“Spalletti viveva col terrore che qualcuno parlasse male di lui. Quando ti prende di mira è finita”: il racconto di Miranda

  • Postato il 26 novembre 2025
  • Calcio
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Come allenatore niente da dire: un vincente. Ma come uomo… lasciamo stare”. Così un duro Joao Miranda a La Gazzetta dello Sport nel corso di un’intervista a poche ore da Atletico Madrid-Inter. Il difensore brasiliano ha giocato sia con il Colchoneros tra il 2011 e il 2015 – sfiorando nel 2014 anche un trionfo in Champions League sfuggito al 93esimo con la rete di Sergio Ramos – sia con l’Inter tra il 2015 e il 2019. Un’esperienza – quella in nerazzurro – che ha definito come “positiva” e “bellissima”, ma non con Luciano Spalletti.

A una domanda sul suo rendimento in nerazzurro, Miranda ha risposto così: “Ma in generale penso che avrei potuto dare di più. Con Mancini, De Boer e Pioli ero titolare, poi è arrivato Spalletti. Uno che ha imposto la paura”. E da lì Miranda ha sparato a zero sul suo ex allenatore, oggi alla Juventus. “Come allenatore niente da dire: un vincente. Ha riportato l’Inter in Champions e ha gettato le basi per il futuro, ma come uomo… lasciamo stare. Il peggior allenatore avuto in Italia in tal senso”, ha detto Miranda senza giri di parole.

“Viveva col terrore che qualcuno parlasse male di lui. Se ci fa caso sono pochi i calciatori ad aver avuto buoni rapporti con lui – ha proseguito il difensore brasiliano -. Litigammo per questioni di campo. Non ama chi gli si mette contro e ha opinioni diverse. Dopo quel diverbio, successo nel mio ultimo anno all’Inter, ho iniziato a giocare sempre meno. Mi schierava una volta sì e un’altra no”.

Miranda ha poi concluso ancora con parole poco carine nei confronti dell’attuale tecnico della Juventus: “Lui è così: non credo pensi totalmente alla squadra. Quando ti prende di mira è finita“, ha concluso il centrale che in nerazzurro ha collezionato 109 presenze e una sola rete. Parole forti e un attacco diretto da parte di Miranda, che risalta maggiormente se paragonate a quelle per gli altri allenatori: il difensore ha infatti definito Mancini come un “gentleman”, mentre De Boer “non è stato capito”.

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Il Fatto Quotidiano

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