Su Israele l’asse Meloni-Tajani: l’Italia voterà a favore delle sanzioni Ue contro i ministri Smotrich e Ben-Gvir
- Postato il 11 settembre 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Il governo italiano ha intenzione di appoggiare l’iniziativa europea di sanzionare i ministri estremisti di Israele, Ben-Gvir e Bezalel Smotrich. A dirlo è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani nella sua informativa di giovedì mattina prima al Senato e poi alla Camera. I punti salienti del discorso sono stati concordati con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in una telefonata di mercoledì sera, dicono al Fatto fonti di Palazzo Chigi.
Questo il passaggio del discorso di Tajani che rappresenta un primo cambio di linea del governo italiano rispetto a quello israeliano. Prima il titolare della Farnesina ha invocato ancora una volta sanzioni nei confronti dei coloni israeliani, ma poi ha appoggiato anche la proposta della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen che mercoledì al Parlamento Europeo a Strasburgo aveva avanzato la volontà di sanzionare i ministri di Tel Aviv: “Siamo anche pronti a valutare, non appena verranno presentate in Consiglio, le ulteriori nuove proposte di sanzioni preannunciate dalla Presidente della Commissione Europea von der Leyen nel discorso di ieri a Strasburgo”, ha detto il titolare della Farnesina.
Una posizione che è stata decisa mercoledì in un colloquio tra Meloni e Tajani. La decisione di inasprire le sanzioni anche nei confronti del governo israeliano era stata già annunciata l’11 agosto dal ministro della Difesa Guido Crosetto in un’intervista alla Stampa e poi ribadita in una riunione di governo il 28 agosto scorso. Questo significa che quando arriverà la proposta di sanzioni contro il governo israeliano al Consiglio europeo l’Italia non dovrebbe mettere il veto insieme alla Germania.
La proposta sarebbe quella di introdurre sanzioni mirate nei confronti dei due ministri più estremisti del governo di Bibi Netanyahu che propongono di occupare la Cisgiordania. Un’ipotesi che finora l’Italia non aveva preso in considerazione per evitare di “isolare” Israele dalla comunità internazionale. Invece ora potrebbe seguire l’esempio di Regno Unito, Australia, Canada, Nuova Zelanda, Slovenia e Paesi Bassi. Diverso il discorso per Netanyahu, che potrà venire in Italia nonostante il mandato di arresto della Cpi.
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