Stefano Argentino si suicida in cella, aveva ucciso Sara Campanella
- Postato il 7 agosto 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Stefano Argentino, 27 anni, si è tolto la vita nel carcere di Gazzi a Messina. Il giovane era detenuto per il brutale omicidio di Sara Campanella, studentessa universitaria di 22 anni, accoltellata in strada il 5 maggio dopo mesi di stalking. Argentino aveva manifestato fin dai primi giorni di detenzione segnali evidenti di disagio psichico e intenti suicidi, motivo per cui era stato posto sotto stretta sorveglianza. Tuttavia, dopo alcuni colloqui con psicologi e terapeuti, sembrava esserci stato un miglioramento: aveva ripreso a mangiare e a condurre una vita detentiva ordinaria, condividendo la cella con altri detenuti.
Proprio per questo, 15 giorni prima del suicidio, la sorveglianza era stata revocata. Ma la notte del 6 agosto, agenti della polizia penitenziaria lo hanno trovato senza vita. La Procura di Messina ha aperto un’inchiesta per chiarire le dinamiche del gesto estremo. Il legale della madre di Sara, l’avvocata Concetta La Torre, ha definito l’accaduto “l’epilogo terribile di una storia terribile”, sottolineando il dolore che colpisce entrambe le famiglie. Dall’altra parte, l’avvocato di Argentino, Stefano Cultrera, ha accusato lo Stato di non aver ascoltato i segnali d’allarme. Aveva richiesto una perizia psichiatrica, rifiutata dal giudice, ritenendo che avrebbe potuto evitare almeno uno dei due drammi.
Un femminicidio premeditato: l’orrore vissuto da Sara Campanella
Sara Campanella, studentessa brillante e determinata, era stata perseguitata per mesi da Stefano Argentino, suo ex compagno di università. Le indagini hanno rivelato che il giorno della sua morte aveva capito di essere seguita e aveva inviato un messaggio alle amiche con scritto: “il malato mi segue”. Aveva anche attivato una registrazione audio sul telefono per documentare la situazione. La registrazione, ora agli atti dell’inchiesta, contiene l’ultima conversazione tra Sara e Argentino. In essa, la ragazza ribadisce chiaramente di voler essere lasciata in pace: “Non voglio nulla con te. Dopo un anno, spero di essere stata chiara”.
Secondo la Procura di Messina, Argentino avrebbe premeditato l’omicidio con lucida determinazione: mesi prima aveva cercato sul web come colpire una persona e in quale punto del corpo. Aveva persino acquistato su Amazon un coltello, la cui scatola è stata trovata nella sua abitazione a Messina, anche se l’arma non è mai stata ritrovata.
Gli inquirenti hanno trovato anche una foto di Sara scarabocchiata, accompagnata da frasi minacciose come “dal sognarmi, a essere il tuo peggiore incubo”. Tutti questi elementi sono alla base della richiesta di giudizio immediato avanzata dalla Procura lo scorso giugno, con l’accusa aggravata dalla premeditazione e dalla crudeltà. L’udienza davanti alla Corte d’assise era fissata per il 10 settembre.
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