Suicidio in carcere a Cremona: educatore si toglie la vita nel bagno del suo ufficio. È il quarto caso nel 2025 nei penitenziari

  • Postato il 26 novembre 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Si è impiccato nel bagno del suo ufficio dentro il carcere di Cremona. Si è suicidato così un educatore giuridico-pedagogico, lunedì pomeriggio. Si tratta del quarto caso di operatori penitenziari che si sono tolti la vita da inizio anno: due erano appartenenti alla Polizia penitenziaria e due impiegati delle funzioni centrali. A loro si aggiungono ben 71 detenuti in case circondariali e uno in una Rems: “Numeri spaventosi, che restituiscono lo spaccato di carceri in profondissima e perdurante emergenza e che, anche a dispetto del motto della Polizia penitenziaria ‘Despondere spem munus nostrum’, alla stregua dell’inferno dantesco, tolgono ogni speranza a chi vi è ristretto e a chi vi lavora”, denuncia il segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio.

“Oltre 63.500 detenuti stipati in circa 46.500 posti, voragini negli organici del personale, carenze strutturali, infrastrutturali, logistiche e strumentali, mancanze sanitarie e disorganizzazione imperante fanno delle prigioni non luoghi di recupero e rieducazione, come vorrebbe la Carta costituzionale, ma centri di mera espiazione con l’annientamento della dignità umana non di rado anche per chi vi presta la propria opera al servizio dello Stato che, per mano del ministero della Giustizia, si mostra sempre più patrigno e ‘caporale”, aggiunge il segretario.

Di “gravi condizioni di lavoro” che “da anni affliggono il personale penitenziario, sia del comparto funzioni centrali sia del corpo di polizia penitenziaria” parla Luca Dall’Asta, segretario generale Funzione pubblica della Cgil di Cremona sottolineando i problemi di “sovraffollamento strutturale, popolazione detenuta sempre più complessa, carichi lavorativi estenuanti e croniche carenze di organico”. De Fazio rivendica: “Servono immediati e concreti provvedimenti per deflazionare la densità detentiva, potenziare gli organici della Polizia penitenziaria e delle altre figure professionali, ammodernare le strutture, garantire l’assistenza sanitaria e avviare riforme complessive”. Si tratterebbe, aggiunge, di “umanizzare la pena detentiva” e “le condizioni di lavoro degli operatori”.

Se hai bisogno di aiuto o conosci qualcuno che potrebbe averne bisogno, ricordati che esiste Telefono amico Italia (0223272327), un servizio di ascolto attivo ogni giorno dalle 10 alle 24 da contattare in caso di solitudine, angoscia, tristezza, sconforto e rabbia. Per ricevere aiuto si può chiamare anche il 112, numero unico di emergenza. O contattare i volontari della onlus Samaritans allo 0677208977 (operativi tutti i giorni dalle ore 13 alle 22).

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