Stangata europea sul tabacco: in arrivo aumenti record per le sigarette (anche elettroniche)
- Postato il 19 giugno 2025
- Di Panorama
- 2 Visualizzazioni


Stangata europea sulle sigarette (anche elettroniche) in arrivo? Bruxelles sta valutando un aumento delle accise sul tabacco (da +139% a +258%), per fare cassa e aiutare a far quadrare il prossimo bilancio europeo. Le conseguenze per l’Italia saranno dirette per i consumatori (fino a 1 euro in più a pacchetto), ma anche per la filiera produttiva, il made in Italy e l’inflazione.
La proposta Ue: accise più alte su tutti i prodotti del tabacco
La Commissione europea sta lavorando a una revisione della direttiva sulle accise del tabacco (TED), con aumenti record della tassazione su sigarette, sigari, tabacco trinciato, prodotti a tabacco riscaldato, sigarette elettroniche e bustine di nicotina. Secondo indiscrezioni per le sigarette tradizionali si potrebbe passare da 90 a 215 euro ogni mille pezzi, pari a un aumento del 139%. Ancora più drastico l’incremento per il tabacco da arrotolare, che passerebbe da 60 a 215 euro al chilogrammo (+258%), e per i sigari, da 12 a 143 euro per mille unità, con un’impennata del 1.090%. E per i prodotti di nuova generazione (dispositivi elettronici e bustine di nicotina) le aliquote arriverebbero fino a 143 euro/kg per le bustine e 0,36 euro/ml per i liquidi con alta concentrazione di nicotina. Perché? Per uniformare il quadro normativo europeo (oggi frammentato infatti i prodotti a base di tabacco hanno costi molto diversi nei vari Paesi), per rafforzare la lotta al tabagismo, ma anche (soprattutto forse) per raccogliere risorse proprie per il bilancio Ue e per i rimborsi legati al Recovery Fund.
Effetti sui consumatori italiani: rincari, inflazione e contrabbando
Per i fumatori italiani la stangata si tradurrebbe in un aumento secco di almeno un euro a pacchetto, con rincari superiori al 20% per le sigarette e i prodotti a tabacco riscaldato. Un salto di prezzo mai registrato prima. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha già espresso a Bruxelles la sua contrarietà, evidenziando come l’attuale assetto fiscale abbia contribuito a rendere l’Italia un modello europeo nella lotta al contrabbando: solo l’1,8% delle sigarette in Italia proviene da traffici illeciti, contro una media Ue del 10% e punte del 38% in Francia. Un tale incremento potrebbe rilanciare il mercato nero. In più un intervento sulle accise di questa entità potrebbe causare un aumento dell’inflazione generale di almeno 0,5 punti percentuali, andando a colpire il potere d’acquisto dei cittadini, italiani ed europei in generale.
Filiera italiana sotto pressione e export a rischio
Oltre ai consumatori a pagare il prezzo potrebbe essere poi la filiera italiana del tabacco, la più importante d’Europa per investimenti, innovazione ed export. In Italia operano circa 14mila coltivatori, concentrati soprattutto in Campania, Veneto e Umbria, e si producono ogni anno oltre 30mila tonnellate di tabacco grezzo. L’export italiano di prodotti a tabacco riscaldato ha raggiunto nel 2023 il valore di quasi 2 miliardi di euro, di cui oltre 800 milioni diretti verso altri Paesi europei. Un’impennata generalizzata delle accise, anche nei mercati di destinazione, rischia di compromettere la competitività di questi prodotti Made in Italy, con ripercussioni sul tessuto industriale e occupazionale. Per questo Italia, Grecia e Romania hanno chiesto a Bruxelles di mantenere un regime fiscale separato per i prodotti alternativi, ma al momento la linea prevalente sembra quella di un’applicazione uniforme e senza deroghe.