Sud Corea al voto dopo la crisi della legge marziale
- Postato il 3 giugno 2025
- Di Agi.it
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Sud Corea al voto dopo la crisi della legge marziale
AGI - La Corea del Sud è tornata alle urne oggi per eleggere un nuovo presidente, dopo la clamorosa destituzione di Yoon Suk-yeol in seguito alla sua dichiarazione, a sorpresa, della legge marziale. Una decisione durata solo sei ore ma che ha spinto il Paese nella sua peggiore crisi politica da decenni, polarizzando il dibattito e l'opinione pubblica.
I seggi hanno aperto alle 6 ora locale (le 23 di ieri in Italia) e chiuderanno alle 20 (le 13 in Italia), secondo quanto reso noto dalla Commissione elettorale nazionale. In totale, sono 44.391.871 i sudcoreani chiamati al voto, compresi i 15,4 milioni che hanno già espresso la propria preferenza durante il voto anticipato tenutosi la settimana scorsa, pari al 34,74% dell'elettorato: un record da quando questa modalità è stata introdotta nel 2014.
Affluenza e tempi dello spoglio
Tre ore dopo l'apertura delle urne, l'affluenza si attestava al 9,2%, con 4,09 milioni di voti già registrati: un dato superiore a quello delle presidenziali del 2022 (8,1%) ma leggermente inferiore a quello delle elezioni del 2017 (9,4%). Il conteggio inizierà subito dopo la chiusura dei seggi, e i risultati preliminari potrebbero essere noti già intorno alla mezzanotte. Tuttavia, il conteggio ufficiale dovrebbe concludersi entro le 6 di domani (le 23 in Italia), con la Commissione elettorale pronta a convocare una riunione plenaria tra le 7 e le 9 per certificare formalmente l'esito del voto.
Le elezioni anticipate si tengono a sei mesi esatti dalla dichiarazione della legge marziale da parte dell'ex presidente Yoon, misura che ha riportato alla memoria gli anni dei regimi militari. Il provvedimento era stato revocato poche ore dopo dal Parlamento, dominato dall'opposizione, ma le sue conseguenze politiche sono state dirompenti. Il 4 aprile scorso, il Tribunale costituzionale ha formalmente destituito Yoon: è solo la seconda volta nella storia democratica del Paese che un presidente viene rimosso per via giudiziaria.
Processo e influenze sul voto
Ora Yoon è sotto processo per insurrezione e abuso di potere, e la sua figura continua a influenzare la campagna elettorale. Pur avendo lasciato il Partito del potere del popolo (Ppp), Yoon ha invitato i suoi sostenitori a votare per il suo erede politico, l'ex ministro del Lavoro Kim Moon-soo. Quest'ultimo ha adottato una posizione ambigua sulla legge marziale ma ha puntato la sua campagna soprattutto sui procedimenti giudiziari in corso contro il suo principale rivale, il leader liberale Lee Jae-myung del Partito democratico, favorito nei sondaggi.
I candidati in corsa
Lee, che secondo le ultime rilevazioni raccoglie il 49% delle intenzioni di voto contro il 37% di Kim, ha promesso di punire severamente i responsabili del tentativo di sospendere la democrazia con misure straordinarie. Cinque i candidati in corsa: oltre a Lee e Kim, figurano Lee Jun-seok, del conservatore e minoritario Partito di nuova riforma, accreditato del 10%, Kwon Young-kook del Partito democratico del lavoro (DLP) e l'indipendente Song Jin-ho.
Il presidente eletto assumerà la carica immediatamente, senza periodo di transizione, data la natura straordinaria della consultazione. La cerimonia di investitura è prevista già per mercoledì, poche ore dopo la proclamazione ufficiale, anche se i dettagli saranno confermati una volta noto il vincitore.
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