Stelle Michelin 2026 per i ristoranti: confermate tutte e 7 le stelle liguri dell’anno scorso senza nuovi ingressi
- Postato il 19 novembre 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Liguria. Nella Guida Michelin 2026, presentata ieri mattina al Regio di Parma, le stelle liguri sono ancora meno di quelle dello scorso anno, fotografando una realtà che lascia poco spazio alla speranza: gli stessi nomi, gli stessi ristoranti, le stelle, singole, ai “soliti” eccellenti locali che da tempo si dividono la clientela gourmet.
In provincia di Savona, per il ventiquattresimo anno consecutivo, la stella brilla all’ingresso del Vescovado a Noli, regno di chef Giuseppe “Giuse” Ricchebuono. La Michelin, anche quest’anno, ha voluto premiare la territorialità dello chef della Valle di Vado, capace di unire terra e mare nel piatto, ma anche di curare, con la giovane sommelier, la figlia Martina (a proposito, nelle scorse settimane è stata premiata alla feste de Il Gusto come miglior direttrice di sala), una cantina di tutto rispetto che spazia dai grandi vini italiani e francesi, senza dimenticare le piccole cantine ligure.
Conferma anche per Nove di Villa della Pergola con in cucina il giovanissimo chef Antonio Romano (esperienza da vendere con grandi chef internazionali, nonostante sia poco più che trentenne), che ha saputo portare entusiasmo e gusto con una squadra affiatata, che punta sulle verdure coltivate nell’Orto Rampante del complesso turistico-agricolo voluto dalla famiglia Ricci, che ha messo alla guida del settore ospitalità l’ormai rodata Francesca, anche lei poco più che trentenne.
Infine la conferma della stella al Vignamare di Andora che non ha subito nessuna penalizzazione (né dal punto di vista del gusto, né della qualità dei piatti) dal cambio di chef dopo il divorzio da Giorgio Servetto. Il suo sous, Alessandro Di Giacomo, ha saputo tenere la barra della territorialità e, per il ristorante del gruppo Peq Agri la soddisfazione di aver mantenuto anche la Stella Verde che sottolinea la vocazione sostenibile della sua cucina, sempre più indirizzata alla valorizzazione dei prodotti coltivati nei campi e nelle carni allevate (compresi i grandissimi formaggi prodotti ad Andora), e nei vini liguri vinificati da Peq Agri.
Quattro le stelle in provincia di Imperia, quattro conferme e una defezione, quella dei Balzi Rossi di Ventimiglia dopo il clamoroso abbandono dello chef Enrico Marmo e della sua brigata. La stella brilla ancora su “Equilibrio” di Dolcedo, aperto soltanto tre anni fa. Jacopo Chieppa, giovane chef di talento, ha iniziato la sua carriera nel mondo dei lievitati per poi affinarsi in cucine di altissimo livello, tra cui quelle del “Mirazur” di Mentone (alla corte di Mauro Colagreco) e dell’Antica Corona Reale di Cervere. Oggi, nell’ambiente suggestivo di un antico mulino ristrutturato a Dolcedo, lungo le sponde del torrente, Chieppa propone una cucina vivace e moderna, basata su ingredienti classici e prodotti freschi, molti dei quali provengono dall’orto che affianca il ristorante.
“Paolo e Barbara” di Sanremo è stellato dal 1990 ed è un punto di riferimento per la gastronomia per top gourmet. Chef Paolo Masieri, con la moglie Barbara, punta sulla qualità delle materie prime e sui prodotti del territorio al punto di coltivare personalmente le verdure per i suoi piatti in un orto curatissimo in Vla Nervia. Lo chef Andrea Sarri è padrone di casa del locale di Imperia in cui la tradizione è al centro. Stella confermata anche per “Casa Buono”, con lo chef Antonio Buono (anche lui un passato al Mirazur di Colagreco a Mentone) a Ventimiglia.
In provincia di Genova la stella più brillante (anche se di ligure ha ben poco) è quella di Cracco a Portofino, ristorante guidato dal giovane chef Mattia Pecis che, tra l’altro, è stato anche premiato con il Young Chef Awards. Seconda stella accesa dalla Guida Michelin 2026 è quella dello storico ristorante Rezzano Cucina&Vino di Sestri Levante. Al giovane chef Mattia, quinta generazione dei Rezzano, si è affiancato Jorge Giubbani, già chef dello stellato Orto di Moneglia, chiuso due anni or sono. Poi le conferme, ormai storiche: Il San Giorgio di Genova con chef Guillermo Busceni, da poco alla guida della cucina, ma dopo essere stato per qualche anno come secondo. Al Porto Antico, nell’edificio e allo stesso piano che ospita Eataly, resta accesa la stessa de Il Marin guidato dallo chef Marco Visciola, un concentrato di innovazione nella tradizione. Infine l’ormai consolidato Impronta d’Acqua a Cavi di Lavagna, guidato dallo chef e patron Ivan Magnago, funambolo tra terra e mare, capace di nobilitare anche il quinto quarto facendolo diventare gourmet.
Il bilancio totale è decisamente poco lusinghiero, i ristoranti stellati, in un territorio che punta sul turismo sono oggettivamente pochi. Colpa degli ispettori, troppo severi, o di una ristorazione che pensa più a stupire con abbinamenti azzardati e impiattamenti pittoreschi, piuttosto che cercare l’armonia dei sapori mettendo assieme le cinque linee guida della “Rossa”: materia prima, talento, territorio, tradizione, sostenibilità. Probabilmente entrambe le cose, ma, alla fine, il risultato non cambia: le stelle brillano ancora, e di nuovo, su appena sette locali, già premiati la scorsa edizione, dell’estremo Ponente ligure. E non addolcisce certo la pillola sapere che in guida, senza stelle, sono entrati alcuni interessanti bistrot.