Super Junior: 20 anni di K-pop, una leggenda che continua

  • Postato il 9 luglio 2025
  • Di Panorama
  • 3 Visualizzazioni

Hanno riscritto la storia del K-pop prima ancora che il mondo sapesse cosa fosse. Hanno trasformato ogni palco in un evento globale, ogni canzone in un inno generazionale. E oggi, vent’anni dopo il debutto, i SUPER JUNIOR non solo sono ancora qui, ma tornano con un album che sa di celebrazione e di rinascita. Super Junior25, in uscita l’8 luglio, è molto più di un comeback: è il manifesto di un gruppo che ha attraversato due decenni senza perdere mai la propria identità.

Il titolo dell’album è un cerchio che si chiude. Super Junior25 riprende idealmente quel Super Junior05 che nel 2005 diede il via a una rivoluzione musicale. Il nome scelto direttamente dai membri è una dichiarazione d’intenti: stessi sogni, stessa determinazione, ma con la consapevolezza e la maturità di chi ha fatto la storia. Nove tracce per raccontare vent’anni di musica, amicizia e trasformazione continua.

Nati sotto l’etichetta SM Entertainment nel 2005, i SUPER JUNIOR (conosciuti anche come SuJu) sono uno dei primi gruppi K-pop ad aver conquistato i mercati globali. Composto inizialmente da dodici membri (diventati tredici nel 2006), il gruppo ha saputo distinguersi fin da subito per il carisma individuale di ogni componente e per un’identità musicale trasversale: pop, ballad, elettronica, R&B, dance e persino trot. Sono stati i primi a creare sottogruppi per esplorare generi e mercati diversi (dalla Cina al Giappone), e i primi a ottenere un successo virale internazionale con Sorry Sorry, diventata colonna sonora di una generazione e tormentone universale.

Oggi la formazione attiva è composta da Leeteuk, Heechul, Yesung, Shindong, Eunhyuk, Donghae, Siwon, Ryeowook e Kyuhyun. A loro si aggiungono ex membri o membri attualmente inattivi come Kibum, Kangin, Han Geng, Henry Lau e Sungmin, che restano comunque parte integrante dell’eredità storica della band.

Con milioni di album venduti, concerti sold-out e una fanbase mondiale — gli E.L.F. — i SUPER JUNIOR non sono semplicemente idol: sono Miracle, nel senso più letterale del termine. Perché dopo vent’anni, la loro storia è ancora Mr. Simple — fatta di talento, energia e una complicità rarissima — ma anche Devilishly brillante, grazie a una presenza scenica fuori dal comune. E quando indossano il loro Black Suit, non c’è palco che possa contenerli.

I loro brani non sono solo musica: sono ricordi, emozioni, momenti condivisi. Ogni canzone è una pagina di diario, ogni coreografia una firma.

Chi li ha seguiti fin dagli inizi sa che questa non è solo una band. È una parte viva della storia del K-pop.

E chi c’era, ricorda bene l’emozione del primo showcase, i primi look eccentrici, le prime vittorie nei programmi musicali coreani. Poi l’onda si è alzata, ed è diventata uno tsunami: tournée mondiali, varietà, premi, momenti difficili, pause forzate, ritorni trionfali. Sempre insieme, sempre con la stessa voglia di essere sul palco. Vent’anni dopo, la loro storia è la storia di una generazione.

E con Super Junior25, la leggenda si rinnova.

Il brano principale Express Mode è un’esplosione di energia club-pop: frenetico, accattivante, dal ritmo irresistibile e con un testo che incarna lo spirito dei SUPER JUNIOR—guardare sempre avanti, senza fermarsi mai. È la loro firma, il loro modo di danzare oltre il tempo.

Nel disco c’è anche spazio per l’emozione pura. Finale, firmata da Donghae, è un grido positivo rivolto ai giovani, un invito a inseguire i propri sogni fino al gran finale. I Know, ballad malinconica composta da KANGTA, è un viaggio tra passato e amore ritrovato, mentre Stuck With You, dedicata agli E.L.F., è una dichiarazione d’amore lunga vent’anni.

