Stefano Mei non mette fretta a Tamberi: "Deve decidere lui se andare al mondiale". E su Jacobs: "A Roma per vederci chiaro"

  • Postato il 18 agosto 2025
  • Di Virgilio.it
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Si dovesse scegliere un presidente invidiato da tutti i colleghi del mondo dello sport italiano, Stefano Mei oggi sarebbe probabilmente in cima alla lista. Quantomeno se la batte con Angelo Binaghi, il Re Mida del tennis, ma l’atletica azzurra ormai è sotto gli occhi di tutti e verso i prossimi appuntamenti olimpici corre (se possibile) ancor più veloce di tante altre federazioni (vedi il nuoto o la scherma, giusto per citare due roccaforti di medaglie assicurate). “Noi stiamo meglio di 4 anni fa a Tokyo, dove però è scattata la scintilla. E da quel momento è cambiato tutto”.

Un’estate italiana piena di sorrisi: “E non è finita qua…”

Mei s’è concesso una bella intervista a L’Unione Sarda nella quale ha messo dentro argomenti come se piovesse. In vacanza a Villasimius, s’è goduto i recenti trionfi agli Europei Under 20 e agli EYOF (Under 18) per spingersi con la mente già ai mondiali di Tokyo in programma tra poco più di tre settimane.

“Quello è l’appuntamento principe della stagione, ma non chiedetemi di fare pronostici. Quando l’ho fatti e non si sono avverati, vedi lo scorso anno a Parigi, chi prima di me non aveva vinto nulla mi ha criticato per l’eccesso di ottimismo. C’è chi ha parlato di delusione olimpica, ma forse non ci si rende conto del livello che c’è là fuori.

Quest’anno sin qui abbiamo fatto cose mirabili, vincendola Coppa Europa che viene ingiustamente sottostimata e facendo benissimo a livello giovanile. Ma a Tokyo sarà diverso e conterà di più”. Anche se dovessero però venir meno due punte di diamante come Tamberi e Jacobs. Per Mei, oggi, più spine che rose.

I tormenti di Jacobs e Tamberi, la diversità di trattamento

“Sarebbe bello vederli tornare sulla pista dove hanno scritto la storia dell’atletica italiana, incalza il presidente federale. “Spero che Jacobs possa farcela, mentre su Gimbo sapevamo da tempo che avrebbe utilizzato il 2025 per recuperare situazioni che nell’ultimo quadriennio aveva tenuto in sospeso serrando i denti. Sono 14 anni che Tamberi è sempre in pedana: se vorrà andare a Tokyo sarà una decisione sua e qualunque sarà l’accetteremo. Intanto è arrivata la piccola Camilla che è la sua medaglia più bella e adesso conta solo questo.

Quanto a Marcell, la nuova lesione che ha subito ha rivoluzionato tutti i suoi programmi. A lui però ho chiesto di venirsi a curare a Roma, perché dobbiamo garantire a tutti che a Tokyo possa andare senza lamentare problemi fisici”.

Entrambi vorrebbero andare a Los Angeles, che dista però ancora tre anni. “A LA28 sono sicuro che la spedizione italiana sarà più forte rispetto a quella vista a Parigi. Stanno arrivando tanti nuovi talenti, non ultimi nella marcia, e ci sarà già un robusto ricambio generazionale. Ma io aspetto anche gli “anziani” come Jacobs e Tamberi, perché ci potranno continuare a dare tanto. Poi faremo come sempre i conti con la pista e con il cronometro: arrivare a medaglia sarà comunque difficile a prescindere, per tutti”.

L’atletica che piace e il ricambio generazionale verso LA28

L’atletica italiana è ormai uscita dal cono d’ombra nella quale era finita negli ultimi decenni rispetto a tante altre discipline, ma l’impatto mediatico di Tokyo è stata una scintilla fuori dal normale. “Oggi però siamo più forti di 4 anni fa, e vedere quattro giornate intere di diretta di una rassegna Under 20 sulle reti nazionali era qualcosa anche solo di inimmaginabile anni addietro quando pure c’erano tanti campioni in ballo. Chiaro, oggi Sinner tira di più ed è giusto che sia così: anch’io sono suo tifoso, ma mi sarebbe piaciuto vedere due eventi in contemporanea con protagonisti Sinner e Tamberi e sapere cosa avrebbe scelto lo spettatore”.

I prossimi obiettivi riguardano il consolidamento del mezzofondo e la ripartenza del settore maratona. “Nel mezzofondo si è provato tanto e finalmente qualcosa è arrivato. Sono arrivate le indicazioni giuste dagli allenatori: più pazienti e più perseveranti, così abbiamo tre ottocentisti e tre millecinquecentisti che se la battono con i migliori, oltre a Battocletti e Crippa sulle distanze più lunghe.

Quanto alla maratona, in questo momento mancano i ricambi: ora siamo forti nei salti e nella velocità, quando prima non lo eravamo. Ma ci sono comunque elementi che possono crescere in futuro: oggi non sono pronti per vincere, più avanti, chissà…”.

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Virgilio.it

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