SPID a pagamento, si no… forse. Ecco cosa cambia per l’identità digitale

  • Postato il 8 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Lo SPID è salvo, per altri cinque anni. Sono state rinnovate, all’ultimo minuto, le convenzioni tra governo e gestori, con alcuni impegni per farlo evolvere. Continuerà dunque ad accompagnarci nella vita digitale quotidiana, almeno per ora. Ma il passaggio sempre più a pagamento è dietro l’angolo

Spid salvo: convenzioni firmate per altri 5 anni

L’accordo tra Assocertificatori (che riunisce i principali gestori come Poste, Aruba e Infocert), l’Agenzia per l’Italia Digitale e il Dipartimento per la Trasformazione Digitale è arrivato quando ormai il conto alla rovescia era quasi scaduto. Senza una firma, lo SPID avrebbe potuto spegnersi definitivamente già il 9 ottobre, lasciando milioni di cittadini senza accesso ai servizi digitali della Pubblica Amministrazione. L’intesa, firmata in extremis, garantisce il servizio, per almeno altri cinque anni. Il Governo ha sbloccato 40 milioni di euro previsti da un decreto del 2023 per sostenere i costi di gestione, ma i gestori chiedono fondi stabili per mantenere e aggiornare un sistema che oggi supporta più di 41 milioni di identità digitali e oltre 1,2 miliardi di accessi annuali. L’intesa prevede anche un tavolo permanente per trovare nuove misure sulla sicurezza. Tra le novità in arrivo ci sarà uno strumento per permettere a ognuno di verificare gli SPID attivi associati al proprio codice fiscale. E il rinnovo delle convenzioni prevede anche l’obiettivo di estendere lo SPID a professionisti e persone giuridiche.

SPID: da servizio gratuito al servizio a pagamento

SPID salvo, dunque, ma seppur nato come strumento gratuito per semplificare l’accesso ai servizi pubblici, potrebbe presto diventare a pagamento. Alcuni gestori, come Aruba, Infocert e Register.it, hanno già introdotto tariffe per i nuovi utenti. Poste Italiane, il principale fornitore, continua a garantire la gratuità, ma secondo indiscrezioni anche l’azienda pubblica starebbe valutando l’introduzione di un piccolo costo annuale, intorno ai cinque euro. Il rischio, dunque, è che lo SPID si trasformi da servizio pubblico accessibile a tutti in una sorta di abbonamento digitale necessario per continuare a interagire con la burocrazia online. La sostenibilità economica resta un nodo cruciale: l’operatività del sistema richiede risorse continue, sia per la sicurezza dei dati sia per l’integrazione con i nuovi servizi europei. Una questione che riguarda milioni di italiani. Oltre 630 milioni di accessi solo nei primi sei mesi del 2025 e quasi il 90% della popolazione connessa che usa regolarmente lo SPID, secondo l’Osservatorio Digital Identity del Politecnico di Milano. Nel futuro però è chiara la politica italiana ed europea. Si punta su CIE e IT Wallet, il portafoglio digitale integrato nell’app IO che sarà rafforzato, anche per armonizzarsi con il futuro wallet digitale europeo previsto entro il 2026.

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Panorama

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