Tbilisi, la città multietnica del Caucaso dove l’anima europea incontra l’Oriente

  • Postato il 25 aprile 2025
  • Di Panorama
  • 3 Visualizzazioni

In Georgia, cuore del Caucaso, i flussi migratori millenari hanno contribuito a definire un mosaico multiculturale che seduce attraverso gli stili multietnici dell’architettura urbana della Capitale. 

A Tbilisi, città caucasica dove europei, turchi, russi e arabi hanno creato un laboratorio multiculturale che unisce oriente e occidente, scorre il fiume Mt’k’vari, che nasce nella Turchia orientale, dove viene chiamato Kura, e va verso l’Azerbaijan, dove viene chiamato Kur, sfociando nel Mar Caspio. Camminando lungo il fiume, si scoprono mille meraviglie tra cui anche i ponti pedonali che aiutano a riflettere e a meditare mentre l’acqua, elemento imprescindibilmente georgiano, scorre lenta nel suo letto. E’ ciò che accade quando si attraversa il Ponte della Pace, icona della città e progettato dall’architetto italiano Michele De Lucchi come  monumento di dialogo tra il passato e il futuro di Tbilisi. La sua struttura è a forma di guscio e sorge nel luogo in cui il fiume divide il centro urbano, segnando il passaggio tra il nucleo storico del quartiere di Bericoni a Ovest e il parco Rike a est, da cui ha inizio la nuova Tbilisi di respiro internazionale. 

Poco distante c’è il Ponte Metekhi, che dalla magnifica zona delle terme sulfuree porta verso il Teatro e la Torre delle Marionette realizzati dal georgiano Rezo Gabriadze, sceneggiatore, scultore e artista. Qui, Rezo ha creato e inaugurato nel 2011 la Torre dell’orologio, dove in determinati orari si ammira il ciclo della vita. Ricorda la Torre di Pisa, ma anche la Torre dell’orologio di Praga con il suo spettacolare movimento. Sotto la Torre, Rezo ha realizzato uno spettacolare Teatro delle marionette in uno dei quartieri dove le strade abbondano di soste in piccoli bistrot dall’atmosfera leggera, ideali per gustare il sapore del brodo contenuto nel Khinkali: raviolo farcito di carne o verdure, il Khachapuri, focaccia ripiena di formaggio o carne, l’ottimo Kharcho: zuppa dai sapori caucasici, oppure il chikhirtma: zuppa di pollo con brodo all’aglio, il lobio: zuppa di fagioli, le Badrijani: melanzane ripiene. Ma anche dolci squisiti come Churchkhela, dolce a base di frutta secca.   

Alla scoperta della città

Tbilisi, la città multietnica del Caucaso dove l’anima europea incontra l’Oriente
Tbilisi, la città multietnica del Caucaso dove l’anima europea incontra l’Oriente
Tbilisi, la città multietnica del Caucaso dove l’anima europea incontra l’Oriente
Tbilisi, la città multietnica del Caucaso dove l’anima europea incontra l’Oriente
Tbilisi, la città multietnica del Caucaso dove l’anima europea incontra l’Oriente
Tbilisi, la città multietnica del Caucaso dove l’anima europea incontra l’Oriente
Tbilisi, la città multietnica del Caucaso dove l’anima europea incontra l’Oriente
Tbilisi, la città multietnica del Caucaso dove l’anima europea incontra l’Oriente
Tbilisi, la città multietnica del Caucaso dove l’anima europea incontra l’Oriente

I quartieri di Tbilisi sono tutti bellissimi, urbanisticamente frammentati e interessanti da scoprire. Sorprende ammirare le chiese ortodosse poco distanti dai palazzi di edilizia popolare di stile sovietico costruiti a basso costo all’inizio degli anni ’60 e voluti dal presidente dell’Unione Sovietica, Nikita Chruscev, per questo chiamate: chruscevka.  Ci sono anche tracce di modernismo sovietico in stile minimale come il Palazzo dello sport, realizzato tra il 1956 e il 1961 dagli architetti Yuri Kasradze e Lado Alexi-Meskhishvili. 

Ai piedi del giardino botanico della fascinosa Città vecchia, le terme sulfuree di Abanotubani e i classici bagni di zolfo incrociano strade acciottolate e in salita, a volte anche strette, dove ville colorate mettono in bella mostra i tradizionali balconi di legno georgiani. La magia della Vecchia Tbilisi è pervasiva. Qui le chiese ortodosse appaiono accanto alla moschea e alla sinagoga. All’ingresso, un caratteristico passaggio di legno accompagna ai ponti più interni.  Attraversandoli, si scopre un mondo in salita, dove la presenza della Madre della Georgia, una enorme statua bianca con in mano una coppa di vino in segno di accoglienza e nell’altra una spada per allontanare i nemici, protegge il suo popolo. I georgiani tutelano la loro identità: gli archeologi fanno risalire le origini del dolcissimo vino al neolitico; si consideri anche che l’alfabeto, tra i più antichi al mondo, dal 2016 è stato inserito nel Patrimonio Unesco. 

Anche il fascino decadente dell’art Nouveau, con le sue ville di derivazione europea, rappresenta un patrimonio importante dei quartieri di Tbilisi. Purtroppo, l’art nouveau è sempre stato considerato uno stile borghese continentale, quindi troppo lontano da quello sovietico e dunque, anche per questa ragione, non solo non è mai stato valorizzato nemmeno a livello accademico, ma è stato così tanto trascurato che spesso non è nemmeno possibile recuperarlo attraverso i restauri. L’edificio più antico è su Rome street. Costruito nel 1902 dall’architetto eclettico Simon Kldiashvili, con i suoi balconi ondulati e i volti di donne che li decorano, è quello più vicino allo stile floreale francese. 

A Piazza della Libertà, conosciuta in epoca sovietica come piazza Lenin, si trova il centro di Tbilisi. E’ qui che si conclude viale Rustaveli ed è qui che rimane la statua di San Giorgio, dedicata alla libertà e all’indipendenza del popolo georgiano. Un’indipendenza che i giovani chiedono da 142 giorni con continue manifestazioni di protesta sotto le scale del Parlamento, poco distante da piazza della libertà. Gli studenti, ai quali spesso si uniscono gruppi di adulti, vogliono che la Georgia aderisca all’Unione Europea. Sognano l’Europa. Sono stanchi, ma non demordono. E vanno avanti portando la bandiera blu a 12 stelle sulle loro spalle come fosse un inno alla libertà del popolo georgiano. Bandiere europee alle finestre, bandiere europee accanto a quella georgiana sono ovunque. Ma si aspettano le nuove elezioni, quelle del 2028. E intanto dalla panoramica funicolare che sale e scende da Tbilisi, su uno dei colli a ridosso del parco botanico, dove coesistono piante orientali, occidentali e soprattutto mediterranee, si osserva anche la villa di vetro e metallo realizzata su 10mila metri quadri nel 2008 dall’archistar giapponese Shin Takamatsu per Bidzina Ivanishvili, il potente oligarca dal patrimonio personale pari a poco meno di un terzo del Prodotto interno lordo del suo Paese. E mentre giocano i bambini nel grande luna park di Mtatsminda Park, costruito accanto all’ingresso della funicolare, il famoso ristorante del Parco occupa la magnifica villa d’epoca a tre piani recentemente restaurata. E’ qui che i turisti di Tbilisi ricercano l’eleganza della Georgia di un tempo che ormai rappresenta un passato nobile e assolutamente da scoprire. 

Autore
Panorama

Potrebbero anche piacerti