Suicidio assistito, perché in Toscana si può, nel calcio è in atto da anni
- Postato il 12 giugno 2025
- Politica
- Di Blitz
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Il suicidio assistito ha due facce: mentre in Parlamento la legge segna il passo, in Toscana avviene l’esatto contrario: si può morire anche perchè non si vuole soffrire senza alcuna speranza di rimanere in questo mondo.
Che strano Paese è il nostro: una regione può superare la legge nazionale e non succede quasi nulla, solo qualche polemica di poco conto. Insomma, non scoppia una rissa come è successo dopo il referendum.
In quel caso, la sinistra ha preso una scoppola, si difende cercando di dimostrare che non è vero quando sui numeri non si può discutere.
Il Pd è in subbuglio: i riformisti chiedono il congresso, non ne possono più di questa “rivoluzione”, ritengono che è giunto il momento di dire basta ad una svolta che non ha portato nessun risultato. Anzi, il contrario.
Il suicidio del Pd

“Non è vero”, ribatte l’onorevole Roberto Morassut, esponente di spicco del partito. “Sono balle”, replica a quanti vogliono la controrivoluzione, cioè un ritorno al passato. “A chi dice che il Pd va verso il fallimento, io rispondo che ha solo cambiato pelle”.
D’accordo, ma questa virata non ha dato i suoi frutti o no? Gli fa eco un ex ministro come Dario Franceschini: “Elly sta svolgendo una funzione storica perchè ha fermato l’avanzamento dei 5Stelle”. Che strano! Ma non è lui uno dei più accaniti riformisti che vorrebbe da subito un cambiamento di passo?
A due anni dalla morte di Silvio Berlusconi, ritornano alla mente alcune parole che la destra di oggi non ha mai dimenticato: “I comunisti vincono solo quando fanno le elezioni fra di loro”. E forse nemmeno in questo caso, perchè la Schlein divenne segretario quando i vertici del partito avevano già scelto Stefano Bonaccini.
Già, il Cavaliere: non lo ha scordato nessuno, malgrado le previsioni che si facevano tanti mesi fa.
L’eredità di Berlusconi
Forza Italia è una sua creatura, è viva e vegeta ed è nell’alleanza che guida il Paese. Ritorna alla mente il pensiero di Victor Hugo, il quale sosteneva che “in certi casi un uomo, quando è vivo, è considerato un pazzo, mentre poi da morto lo si considera un genio”.
Ma questo fa parte della stranezza di questa Italia in cui viviamo e che non lasceremmo per nessuna ragione al mondo. Si vorrebbe solo una maggiore coerenza, un buon senso che deve essere sempre “guida”.
Invece è solo la rissa a farla da padrone. Oggi tocca in maggior parte al Pd in cui vivono, anzi convivono, tante correnti che tirano la coperta dalla loro parte. Chi è con la Schlein, chi è contro fino ad un immediato cambio della guardia.
Poi, ci sono gli attendisti, i temporeggiatori che preferiscono il Limbo al Paradiso o all’Inferno. Insomma, sono per il quieto vivere anche se attorno divampa il fuoco.
Comunque sia, la vigilia parla di resa dei conti. I sostenitori di un congresso immediato sono sempre di più.
Le chiacchiere stanno a zero. “Ora vogliamo i fatti”, ripetono, “altrimenti continueremo a perdere e a rimanere per anni all’opposizione”. Elly Schlein sente che il momento è difficile, ha “il battiquorum”, scrive stamane Il Tempo, un giornale vicino al governo. Per cui o tace o parla il minimo indispensabile nella speranza che le acque si plachino e la tempesta passi senza creare danni irreversibili.
Al balletto della politica si aggiunge quello degli allenatori di calcio. Il mercato di compravendita non riguarda più chi gioca in campo, ma i mister che dalla panchina guidano le squadre. C’è un vero e proprio sconvolgimento come mai era avvenuto in passato.
Il Milan, l’Inter, la Roma non vanno? Meglio spendere di meno e affidarsi ad un altro maestro. La verità è che in Italia i giovani che vorrebbero diventare promesse sono sempre di meno perchè non hanno spazio. Allora si guarda fuori dei confini e spesso e volentieri si acquistano delle autentiche bufale raccomandate da talent scout che non capiscono nulla se non il loro guadagno.
Povero calcio italiano: ora rischiamo ancora una volta di non partecipare ai mondiali. Non c’è due senza tre, ammonisce un vecchio adagio. Purtroppo.
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