Spagna, carcere per l’ex numero 3 del Partito socialista. Centrodestra all’attacco di Sànchez: “Deve dimettersi”

  • Postato il 30 giugno 2025
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Diventa ancora più fosco l’orizzonte del governo di Pedro Sànchez in Spagna. E’ stato chiesto il carcere per Santos Cerdan, ex responsabile organizzativo e nei fatti numero 3 del Partito socialista, indagato per associazione a delinquere, presunta corruzione e traffico di influenze. La custodia cautelare era stata richiesta dalla Procura Anticorruzione e dalle parti che hanno presentato le denunce. E’ una ulteriore svolta nell’inchiesta che ha travolto, oltre a Cerdan, anche l’ex ministro dei Trasporti Josè Luis Abalos (nell’esecutivo di Sànchez fino al 2021) e che giocoforza segna una spinta alle polemiche politiche – già infuocate – di queste settimane, con le proteste delle opposizioni di destra e centrodestra e l’imbarazzo delle forze di sinistra della maggioranza. Il premier risponde a viso aperto ai cronisti che lo incalzano: “Il Partito socialista ha agito con fermezza dal primo momento. Sono state assunte responsabilità e Santos Cerdán è stato estromesso dal Psoe”. Una quindicina di giorni fa Cerdan aveva dato le dimissioni sia da dirigente del partito sia da deputato.

L’inchiesta per corruzione ha scalato un gradino dopo l’altro l’organigramma del Psoe. Va sotto il nome di “Caso Koldo” perché partita dal consulente dell’ex ministro Abalos, Koldo García Izaguirre. Secondo il quadro accusatorio composto dagli investigatori Cerdan sarebbe stato l’intermediario delle mazzette a favore di Abalos e Koldo Garcia. Le nomine di Cerdan e Abalos nel partito furono volute negli anni passati proprio da Sànchez, mentre Cerdan fu una pedina fondamentale nelle trattative tra i partiti di centrosinistra e alcuni partiti indipendentisti dei Paesi Baschi (Pnv e Eh Bildu) e della Catalogna (Junts) fondamentali per far partire un governo senza una maggioranza chiara dopo le elezioni politiche del 2023.

Oggi Cerdan è comparso davanti al giudice istruttore Leopoldo Puente per l’interrogatorio, durato un’ora e mezza, nel quale ha risposto alle sole domande della difesa. Ha negato tutte le accuse di dazioni di denaro emerse – secondo i pm – da audio di conversazioni tra lui, Abalos e l’ex faccendiere e consigliere di Abalos, Koldo Garcia. Quei dialoghi sono contenuti in un rapporto dell’Unità centrale operativa della Guardia Civile. Le presunte tangenti per circa 620mila euro, secondo l’accusa, risalgono al periodo in cui Abalos era ministro, tra il 2018 e il 2021. Il giudice, però, secondo quanto scrive El Paìs, stima che il “bottino” ricavato dalla manipolazione dei contratti possa superare i cinque milioni di euro e che “altre persone” potrebbero averne tratto profitto. L’ipotesi, più precisamente, è che la contropartita in denaro per l’assegnazione dei lavori era calcolata sull’uno per cento del valore del contratto.

Secondo fonti giudiziarie citate dall’agenzia di stampa Efe, Cerdan ha attribuito le accuse a una “persecuzione” delle opposizioni politiche al governo progressista, dovuta al suo ruolo di negoziatore con gli indipendentisti. Cerdan ha affermato che la prossima vittima di questa “caccia” sarà il ministro di Presidenza, Giustizia e Rapporti con il Parlamento, Félix Bolaños García, già indagato per falsa testimonianza in un altro processo che riguarda un’accusa di presunte irregolarità professionali di Begoña Gómez, moglie del premier Sánchez.

L’opposizione si scatena, comprensibilmente: il leader del Partito popolare Alberto Núñez Feijóo è tornato a chiedere le dimissioni del capo del governo e le elezioni anticipate. “La persona che Sanchez ha personalmente confermato come suo numero 2 sei mesi fa andrà oggi in prigione senza cauzione, con le accuse, tra le altre, di organizzazione criminale e corruzione. Se questo non merita dimissioni ed elezioni è perché manca qualsiasi senso della realtà“. Feijóo si riferisce a Cerdan come numero 2 e non numero 3 del Psoe anche se la funzione di numero 2 è in capo a Maria Jesus Montero, che è vice segretaria del Psoe e vicepremier, ma è evidente che in questo scenario poco importa.

Sànchez continua a rifiutarsi di chiamare le elezioni anticipate, da settimane promette trasparenza e collaborazione con l’autorità giudiziaria. Concetto che oggi ribadisce: “Adesso è il momento della giustizia, che deve determinare le responsabilità nel caso di Santos Cerdán. Pertanto, massima collaborazione con la giustizia e rispetto per il suo lavoro”. “Ma dal punto di vista politico, credo ci sia una posizione molto diversa da parte del partito che io guido rispetto ad altre organizzazioni politiche che non assumono nessun tipo di responsabilità”. ha aggiunto il leader socialista, nel prendere le distanze dagli scandali che hanno in passato coinvolto il Partito Popolare.
Il Psoe terrà sabato un Comitato esecutivo nazionale a Madrid per rigenerare la direzione politica del Partito.

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Nella foto in alto | Da sinistra Koldo García Izaguirre, Santos Cerdan e l’ex ministro Josè Luis Abalos

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