Teatro, il festival di Akropolis escluso dai finanziamenti ministeriali

  • Postato il 30 giugno 2025
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clemente tafuri

Genova. Niente finanziamento ministeriale per il festival di Teatro Akropolis a Genova. “Nel 2024 il Festival Testimonianze ricerca azioni ha compiuto 15 anni, 15 anni di lavoro incessante sul teatro contemporaneo svolto a Genova Sestri Ponente, quartiere difficile in cui Akropolis ha portato alcuni tra i più significativi artisti della scena contemporanea nazionale ed internazionale”, si legge in una nota del teatro.

“La commissione del ministero della Cultura ha scelto di non sostenere più il lavoro di Akropolis, nei nuovi punteggi assegnati ai Festival Multidisciplinari alla realtà genovese è stato dato un inspiegabile 8.9 a fronte del punteggio di 29 ottenuto da Akropolis per le scorse edizioni. Un declassamento che pone Testimonianze ricerca azioni fuori dai Festival finanziati (il punteggio minimo per accedere ai contributi è di 10 punti) nonostante il progetto continui a crescere, come dimostrano i numeri dell’esperienza quindicennale di Testimonianze ricerca azioni”, prosegue la nota.

40mila presenze a spettacoli, workshop, incontri, convegni e seminar, 1200 articoli su stampa locale, nazionale e web, 1300 artisti ospitati, 410 giornate di festival, 515 eventi fra spettacoli e attività collaterali, 100 prime nazionali, 36 location fra Genova e provincia.

“Teatro Akropolis è una della realtà più importanti a livello nazionale per l’incessante lavoro sulla ricerca, sul performativo e sulla transdisciplinarietà dei linguaggi, con un programma fortemente innovativo. Proprio questo sguardo al futuro e alla molteplicità sembra non piacere al Ministero, interessato evidentemente ad un teatro più “conservatore”. Colpire Akropolis vuol dire colpire un modo di fare cultura, colpire chi mette a fondamento della sua vocazione la ricerca e la contemporaneità privando la Liguria e tutto il sistema teatrale italiano di una delle voci più innovative e radicali. Dal 2018 Testimonianze ricerca azioni, il festival di Teatro Akropolis, è stato riconosciuto a livello di contributo ministeriale per l’alta qualità artistica del progetto, ottenendo uno dei punteggi più alti a livello nazionale”.

“Le attività di Teatro Akropolis coinvolgono sul territorio, tra personale direttamente impiegato e indotto, centinaia di lavoratori. Teatro Akropolis nasce nel 2001 come compagnia di produzione e di ricerca. Dal 2009 la compagnia gestisce a Genova Teatro Akropolis, un luogo concepito per accogliere, sostenere e promuovere la ricerca nell’ambito delle performing arts, attraverso l’organizzazione di festival, residenze artistiche, laboratori, progetti editoriali e altre attività culturali e curatoriali in collaborazione con fondazioni ed enti pubblici e privati. Dal 2022 il progetto di residenze artistiche di Teatro Akropolis è realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Liguria. Teatro Akropolis è sostenuto inoltre da : Comune di Genova, Università degli Studi di Genova, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione per la Cultura Palazzo Ducale, Consolato Generale del Giappone a Milano, Istituto Giapponese di Cultura, Società per Cornigliano”.

Teatro Akropolis ha vinto premi e riconoscimenti a livello nazionale. Tra i più significativi: Premio Hystrio – digital stage (2021), per il festival Testimonianze ricerca azioni, Finalista al Premio Rete Critica (2019), per il festival Testimonianze ricerca azioni, Premio Ubu – Progetti speciali (2017), per l’attività editoriale e di ricerca di AkropolisLibri, Best Book/Catalogue Award – Festival of Festivals (2014), per la collana Testimonianze ricerca azioni di AkropolisLibri ed è stato Finalista Premio CULTURA+IMPRESA (2025).

“Questa vicenda – commenta Clemente Tafuri, direttore di Teatro Akropolis – non mette in gioco solamente la natura intellettuale o concettuale di quanto ci troviamo ad affrontare, qui si attacca deliberatamente una parte del teatro italiano, mettendo a repentaglio l’esistenza di decine di strutture. Alcune (per lo più realtà storiche che percepivano il contributo da diversi anni) hanno visto l’esclusione totale dal finanziamento pubblico erogato dal Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo, altre, valutate dalle medesime commissioni e comunque ammesse al contributo, un paradossale abbassamento delle valutazioni nei parametri dedicati al valore artistico. È chiara e precisa la logica che ha motivato l’esclusione e il ribasso delle valutazioni: colpire quei teatri, festival e compagnie di vocazione non commerciale che fondano il loro lavoro sulla ricerca, gli studi teatrologici e la contemporaneità. Ma non si tratta – sottolinea Tafuri – solo di una scelta scellerata da un punto di vista strettamente intellettuale, si sono messi in discussione il lavoro e la sopravvivenza di migliaia di persone tra artisti, critici, studiosi, organizzatori, personale tecnico e maestranze che a loro volta intessono reti di relazioni che coprono significative aree di territori nazionali e internazionali. Migliaia di persone che hanno deciso di lavorare fuori dagli schemi dei grandi numeri e dell’intrattenimento. Migliaia di persone che fino a poco tempo fa erano considerate meritevoli per il loro impegno e i loro progetti (cresciuti negli anni proprio grazie al contributo ministeriale) e che oggi, d’improvviso, sono state declassate se non escluse dal finanziamento più importante che lo Stato dedica allo spettacolo dal vivo”.

Autore
Genova24

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