Il concept è sfaccettato ma coeso: Haircut usa il cambiamento di look come metafora di rinascita; Air trasporta in un’estate perfetta tra resort e leggerezza; Delight è una lettera aperta a chi non li ha mai lasciati. E ancora: Say Less, con il suo groove old-school e le emozioni represse che esplodono in voce, e D.N.A., un mix tra elettronica, rap e voglia di amare senza logica.

C’è dentro tutto: passato, presente, futuro. Ci sono le radici e le nuove influenze (anche internazionali, come quelle di Crash Cove, Jacob Aaron e Etham Basden), ma soprattutto c’è quella chimica irripetibile che solo loro hanno saputo mantenere intatta nel tempo. Vent’anni dopo, i SUPER JUNIOR non inseguono le mode. Le creano.

Panorama.it ha parlato con loro in esclusiva.


20 anni, 20 domande con i SUPER JUNIOR. Iniziamo da qui: siete nel K-pop da 20 anni. Due decenni. Che effetto fa dirlo ad alta voce—e viverlo davvero?

LEETEUK: Ho debuttato quando avevo vent’anni, ora ne ho quaranta. Non sono cambiato solo io, ma anche i nostri fan: chi era giovane è diventato genitore, gli studenti sono ormai adulti con una carriera. Vederlo con i miei occhi mi fa pensare che siamo davvero riusciti a resistere a tutto. E capisco quanta felicità e quanto amore ci siano stati in questi vent’anni.
SHINDONG: A volte ancora mi chiedo: “Sono davvero già passati 20 anni?” Il tempo con i membri è stato così pieno che non mi sembra qualcosa di distante o astratto. La consapevolezza arriva nei momenti più piccoli—quando ci diamo una pacca sulla spalla dietro le quinte, o quando i fan ricordano perfino i nostri vecchi video. È lì che mi emoziono. Sono grato che questi vent’anni che ho vissuto siano diventati un ricordo prezioso per qualcun altro.

Tornando al 2005 e al debutto con “Super Junior05”: qual è un ricordo vivido di quell’epoca che sembra ancora fresco?

YESUNG: Ricordo chiaramente quando ci esibivamo a SBS Inkigayo e i viaggi in pullman per andare da una schedule all’altra. Ogni momento di quel periodo è ancora limpido nella mia memoria—era tutto nuovo, eccitante, e quelle esperienze mi hanno lasciato un’impronta profonda.
EUNHYUK: Sul palco tutto passava così in fretta che ricordo a malapena come cantassi, ma mi è rimasto impresso quando, dopo lo show, incontravamo i fan al parco vicino per un mini fan meeting.

“Super Junior25” non è solo il vostro 12° full album—è un richiamo all’inizio. Perché avete scelto proprio quel titolo e quali emozioni ha risvegliato durante il processo creativo?

DONGHAE: Il titolo è nato da un’idea di RYEOWOOK. Questo album, Super Junior25, racchiude tutte le emozioni e le voci di questi vent’anni vissuti insieme.
RYEOWOOK: Non solo la title track, ma ogni canzone di questo album racchiude i vent’anni dei SUPER JUNIOR. Anche se le radici non si vedono, come i fiori che sbocciano comunque, i nostri momenti nascosti sono sbocciati attraverso queste tracce. Proprio come gli E.L.F. sono il nostro linguaggio floreale, spero che queste canzoni blu e bellissime vengano ricordate a lungo.

La vostra storia ha attraversato palchi, schermi e continenti. Quando avete capito che stavate facendo parte di qualcosa più grande di una semplice boyband?

