Sui ricordi abbiamo più controllo del previsto

  • Postato il 9 ottobre 2025
  • Di Focus.it
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"Le parole seguenti sono importanti, te le devi ricordare": indicazioni come questa sono molto efficaci nel fissare i ricordi - ci riescono ancora meglio rispetto alle emozioni negative o a una buona notte di sonno. Uno studio pubblicato su Frontiers in Behavioral Neuroscience suggerisce che abbiamo, sui nostri ricordi, un maggiore controllo di quanto credessimo. E che istruzioni chiare su cosa sia bene ricordare consolidano la memoria più di ogni altro elemento considerato finora.. Meglio di stress e sonno?. Da tempo è noto che i ricordi associati a emozioni lievemente negative, come un leggero stress o una paura contenuta, possono fissarsi in modo più indelebile nella memoria, anche se l'esposizione prolungata a emozioni negative intense sortisce l'effetto opposto (nebbia mentale, difficoltà di apprendimento e distorsione dei ricordi). Un altro fattore che influisce positivamente sulla memoria è una buona notte di sonno. Però, anche cercare di ricordare qualcosa deliberatamente può avere un effetto favorevole nel consolidare i ricordi. Quale di queste strategie, volontarie o non, aiuta di più?. Da ricordare, da dimenticare. Un gruppo di scienziati del Merrimack College, in Massachusetts, ha sottoposto a compiti di memorizzazione due gruppi di partecipanti, 45 intervistati online e 53 incontrati in laboratorio. Metà di ogni gruppo ha ricevuto un centinaio di parole da ricordare al mattino e le ha dovute ricordare alla sera; l'altra metà ha ricevuto l'elenco la sera e ci ha dormito su, affrontando i test di rievocazione il mattino seguente. L'attività cerebrale dei partecipanti durante il sonno è stata misurata con l'elettroencefalografia (EEG).. Metà delle parole in elenco aveva connotazioni emotive negative, l'altra metà, neutre. Inoltre, ogni parola aveva in abbinamento una nota con istruzioni che indicavano se il termine fosse da ricordare o da dimenticare.. Istruzioni vs emozioni. I partecipanti hanno in genere ricordato meglio le parole che erano stati esplicitamente invitati a memorizzare: le istruzioni hanno favorito il consolidamento dei ricordi meglio delle emozioni. Tuttavia, anche le emozioni hanno giocato un ruolo, diciamo, "di potenziamento": le parole che erano accompagnate dall'etichetta "da ricordare" e che avevano connotazioni negative hanno avuto maggiori probabilità di essere ricordate. Come suggerito da precedenti studi, però, le parole connotate emotivamente hanno avuto anche maggiori probabilità di generare falsi ricordi: era più probabile che venissero collocate erroneamente nel gruppo di quelle da memorizzare assolutamente.. Secondo gli scienziati, quando etichettiamo qualcosa come da ricordare, l'ippocampo (una struttura cerebrale cruciale per la memoria) gli dà priorità, sopprimendo altre informazioni non rilevanti. La riduzione delle interferenze migliora il richiamo in fase di rievocazione.. E il sonno?. Contro ogni aspettativa, il fatto che i partecipanti avessero dormito o meno non ha avuto alcun effetto sulla capacità di memorizzare le parole. O meglio, non è stato genericamente il sonno in sé, bensì l'attività cerebrale avvenuta durante il sonno, a influire sulla capacità di ricordare. Per esempio, livelli più elevati di fusi del sonno (un tipo di onda cerebrale che assomiglia a una serie di picchi nell'encefalogramma) durante il sonno REM sono stati associati a un migliore ricordo delle parole connotate negativamente. Del resto, «i fusi del sonno sono ampiamente implicati nel trasferimento di informazioni dalla memoria temporanea dell'ippocampo a rappresentazioni più stabili nella neocorteccia», spiega Laura Kurdziel, autrice principale dello studio.. Al contrario, un altro tipo di sonno, quello a onde lente, è risultato negativamente correlato alla capacità di ricordare. Può essere - ma andrà verificato in nuovi studi - che il sonno consolidi selettivamente alcuni tipi di ricordi e non tutti, per esempio quelli che si accompagnano ad esperienze emotive..
Autore
Focus.it

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