Stop ai gettonisti, dai territori gli appelli al governo per le assunzioni: “Dall’emergenza caldo al Giubileo, così i servizi non sono garantiti”

  • Postato il 29 luglio 2025
  • Lavoro
  • Di Il Fatto Quotidiano
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In Veneto interi reparti, finora sostenuti dai gettonisti, potrebbero subire riduzioni di servizio. In Irpinia è a rischio la continuità delle cure, soprattutto nei centri più periferici. Tanto che l’ordine dei medici di Avellino propone il rientro in corsia dei medici in pensione. In Sicilia e in Sardegna i lenti processi di assunzione e i concorsi deserti preoccupano i direttori delle strutture ospedaliere, soprattutto in vista dell’aumento dei flussi turistici. E poi c’è Roma dove sulle sistemiche carenze d’organico si è innestato un ulteriore fattore di rischio: l’arrivo di milioni di pellegrini per il Giubileo.

Lo stop ai contratti per i gettonisti preoccupa le Asl di mezza Italia. Dopo aver invocato a lungo una manovra del governo che riducesse lo spreco di denaro pubblico, mettendo un freno alla presenza dei costosissimi medici e infermieri privati delle cooperative negli ospedali, la stretta è finalmente arrivata. Dal 31 luglio i gettonisti non potranno più essere reclutati dal Servizio sanitario nazionale. Un intervento correttivo invocato a lungo da più parti, sia per la disparità di trattamento economico (e non solo) tra medici a chiamata e dipendenti dell’Ssn. Ma anche per gli oltre 2 miliardi di euro spesi a fondo perduto dallo Stato negli ultimi cinque anni. Il problema è che la manovra del ministro della Salute, Orazio Schillaci, non è stata affiancata da un piano strutturale per permettere assunzioni stabili di nuovi professionisti. Forza lavoro necessaria per rimpiazzare le ore di servizio lasciate scoperte dai gettonisti, soprattutto all’interno dei pronto soccorso. Fondamentalmente, si sa quanti professionisti usciranno dai reparti, ma non si ha alcuna certezza su quanti ne rientreranno. Il rischio, come paventano i diversi appelli raccolti in giro per il Paese, è che alcune strutture vengano svuotate. Mettendo a rischio l’erogazione dei servizi, in special modo nei centri più piccoli e periferici.

A Roma, l’entità del problema è stata riassunta dall’assessore all’Inclusione Sociale e Servizi Alla Persona della Regione, Massimiliano Maselli in occasione di una interrogazione presentata dalla consigliera del Pd Eleonora Mattia. Come riportato da Quotidiano Sanità, sono oltre mille i medici e gli infermieri gettonisti nel Lazio. Per la consigliera dem, la Regione “dovrà spiegare come intenda far fronte al venire meno dei medici e infermieri attualmente impiegati come liberi professionisti, dopo il prossimo 31 luglio”. Un grave fattore di vulnerabilità secondo Mattia: “Nel pieno dell’emergenza caldo e delle carenze di organico, da quelle croniche a quelle legate alle ferie del personale, il rischio è di non poter garantire adeguatamente il servizio della sanità pubblica a Roma e in tutto il Lazio nel pieno del Giubileo e del flusso di pellegrini e turisti”. “Il presidente Rocca, che ha la delega alla Sanità, ancora non ha fornito una soluzione per garantire i livelli assistenziali durante questo cambio di passo volto a favorire l’impiego di personale strutturato”, conclude, invitando la Regione a utilizzare i fondi spesi finora per i gettonisti per finanziare indennità e nuove assunzioni per i reparti di emergenza-urgenza.

Grave anche la situazione nella provincia di Avellino, da cui arriva l’allarme dell’ordine dei medici locale. Per il presidente Francesco Sellitto, che ha lanciato un appello sui giornali locali, i pronto soccorso irpini rischiano la paralisi: “L’emergenza è dietro l’angolo e servono delle risposte immediate”. In Irpinia il problema riguarda soprattutto le strutture dell’Asl ad Ariano Irpino e a Sant’Angelo dei Lombardi, dove finora i gettonisti hanno rappresentato una stampella decisiva. Per salvaguardare l’efficienza dei servizi soprattutto nel periodo delle ferie, Sellitto ha chiesto al governo una deroga immediata almeno per i medici in pensione: “A differenza del personale delle cooperative, spesso pagato a tariffe più alte dei colleghi assunti, i medici in quiescenza convenzionati possono offrire un supporto fondamentale, specie nei pronto soccorso e nei reparti chirurgici”, spiega il presidente dell’ordine al sito Avellino Today. “In un periodo così delicato, la loro esperienza rappresenta un’ancora di salvezza per garantire il minimo livello di assistenza ai cittadini”, conclude.

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