HEECHUL: In realtà non ho mai pensato in termini così grandi. Ho sempre solo vissuto tanto tempo con i membri, scherzando, lavorando insieme, divertendoci. Così siamo arrivati fin qui.
SIWON: Penso sia stato quando i fan hanno iniziato ad abbracciarci non solo come parte dell’Hallyu, ma come qualcosa di loro. Vederli cantare in coreano a migliaia, sentire che la gioia che condividiamo nei drama e nei variety supera le barriere linguistiche e culturali… è lì che ho capito che forse eravamo qualcosa di più di una semplice boyband.

Parliamo di musica. Express Mode* è il brano potente e accattivante che apre l’album. Qual era il messaggio che volevate trasmettere, proprio ora, nel vostro 20° anno?

KYUHYUN: La nostra agenzia probabilmente lo spiegherebbe meglio, ma per me questa canzone rappresenta lo spirito deciso e cool dei SUPER JUNIOR: continuiamo a muoverci verso nuovi obiettivi, anche dopo vent’anni.
RYEOWOOK: Questo brano collega passato, presente e futuro. In questo viaggio, continuiamo a brillare mentre andiamo avanti, portando un messaggio di amore e speranza.

*Il brano Express Mode è un uptempo club pop energico, con un sound danzante e un ritornello coinvolgente. Il testo trasmette uno spirito fiducioso: non restare fermo, ma puntare sempre al prossimo obiettivo. Una perfetta espressione dello stile inconfondibile dei SUPER JUNIOR.

Finale è un brano potente ed emotivo, composto all’interno del gruppo. È nato con un senso di chiusura, di incoraggiamento—o entrambi? Cosa ha significato includere una canzone così a questo punto del vostro percorso?

LEETEUK: Penso che per noi, come SUPER JUNIOR, l’idea di “fine” non esista davvero. Anche se celebriamo il 20° anniversario con un gran finale, io credo che ci aspettino altri vent’anni davanti. Per noi sta iniziando un nuovo secondo capitolo.
DONGHAE: Non solo questa canzone, ma in generale, mentre scrivevamo e ascoltavamo più volte tutte le tracce, Finale è quella che ci ha fatto immaginare i SUPER JUNIOR e gli E.L.F. saltare insieme durante i concerti. Per noi non c’è una fine—solo nuovi inizi.

Avete collaborato con produttori come KANGTA e nomi internazionali come Crash Cove e Jacob Aaron. Com’è cambiato negli anni il vostro approccio alla collaborazione?

YESUNG: Ho bei ricordi del passato con KANGTA, quindi è stato davvero bello poter lavorare di nuovo insieme.
EUNHYUK: Sono suo fan fin da prima del debutto, quindi ricevere un brano da un senior che rispetto profondamente ha reso il tutto ancora più significativo.

Stuck With You sembra un regalo emotivo agli E.L.F. Com’è nata—e come descrivereste oggi il vostro rapporto con i fan?

SHINDONG: Hai colto nel segno. Stuck With You è nata pensando completamente agli E.L.F. Dopo tutti questi anni insieme, abbiamo finalmente voluto esprimere in modo diretto tutto ciò che proviamo—la gratitudine, le scuse, l’amore—che prima forse ci imbarazzava dire. Oggi il rapporto con i fan non è più solo quello tra artista e pubblico. È come se avessimo camminato lo stesso sentiero. Sono amici, famiglia, parte delle nostre vite. Sapere che questo legame durerà è qualcosa che ci conforta davvero.
HEECHUL: Molti fan oggi sono mamme. Alcune ci scrivono lettere con le foto dei loro figli. Questo mostra quanto a lungo ci hanno accompagnato.

Ogni traccia dell’album rappresenta un lato dei SUPER JUNIOR—divertente, audace, emotivo, senza tempo. Quale canzone secondo voi racchiude meglio questo momento del gruppo?

