Supercaccia della discordia: Merz e Macron cercano un’intesa per la Difesa europea
- Postato il 24 luglio 2025
- Di Panorama
- 3 Visualizzazioni


Sessant’anni fa con il nome Concorde (accordo, concordia), un aeroplano innovativo segnò l’inizio di una storica collaborazione tra Francia e Regno Unito.
Oggi in gioco c’è invece molto più del futuro delle future capacità industriali e di quelle operative delle aviazioni militari francese, tedesca e spagnola: una montagna di denaro, oltre cento miliardi di euro e le basi della futura Difesa europea, idea che da sempre vede nelle velleità di Parigi e Berlino uno dei suoi ostacoli principali. Così, per non far arenare il progetto Fcas (Future combat aicraft system), serve la soluzione di una lotta – in realtà quasi tutta francese – su chi, tra Airbus Defence e Dassault Aviation, disporrà delle migliori tecnologie aerospaziali. Con Merz e Macron che devono risolvere la controversia sulla divisione delle attività industriali riguardanti il futuro caccia. Anche politicamente la questione è enorme: nessuno dei due Paesi può dare l’idea di soccombere all’altro e la storia non aiuta: erano i primi anni Ottanta quando, Italia compresa, si organizzava il consorzio per il caccia Eurofighter.
Dopo diversi contrasti, ai francesi fu negata la possibilità di adottare un motore di loro produzione (che sarebbe stato fatto da Snecma), così Parigi si sfilò dall’impresa e realizzò per conto suo il Dassault Rafale. Ora però il cancelliere Friedrich Merz e il presidente Emmanuel Macron spingono per l’unità nella difesa europea e in un incontro avvenuto alla periferia di Berlino i due hanno discusso su come appianare i problemi esistenti da anni e riemersi alla fine di giugno durante lo scorso salone aerospaziale di LeBourgetCi sono sul tavolo più di cento miliardi di euro ma anche troppi ritardi causati in buona parte da conflitti sui diritti delle proprietà intellettuali del progetto e sulla spartizione del lavoro tra i francesi più nazionalisti di Dassault, che puntano all’80% della realizzazione, e quelli più europeisti di Airbus, colosso che lavora anche per gli Eurofighter e nel quale, non è un segreto, la tecnologia e gli stabilimenti sono a Tolosa ma la borsa resta saldamente a Berlino. Una nota di agenzia riferisce comunque che “I ministri della Difesa dei due Paesi sono stati incaricati di valutare una prospettiva realistica per un’ulteriore cooperazione all’interno del consorzio Fcas entro la fine di agosto e di presentare proposte per risolvere i conflitti esistenti”. Lo avrebbe riferito il portavoce del governo tedesco Stefan Kornelius dopo oltre tre ore di discussioni avvenute durante una cena a Villa Borsig, sul lago Tegel. Ai prossimi incontri parteciperà ovviamente anche Indra, la società spagnola che spera di veder crescere gli incarichi nella costruzione del caccia e dei suoi sotto sistemi. Anche perché il tempo passa e il 2040, anno previsto per la sostituzione dei Rafale francesi e degli Eurofighter tedeschi si avvicina, ricordando a tutti che per il caccia europeo fu necessario attendere 24 anni, dal 1979 al 2003, per vederli entrare in servizio, troppo tempo. La Germania vuole invece mantenere gli accordi esistenti con Dassault, Airbus Germania e la spagnola Indra che riceverebbero ciascuna una quota di un terzo nel progetto. Una riunione congiunta dei due governi si terrà il 28 e 29 agosto a Tolone e si prevede che la controversia sarà risolta entro quella data. Quanto allo Fcas, come il Gcap (Global Combat Air Programme), fatto da UK, Italia e Giappone, sarà progettato per volare insieme con droni armati, ma al contrario del nostro programma non ha ancora una realtà industriale dedicata. Per il Gcap, infatti, è stata fondata una società responsabile della costruzione, la joint venture internazionale chiamata Edgewing formata da Bae Systems (Regno Unito), Leonardo (Italia) e Japan Aircraft Industrial Enhancement (Giappone). Questa si occuperà della progettazione e dello sviluppo del velivolo, mentre la produzione e l’assemblaggio finale saranno affidati alle aziende partner, con una ripartizione equa tra i Paesi partecipanti. Infine, non bisogna dimenticare che Parigi ha recentemente incassato due sconfitte proprio nel campo dei caccia e deve rifarsi. La prima: le perdite di Rafale e Mirage avvenute durante gli scontri tra India e Pakistan nel maggio scorso. La seconda: l’annuncio di lunedì che la Germania ha dato il via libera all’esportazione in Turchia di 40 caccia Eurofighter Typhoon che saranno costruiti nel Regno Unito.