Suicida a 14 anni, la rabbia dei genitori: “Bullizzato dai compagni, ma la scuola non ha fatto nulla”
- Postato il 15 settembre 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Aveva solo 14 anni Paolo Mendico, il ragazzo di Santi Cosma e Damiano, nel sud della provincia di Latina, che ha deciso di togliersi la vita. La tragedia ha lasciato sgomenti i genitori, Giuseppe Mendico e Simonetta La Marra, che in un’intervista a Repubblica hanno denunciato il clima di solitudine e bullismo in cui viveva il figlio. “È stato un perseguitato, abbiamo sempre denunciato tutto alla scuola ma siamo rimasti inascoltati”, ha dichiarato la madre, ancora sconvolta dall’accaduto.
Secondo il racconto della famiglia, Paolo aveva alle spalle anni difficili, segnati da aggressioni e derisioni da parte dei compagni, ma anche da atteggiamenti poco comprensivi del mondo scolastico.
Una vicenda sulla quale faranno luce sia la Procura di Cassino con un’inchiesta che ipotizza l’istigazione al suicidio, sia il ministro dell’Istruzione Valditara, che ha ordinato due ispezioni negli istituti che il ragazzo ha frequentato alle scuole medie e alla scuola superiore. Era stato proprio il fratello maggiore di Paolo, Ivan Roberto, a informare nei giorni scorsi ministro e premier con una lettera di denuncia.
Anni di bullismo e mancate risposte
Il racconto della madre è drammatico: “Quante volte l’ho visto piangere. Alle elementari le aggressioni dei compagni e lo scherno delle maestre, alle medie il bullismo dei professori. Poi gli apprezzamenti al primo anno dell’Istituto informatico Pacinotti. Paolo amava portare i suoi capelli biondi molto lunghi, dopo i primi quattro giorni di scuola superiore hanno cominciato a chiamarlo Paoletta, femminuccia, Nino D’Angelo. Lo aspettavano in bagno, prima era uno poi sono diventati di più”.
I genitori sostengono di aver segnalato più volte la situazione agli insegnanti e alla dirigenza scolastica: “La scuola non ha fatto niente”, aggiungono. Le denunce erano iniziate già in quinta elementare, quando un compagno avrebbe puntato un cacciavite di plastica contro Paolo minacciandolo di morte. Un quadro che, secondo la famiglia, ha contribuito a un dolore insostenibile per il giovane.
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