KYUHYUN: Express Mode! Tutti abbiamo dato il massimo per preparare il brano principale, e credo che il nostro impegno si percepirà pienamente nella performance.
YESUNG: Sicuramente la title track. Abbiamo sperimentato tanti stili diversi in questi anni, ma penso che Express Mode catturi davvero l’essenza dei SUPER JUNIOR, proprio mentre festeggiamo il 20° anniversario.

Il K-pop di oggi è un mondo completamente diverso rispetto al 2005. Qual è il cambiamento più grande che avete visto nell’industria?

LEETEUK: Penso che lo status del K-pop sia cresciuto tantissimo, oggi ha una portata e un’influenza globale. Se prima si stava ancora cercando di espandere i confini in Corea e Asia, ora è amato in tutto il mondo.
EUNHYUK: Quando abbiamo debuttato, il termine “K-pop” nemmeno esisteva. Ora invece è un fenomeno davvero globale.

Siete stati tra i primi a esibirvi all’estero, aprendo le porte internazionali al K-pop. Cosa vi hanno insegnato quei primi palchi mondiali?

SIWON: All’inizio tutto ci sembrava estraneo e muovevamo ogni passo con cautela. Lingua, cultura, ambiente—tutto era diverso. Ma nel momento in cui salivamo sul palco, capivamo che la musica è un linguaggio universale che supera ogni barriera.
SHINDONG: All’epoca non avevamo idea di cosa ci aspettasse—ci siamo semplicemente buttati con lo spirito del “proviamoci”. Le differenze culturali erano tante, anche un gesto poteva avere mille interpretazioni. Ma ho imparato che la sincerità arriva sempre. Più di qualsiasi frase in coreano, bastava uno sguardo, un sorriso, cantare con emozione vera. Questo ha cambiato il mio modo di stare sul palco. Quelle tournée sono state una vera scuola, ci hanno fatto crescere come artisti e come persone.

Con più piattaforme, più pubblico globale e più aspettative: che consiglio dareste oggi ai SUPER JUNIOR del 2005?

RYEOWOOK: Non dubitare mai di te stesso e non lasciare che la paura ti blocchi—sei sulla strada giusta. Fidati dei tuoi compagni e continua a creare momenti significativi con i fan, un passo alla volta.
Con affetto,
Ryeowook, dal 2025.
DONGHAE: Anche se potessimo tornare indietro, rifaremmo le stesse esperienze e faremmo le stesse scelte. Sono proprio quei momenti ad averci reso ciò che siamo oggi.

Siete cresciuti sotto i riflettori. Come siete cambiati come individui, e come si è evoluta la vostra dinamica di gruppo col passare del tempo?

LEETEUK: Vivo sotto l’occhio pubblico da quando ero un giovane trainee, e all’inizio tutta quella attenzione poteva essere opprimente. Ma col tempo ho imparato a vederla come una forma d’amore. Quello che conta è come scegli di accoglierla e di comportarti. Quanto alla nostra dinamica di gruppo, dopo tutti questi anni lo spirito di squadra è diventato così naturale che spesso non servono parole: basta uno sguardo per capire cosa stia pensando o provando l’altro.
SHINDONG: In passato sentivo sempre il bisogno di dimostrare qualcosa, di essere “in scena” anche fuori dal palco. Ora credo di aver trovato un punto in cui posso semplicemente essere me stesso. Lo stesso vale per gli altri membri. Nei primi tempi c’era sempre un po’ di competizione e cautela reciproca. Oggi ci capiamo anche senza parlare. È quella naturalezza tra noi la vera crescita. La nostra intesa è a un livello diverso: basta uno sguardo e so che è il mio momento di intervenire. (ride)

Avete bilanciato carriere soliste, recitazione, programmi TV e tanto altro. Qual è stata la sfida più grande nel mantenere l’unità, pur seguendo strade diverse?

HEECHUL: Con tutti noi così impegnati, non è stato sempre facile ritrovarci come gruppo.
SIWON: Più che una sfida, è stata una questione di rispetto e comprensione—accettare davvero le differenze tra noi per trovare un’armonia duratura.

