Tagli all’Iit, Usb sulle barricate: “Governo taglia la ricerca e il lavoro ma alimenta industria bellica”

  • Postato il 4 novembre 2025
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Genova. Continua lo scontro politico a distanza sui possibili tagli all’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT). I lavoratori e le lavoratrici di Usb hanno appreso con “preoccupazione e rabbia” che la Legge di Bilancio 2026, voluta dal Governo Meloni, intende istituzionalizzare un taglio permanente al finanziamento pubblico, riducendolo da 100 a 85 milioni di euro.

La notizia ha innescato una dura reazione da parte dell’Unione Sindacale di Base (USB) Lavoro Privato Genova e della RSU IIT, che denunciano l’inaccettabilità della manovra e si oppongono fin da subito al piano di ristrutturazione aziendale che ne deriverebbe.

Il taglio di 15 milioni di euro annui non sarebbe l’unico elemento di allarme. Secondo quanto trapelato dalla stampa, il Direttore Scientifico dell’Istituto avrebbe già prospettato un piano di crisi aziendale che potrebbe coinvolgere fino a 250 lavoratori e portare alla chiusura di alcune sedi della Fondazione sparse sul territorio. I sindacati temono che, come già confermato dal Direttore Scientifico in una recente audizione al Senato, i tagli ricadano “sulla testa dei lavoratori”, manifestandosi con “contratti a termine non rinnovati, assunzioni annullate, difficoltà nel confronto per gli aumenti contrattuali”.

La rabbia dei lavoratori è rivolta non solo alla manovra del Governo, definita “austerità”, ma anche alla classe dirigente che, a loro dire, ha sfruttato l’IIT come una “vetrina istituzionale per passerelle politiche”. La nota sindacale critica duramente le priorità di spesa nazionali: “Ci fa arrabbiare perché la classe dirigente che ci taglia i fondi è la stessa che oggi getta palate di miliardi nella fucina delle armi a scapito di istruzione, ricerca, sanità.”

L’USB ha lanciato un appello per un incontro urgente con due interlocutori chiave: “La Dirigenza della Fondazione affinché dettagli ufficialmente il piano di crisi prospettato nell’audizione al Senato e la politica, in particolare quella locale, che in passato aveva espresso disaccordo sui tagli del Governo Meloni e che ora è chiamata a intervenire”

Autore
Genova24

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