Streamer muore in diretta dopo oltre dieci giorni di live su Kick: aperta un’inchiesta in Francia
- Postato il 21 agosto 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Lo streamer francese Raphael Graven, 46 anni, conosciuto sul web come “Jean Pormanove”, è morto dopo una diretta di dieci giorni su Kick, una piattaforma che permette ai creator di trasmettere live i propri contenuti di fronte a migliaia di spettatori. Lo streamer, che sui social aveva raggiunto più di un milione di follower, era noto online per alcuni video controversi nei quali subiva violenze e umiliazioni di diverso tipo. Sulla sua morte, i cui interrogativi sono ancora tutti da sciogliere, è stata avviata un’inchiesta.
Le indagini
L’inchiesta sulla morte di Graven partirà da alcuni interrogatori dei suoi “amici” noti come “Naruto” e “Safine”, i quali su Kick hanno sottoposto lo streamer a prove estreme, torture e sfide di sopravvivenza, facendogli ingurgitare perfino prodotti tossici. Sono stati proprio i suoi complici (e torturatori) che lo hanno scoperto senza vita, decidendo finalmente di mettere fine alla diretta dopo che da oltre 10 minuti il corpo senza vita di Graven era esposto alla vista di migliaia di spettatori.
Come riporta Le Monde, la procura di Nizza ha disposto l’autopsia sul cadavere dello streamer, mentre gli inquirenti hanno sequestrato le telecamere e le apparecchiature utilizzate da Graven durante le riprese della diretta. Kick, piattaforma rivale di Twitch con sede in Australia, ha poi confermato che collaborerà alle indagini. Riguardo alla tragedia, è intervenuta anche la ministra francese Clara Chappaz, che si occupa di IA e Affari digitali, confermando che “Graven è stato umiliato e maltrattato per mesi in diretta su Kick”.

Jean Pormanove e le sfide estreme
Jean Pormanove era un personaggio molto noto sui social, in particolare su TikTok, dove aveva raggiunto 582mila abbonati. La sua specialità erano le sfide estreme. Su Twitch, data la natura delle sue live, aveva avuto diversi problemi con la piattaforma, rischiando anche di essere bannato a causa dei regolamenti più severi rispetto a quelli di Kick, dove poi ha deciso di trasferirsi. Qui lo streamer ha potuto moltiplicare le sue sfide estreme, attirando l’attenzione di migliaia di persone. Si parla di strangolamenti, colpi violentissimi al corpo e al viso, colate di vernice sulla sua testa e così via. Poco prima della sua morte, sui social molti utenti avevano descritto sevizie sempre più crudeli alle quali i complici sottoponevano lo streamer.
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