C’è stato un momento, in questi vent’anni, in cui vi siete detti: “Ce l’abbiamo fatta davvero”?

YESUNG: Ora che siamo arrivati al 20° anniversario, mi rendo conto di quanto tempo sia volato. È incredibile pensare che siano già passati due decenni da quando abbiamo iniziato questo viaggio.
DONGHAE: Il momento è esattamente adesso. Siamo rimasti insieme, abbiamo resistito, e la forza per andare avanti ci è arrivata dal nostro fiore più bello: gli E.L.F. Senza il loro sostegno e il loro amore, nulla di tutto questo sarebbe stato possibile.

Guardando al futuro: come sarà il prossimo capitolo dei SUPER JUNIOR? C’è ancora un sogno da realizzare?

EUNHYUK: Vogliamo sicuramente visitare nuovi luoghi dove non siamo ancora stati, come tour nelle Americhe e in Europa. Connetterci con i fan in quelle regioni è qualcosa che desideriamo molto.
RYEOWOOK: Raggiungere il 20° anniversario ed essere ancora attivi è sia una sfida che un sogno che si realizza. Vogliamo restare un gruppo numeroso e amato, continuare a ispirare e a lasciare un segno positivo. Da parte mia, voglio continuare a trasmettere messaggi significativi attraverso la nostra musica.

Cosa sperate che “Super Junior25” aggiunga alla vostra eredità—non solo come artisti, ma come persone?

KYUHYUN: Questo album, che celebra il nostro 20° anniversario, occupa un posto molto speciale nella nostra storia. Spero che ogni membro possa sentirsi fiero degli altri.
HEECHUL: Nonostante tutte le difficoltà, siamo arrivati fin qui perché siamo rimasti uniti e abbiamo continuato a spingere insieme.

Se il K-pop è un treno in corsa continua, dove pensate che stia andando? E cosa sperate che la nuova generazione di idol impari dal vostro cammino?

KYUHYUN: Il K-pop sta attraversando gli oceani, corre verso il mondo intero. Siamo grati ai senior della prima generazione che hanno aperto la strada e ci hanno permesso di vivere questa felicità. Spero che le nuove generazioni condividano quello stesso spirito.
SIWON: In passato tutto ruotava intorno alla corsa al successo globale, oggi invece il focus si è spostato sull’identità e sull’autenticità di ciascun artista. Per me, il K-pop non è solo musica—è fatto di legami e storie tra le persone. Il futuro dipenderà da quanto sinceramente e profondamente sapremo raccontare quelle storie.

Avete sempre detto che non siete solo un gruppo—siete una fratellanza. Cosa ammirate oggi l’uno dell’altro, più che mai?

LEETEUK: Il rispetto che ho per i miei compagni va oltre ogni altra cosa. Solo il fatto di essere rimasti insieme per vent’anni è motivo più che sufficiente per stimarci profondamente.
HEECHUL: Ciò che ammiro di più è vedere i membri realizzare cose che mi fanno pensare: “Wow, non pensavo potesse riuscirci!” E invece ce la fa.

Infine—una domanda simbolo. Se doveste descrivervi con una sola parola. Solo una. Senza pensarci troppo. Quale sarebbe?

SHINDONG: Se devo scegliere una parola, direi “pilastro”. Anche se alcuni brillano di più sul palco, credo sia importante essere il sostegno stabile che tiene tutto in piedi. Ho sempre voluto essere quel centro affidabile per gli altri membri—una presenza forte che resta salda, anche senza dire nulla. Questo è il tipo di SHINDONG che voglio essere.
SIWON: La mia parola è “responsabilità”. Sul palco e fuori, ho sempre cercato di prendermi sul serio ogni ruolo—non solo per me, ma anche per le generazioni che verranno. A volte è stato un peso, ma in fondo è la forza che mi ha portato fin qui.

Autore
Panorama

Potrebbero anche piacerti