Stellantis aumenta i ricavi ma affonda in Borsa: cosa preoccupa gli azionisti
- Postato il 30 ottobre 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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                                                                            Buone performance trimestrali, ricavi in aumento dopo sette trimestri di ribassi ma il titolo cola a picco a Piazza Affari. Nonostante le rassicurazioni di Stellantis riguardo all’utile operativo. Nei mesi di luglio, agosto e settembre il gruppo guidato da Antonio Filosa ha registrato 37,2 miliardi di euro di ricavi netti, in salita del 13% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La crescita è stata trainata da Nord America ed Emea (Europa, Medio Oriente e Africa), mentre il gruppo franco-italiano è in arretramento in Sud America, mercato storicamente principe, con un calo da 4,2 miliardi a 3,9 miliardi. I risultati del terzo trimestre non sono comunque riusciti a invertire il trend del 2025 che vede una flessione dei ricavi netti globale, influenzata principalmente dagli Usa, passati da 50,7 a 44,2 miliardi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Stellantis migliora ricavi ma c’è lo spettro degli oneri
Presentando i dati, Filosa ha confermato la guidance finanziaria per la seconda metà del 2025 che “prevede un continuo miglioramento dei ricavi netti, dell’AOI (utile operativo adjusted che “pesa” la redditività aziendale, ndr) e dei flussi di cassa industriali netti” rispetto ai primi sei mesi dell’anno. L’azienda ha spiegato che sono in corso “modifiche importanti e necessarie” ai piani strategici e di prodotto, “anche in risposta a sviluppi normativi, geopolitici, macroeconomici e ad altri fattori esterni e interni”. Poi uno dei due passaggi che, apparentemente, hanno influenzato la reazione della Borsa: “Prevediamo di sostenere oneri nel secondo semestre 2025 che, una volta definiti, ci aspettiamo saranno in larga parte esclusi dall’AOI. Abbiamo intrapreso una revisione del processo di stima delle garanzie, che prevediamo si tradurrà in aggiornamenti delle stime e oneri non ricorrenti nel secondo semestre 2025”.
In Borsa il titolo affonda fino a -10%
La sofferenza prevista dall’azienda che ha comunque rassicurato riguardo all’utile operativo sostenendo che gli oneri non ricorrenti saranno “in larga parte esclusi”, il titolo ha subito una raffica di vendite a Piazza Affari, scivolando fino a -10%, abbondantemente sotto i 9 euro. Da inizio anno, la perdita di valore è vicina al 30%. Gli analisi di Equita SIM hanno sottolineato come l’azienda non abbia quantificato gli oneri “ma che riteniamo possano essere rilevanti, comunque esclusi dall’adj. EBIT e pensiamo un parte non-cash, legati sia alla ristrutturazione che alla revisione del processo di stima delle garanzie”.
Il dividendo di Stellantis e il possibile shock dei chip
Equita quindi sottolinea: “La decisione non ci sorprende (anzi la ritenevamo probabile come spesso accade quando c’è un cambio di CEO) e non escludiamo possa avere ripercussioni sul dividendo”. A pesare sulla prestazioni in Borsa, potrebbe essere stata anche la mancanza di un’indicazione precisa sul margine Aoi. Filosa ha infatti detto: “Tra il 6 e l’8 per cento è un obiettivo ragionevole nel medio-lungo termine per questa azienda e terremo un capital market day per discutere ulteriormente di questi obiettivi”, ha detto l’amministratore delegato. Fermandosi qui. Nel terzo trimestre, inoltre, la società non ha fornito indicazione né sui margini né sul risultato netto, come di consueto. Stellantis ha fatto sapere che non si prevedono interruzioni o carenze nell’attuale scenario della catena di approvvigionamento, cosa che secondo gli osservatori non sembra tenere in conto il fatto che l’industria globale è alle prese con una crescente crisi di approvvigionamento di semiconduttori derivante dalle questioni legate alla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e che hanno travolto l’azienda olandese Nexperia. “Abbiamo una war room – ha sostenuto Filosa – Andiamo avanti day by day”.
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