Talpa in procura a Lamezia Terme, una condanna
- Postato il 25 novembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Talpa in procura a Lamezia Terme, una condanna

A Lamezia Terme un operatore giudiziario condannato a un anno (pena sospesa) per un accesso abusivo al sistema informatico della Procura, mentre lui e un ufficiale giudiziario assolti dall’accusa di rivelazione di segreti d’ufficio.
LAMEZIA TERME – Accusato di essere stato una “talpa” della Procura, è stato condannato a un anno (pena sospesa) per un accesso abusivo al sistema informatico (per un secondo accesso abusivo contestato invece assolto) della Procura della Repubblica di Lamezia (il pm aveva chiesto una condanna a 3 anni). Assolto invece, insieme a un ufficiale giudiziario, dall’accusa di rivelazione di segreti d’ufficio. Questa la sentenza emessa dal collegio del tribunale penale di Lamezia (presidente Angelina Silvestri; a latere Gianmarco Angelini e Rosario Aracri) nei confronti di Francesco Giovanni Antonio Di Cello, 70 anni, di Lamezia, e Ruocco Pantaleo, 69 anni, originario di Salerno.
TALPA IN PROCURA, I FATTI CONTESTATI
I due sono finiti a processo per fatti del 2018. Secondo le accuse, Di Cello, è stato accusato di un accesso abusivo al sistema informatico della Procura al fine di soddisfare una richiesta di Pantaleo circa l’eventuale esistenza di procedimenti penali pendenti iscritti alla Procura a carico di Pantaleo, essendo lo stesso Di Cello autorizzato nella qualità di operatore giudiziario in servizio alla Procura di Lamezia ad accedere al registro delle notizie di reato, in violazione dei limiti e delle condizioni risultanti dal complesso delle prescrizioni impartite dal titolare del sistema, in particolare accedendo alle informazioni inerenti il procedimento.
In questo caso Di Cello è stato condannato limitatamente a un episodio del 17 maggio 2018, assolto invece per un episodio contestato del 5 febbraio 2018 “per non aver commesso il fatto”.
ASSOLUZIONE PER RIVELAZIONE SEGRETI D’UFFICIO
Di Cello e Ruocco Pantaleo sono invece stati assolti per rivelazioni di segreti d’ufficio in concorso “perché il fatto non sussiste”. Per Ruocco Pantaleo il pm aveva chiesto la prescrizione, richiesta a cui si sono opposti i legali dell’ufficiale giudizio, gli avvocati Luca Scaramuzzino e Agostino Bellucci, e alla fine Pantaleo è stato assolto nel merito.
Secondo le accuse, Di Cello, dietro istigazione esplicita di Pantaleo, avrebbe rivelato a quest’ultimo notizie coperte da segreti d’ufficio, ovvero l’esistenza dell’iscrizione alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme di un procedimento penale a carico (anche) di Ruocco Pantaleo.
Il Quotidiano del Sud.
Talpa in procura a Lamezia Terme, una condanna