogo, nemmeno sulla dilazione delle scadenze, che oggi imporrebbero di sottoscrivere il contratto con l’appaltatore entro il 31 dicembre 2025. L’ipotesi è che il braccio di ferro possa giocarsi anche a livello nazionale, magari con la presentazione di un emendamento al decreto Infrastrutture: se la Camera lo ritenesse ammissibile – è la tesi di alcuni esponenti del centrosinistra – il Governo finirebbe alle strette, dovendo motivare il diniego con ragioni politiche.
Se invece Salis e la sua futura squadra riusciranno a negoziare con Roma, l’idea che starebbe emergendo è quella di coinvolgere l’Università di Genova in uno studio con esperti di ingegneria idraulica che possano individuare i margini di manovra sul Bisagno una volta che sarà in funzione lo scolmatore. La suggestione, come ammesso dalla stessa sindaca, è la possibilità di “allargarsi sul torrente” per ampliare in qualche modo la sede stradale e ricavare lo spazio per un sistema di trasporto su ferro non più sopraelevato, ma a raso. Che tuttavia, per superare la rottura di carico del progetto Skymetro attuale, dovrebbe prevedere in ogni caso un prolungamento della metropolitana esistente, con le stesse complicazioni che hanno frenato le ambizioni della giunta Bucci-Piciocchi. Altre componenti, in primis il comitato Opposizione Skymetro-Valbisagno Sostenibile, spingono invece per il tram, peraltro già scelto a valle del percorso partecipato del 2011.
Resta un mistero, intanto, il contenuto dettagliato del parere positivo del Consiglio superiore dei lavori pubblici, annunciato a ridosso del voto dopo mesi di rinvii al mittente e interlocuzioni. È pressoché scontato che il documento contenga alcune prescrizioni sulla realizzazione dell’opera, ma il testo finora non è mai stato reso pubblico.