Sorpresa al vertice Nato, la Spagna esentata dal 5% di Pil in armi
- Postato il 24 giugno 2025
- Di Panorama
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Comincerà con una cena di gala offerta dal re olandese Guglielmo-Alessandro il vertice della Nato nei Paesi Bassi. Il programma dell’incontro, che si svolge nella città dell’Aia, era stato notevolmente snellito nei giorni scorsi, verosimilmente per evitare il ripetersi della prematura dipartita di Donald Trump, come avvenuto nello scorso vertice del G7, un ricordo evidentemente ancora molto vivo.
Le nodo sulle spese per la Difesa
Il vertice avrà un solo focus principale, l’aumento delle spese militari e per la Difesa. In particolare, l’obiettivo che gli Stati Uniti e il Segretario generale della Nato Mark Rutte si erano prefissati è quello del 5% del Pil, che ciascun Paese membro dovrebbe raggiungere entro il 2035.
Per superare le forti riserve arrivate da più parti, Italia compresa, si è fatto leva sulla scomposizione di tale spesa. Il 3,5% del Pil sarà investito in spese militari vere e proprie, il restante 1,5% riguarderà invece settori critici legati al settore Difesa, come cybersecurity, capacità industriali e infrastrutture.
Sembrerebbe essersi risolto anche il nodo legato alla Spagna. Nei giorni scorsi, infatti, il premier spagnolo Pedro Sanchez era insorto contro la cifra di spesa in Difesa proposta, giudicandola «sproporzionata» e ritenendola incompatibile con il mantenimento del welfare nazionale, nonché potenzialmente dannosa per la stabilità economica del paese.
Per non far fallire il vertice ancor prima che avesse inizio, è stata trovata una soluzione di compromesso. Oltre alla già citata suddivisione fra 3,5 in spese prettamente militari e 1,5 in settori collegati, in una lettera indirizzata al premier spagnolo il Segretario della Nato accorda a Sanchez «la flessibilità per determinare il proprio percorso sovrano per raggiungere gli obiettivi di capacità: capisco che la Spagna è convinta di poter raggiungere i target con una traiettoria inferiore al 5%». Rutte ha poi precisato in una successiva conferenza stampa: «Madrid ha concordato i target di capacità, crede di poter raggiungere gli obiettivi col 2% mentre noi reputiamo servirà il 3,5%: si vedrà nel quadro della revisione del 2029».
Cosa significa per l’Italia
Non è quindi da escludere che altri Paesi sfruttino il “precedente Spagna” per evitare di raggiungere la percentuale di spesa richiesta dell’Alleanza Atlantica. Questo sarebbe vero soprattutto per i Paesi ad alto debito e con poca flessibilità di spesa, come l’Italia. Se è vero che la Commissione non aprirà procedure d’infrazione per quei Paesi che sforeranno i limiti di spesa del Patto di stabilità, al momento l’Italia si trova già attenzionata per sforamenti dei limiti di deficit di bilancio.
Pertanto, finché il deficit non scenderà al di sotto del 3%, le regole prevedono che la Commissione non possa chiudere la procedura. Non sono previste eccezioni. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha ribadito che l’Italia «si impegna a uscire tempestivamente dalla procedura», ma ha anche sottolineato che, in queste condizioni, «aderire alla richiesta di aumentare le spese per la Difesa renderebbe impossibile, in modo permanente, il nostro ritorno alla normalità contabile».
D’altra parte pare che altri Paesi abbiano già espresso la loro intenzione di non aderire al 5% di spesa e di concentrarsi invece sugli “obiettivi militari” da raggiungere. Fra essi la Slovacchia, con il Primo ministro Robert Fico che si è subito allineato a questa nuova interpretazione affermando: «Per raggiungere gli obiettivi della Nato entro il 2035 siamo in grado di rispettare gli impegni senza dover necessariamente aumentare in modo significativo la spesa per la Difesa fino al 5% del Pil».
Il vertice dovrà insomma fare chiarezza su questo piccolo ma importantissimo dettaglio.
Domani pomeriggio l’incontro Trump-Zelensky
Non poteva certo mancare il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che d’altra parte deve rifarsi del fiasco del G7, dove al suo arrivo in Canada il Presidente americano Donald Trump era già rientrato a Washington a causa della crisi tra Israele e Iran, annullando quindi il bilaterale concordato tra i due.
Zelensky è già arrivato all’Aia, dove parteciperà alla cena di gala data dal Re Guglielmo-Alessandro. Anche se il giorno successivo il Presidente ucraino non parteciperà al vertice vero e proprio, secondo fonti di Kiev è previsto per domani pomeriggio un incontro con il Presidente americano.
Anche Zelensky ha confermato la cosa, annunciando a Sky News: «Sì, andrò [a incontrare Trump]. Non so come andrà, lo dico francamente. Le nostre delegazioni ci stanno lavorando. Ma sì, ci incontreremo». I temi che Zelensky vorrà affrontare sono i soliti, come annunciato dallo stesso Presidente ucraino al suo arrivo all’Aia: «Abbiamo bisogno della difesa aerea, di cooproduzione nel settore della difesa e grande sostegno sul fronte degli aiuti militari», oltre naturalmente a maggiori sanzioni alla Russia.
Stasera dunque il via al vertice Nato, che tuttavia non vedrà la partecipazione dei Primi ministri di Giappone e Australia, così come non presenzierà nemmeno il Presidente sudcoreano. Per la prima volta dal 2022 (anno dell’invasione russa dell’Ucraina) i leader di questi tre Paesi, così legati alla Nato e all’America, non parteciperanno al summit annuale dell’Alleanza Atlantica.