Stretta sui fondi per i minori stranieri non accompagnati, l’allarme dei comuni e i rischi per i loro diritti
- Postato il 26 agosto 2025
- Diritti
- Di Il Fatto Quotidiano
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Mano pesante e braccio corto. Nei confronti dei minori stranieri non accompagnati (Msna) il governo sceglie politiche che non tutelano i diritti, da ultimo riformando il Fondo per l’accoglienza dei Msna (117 milioni di euro nel 2023) e limitandone l’accesso ai Comuni, che infatti sono in allarme e protestano. Sempre peggio, insomma. Alla faccia delle tante pronunce della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) che ha più volte condannato l’Italia e censurato la condizione dei Msna nei centri di prima accoglienza, dove le limitazioni ai fondi minacciano di relegare i minori ancora più a lungo. Tra promiscuità di spazi con gli adulti, anche di notte in centri non sorvegliati, nessuna assistenza legale, niente nomina del tutore per mesi, nessuna attività e, in base ad alcune ispezioni del Garante dei minori, servizi igienici insufficienti, ridotto accesso all’acqua e ferite non curate, soprattutto in soluzioni adibite in tensostrutture o container, aumentate grazie al governo, dove transitano centinaia di minori: 7.268 quelli arrivati via mare nel 2025 e con tutta probabilità a fine anno supereremo gli 8.752 registrati lo scorso 31 dicembre.
Nel 2023 il governo ha introdotto una deroga che permette di sistemare i minori over 16 in strutture per adulti. In teoria in “sezioni dedicate”, in pratica si fa un po’ come capita. A fine 2023 gli over 16 erano il 74% degli oltre 23mila Msna presenti in Italia e la deroga non ha fatto che legittimare condizioni che di legittimo non hanno nulla e violano norme interne e internazionali, tanto che molti auspicano possa presto arrivare alla Consulta. Gli under 16, invece, andrebbero affidati agli enti locali, che anticipano i fondi destinati al terzo settore che gestisce le strutture. La novità sta in una circolare retroattiva di fine maggio con cui il Viminale riforma drasticamente il Fondo per l’accoglienza dei Msna: anziché coprire il 100%, rimborserà solo il 35% delle spese, erogate trimestralmente fino a esaurimento. Di fronte alla mancanza dei fondi e alla burocrazia imposta, Anci nazionale e Anci Sicilia hanno lanciato l’allarme: i Comuni stanno sostenendo i costi con risorse proprie e rischiano il dissesto. Senza contare gli oltre 190 milioni di arretrati (80 per il 2023, 110 per il 2024), di cui circa 60 spettanti ai soli Comuni siciliani. Anticipando le rette, i bilanci dei comuni sono esposti per somme ingenti. Oltre dieci milioni per Trieste, circa 8,3 milioni per Bergamo, sei per Genova, dieci per Napoli, due per L’Aquila, 1,4 per Novara e 1,5 milioni per Verona, ha riportato Avvenire.
Il comune di Bergamo, con nove capoluoghi, chiede al governo soluzioni per l’esaurimento dei fondi che per legge dovrebbero coprire l’intero onere. Le conseguenze? Secondo i comuni, la sostenibilità dell’accoglienza verrà compromessa, mentre la rete di supporto è già al collasso. Gaetano Mancini, presidente di Confcooperative, ha dichiarato ad Avvenire: “Siamo a un punto di non ritorno. Il sistema, in ginocchio dopo anni di sacrifici, è affamato di risorse. La drastica riduzione dei fondi ha indebolito la capacità delle cooperative”. Più in generale, le scelte del governo impattano su un sistema già insufficiente. Secondo il Report 2024 della Fondazione Migrantes, nel 2023 i centri di prima accoglienza destinati ai Msna, cosiddetti FAMI, offrivano appena 750 posti e ospitavano appena il 3% dei Msna. A 6.150 ammontavano quelli nelle strutture di seconda accoglienza all’interno del SAI (i progetti del sistema accoglienza e integrazione gestiti dai comuni), e 1.769 erano quelli nei CAS per minori (centri di accoglienza straordinaria). In tutto, una disponibilità del 37% a fronte dei 23.226 Msna presenti in Italia in quell’anno, con la grande maggioranza collocata in strutture non idonee ad accoglierli legalmente.
Di male in peggio, dunque. Perché restringere ulteriormente la disponibilità di fondi per l’accoglienza e l’assistenza dei Msna rischia di aumentare la loro presenza in strutture inadeguate, già segnalate dal Garante per i minori e denunciate dall’Asgi (associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) alla Cedu, che ha censurato l’Italia imponendo al governo di trasferire immediatamente il minore ricorrente dove possa ricevere “tutta l’assistenza necessaria”. Tra 2022 e 2023 la Cedu ha condannato per ben tre volte l’Italia per il collocamento illegittimo di minori stranieri in strutture per adulti, con condizioni che configurano trattamenti inumani e degradanti. Parole al vento, secondo quanto scritto l’anno scorso dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, deputato a vigilare sull’esecuzione delle sentenze della Cedu. Nella decisione del 15 marzo 2024 il Comitato ha valutato che l’Italia non ha attuato la sentenza in oggetto, notando “con preoccupazione” che la capacità di accoglienza dei Msna “rimane largamente insufficiente e che sono quindi necessarie ulteriori misure per garantire che i minori non accompagnati che arrivano in Italia stano collocati in strutture dedicate e in condizioni adeguate”. Il Comitato ha espresso profonda preoccupazione per le deroghe introdotte per gli over 16. Infine, in risposta al governo italiano, il Comitato ricordato che anche l’eventuale emergenza migratoria, come richiamata dall’esecutivo, non giustifica che si deroghi ai diritti fondamentali. Ma per ora le cose non cambiano. Anzi, sembrano peggiorare ulteriormente.
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