Telemarketing, scatta la fase 2: cosa cambia e come difendersi dalle truffe
- Postato il 18 novembre 2025
- Di Panorama
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Al via la fase 2 della battaglia contro il telemarketing selvaggio. Entra in vigore la seconda parte del piano anti-spoofing dell’Agcom che promette di ridurre in modo significativo il numero di telefonate moleste, numeri fasulli e contratti attivati a insaputa degli utenti. Un passo atteso da milioni di cittadini, costretti ogni giorno a districarsi tra offerte aggressive, raggiri e tentativi di acquisire dati personali con metodi sempre più sofisticati. Un fenomeno con numeri enormi: 15 miliardi di telefonate in un anno e un giro d’affari stimato in almeno 3 miliardi di euro. E danni enormi per gli utenti, soprattutto nel comparto luce e gas, dove le truffe contrattuali comportano costi aggiuntivi tra il 10% e il 20% per milioni di famiglie, con un impatto complessivo che vale circa 2 miliardi di euro annui. Ma anche se i primi filtri entrati in vigore ad agosto hanno fatto calare sensibilmente le chiamate fraudolente e ora si passa alla fase due, la capacità dei call center illegali di reinventarsi e l’enorme volume di dati circolanti rendono difficile una soluzione definitiva. Come difendersi? La vera barriera resta l’utente: informato, attento e poco incline a fidarsi del primo squillo.
Guerra al telemarketing selvaggio: al via la fase 2 con l’addio ai numeri “mobili” falsi provenienti dall’estero
Dopo la prima stretta del 19 agosto, che aveva colpito le numerazioni fisse italiane false, il nuovo intervento riguarda il blocco delle chiamate in arrivo dall’estero che utilizzano numerazioni mobili italiane falsificate. Una pratica diffusissima: software capaci di generare numeri apparentemente normali, spesso identici a quelli di veri utenti, che rendono difficile capire se chi telefona sia un operatore autorizzato o una centrale offshore. Dal 19 novembre, infatti, ogni chiamata proveniente dall’estero e presentata come un numero mobile italiano verrà sottoposta a una verifica immediata. Il sistema ne controllerà l’esistenza, l’operatore di riferimento tramite il database nazionale della portabilità e soprattutto la posizione effettiva dell’utenza, così da capire se si tratta di un utente realmente in roaming o di un numero clonabile. Le chiamate che non superano i controlli verranno bloccate automaticamente.
Il perimetro dei filtri è ampio, includendo numerazioni speciali come quelle satellitari o dedicate ai servizi machine-to-machine. Non solo: gli operatori che non adotteranno entro i tempi previsti gli strumenti necessari per verificare la legittimità dei numeri in roaming subiranno il blocco delle chiamate estere in arrivo verso l’Italia. Finché non si adegueranno, il loro servizio roaming resterà sospeso. I primi risultati del piano sono incoraggianti. Secondo Altroconsumo, a fine agosto le chiamate giudicate fraudolente e bloccate rappresentavano il 5% del totale. Ora sono scese all’1%. Un segnale chiaro: filtrare le chiamate è possibile, e funziona. Ma non basta.
Perché le telefonate indesiderate non spariranno completamente
Nonostante la nuova stretta, le chiamate indesiderate non spariranno del tutto: il Codacons avverte che continueranno a passare quelle dei call center italiani regolari e molte telefonate provenienti dall’estero con numerazioni non italiane. Restano inoltre difficili da bloccare i numeri italiani falsificati ma generati da centrali che operano fisicamente in Italia. Intanto i call center illegali cambiano strategia di continuo, sfruttando tecnologie VoIP e dati personali ottenuti da fughe o consensi superficiali. Così le truffe, spesso mascherate da falsi “contratti bloccati”, continuano a colpire soprattutto nei momenti di distrazione degli utenti.
Telemarketing: come difendersi dalle truffe
I filtri e i blocchi sono un grande aiuto, ma la vera difesa resta nelle mani dei consumatori. L’iscrizione al Registro pubblico delle opposizioni è il primo strumento utile per limitare il numero di telefonate lecite, perché annulla tutti i consensi precedentemente concessi alle attività di marketing. L’adesione è gratuita e può essere effettuata online, telefonicamente o tramite modulo e-mail. Una volta completata, occorrono circa quindici giorni perché diventi pienamente operativa. Va ricordato, però, che ogni nuovo consenso dato dopo l’iscrizione può riaprire le porte ai call center: in quel caso, l’unica soluzione è revocarlo o rinnovare l’adesione al Registro.
Esistono poi app antispam, che sfruttano database pubblici per identificare i numeri sospetti. Oppure ci si può affidare alle funzioni integrate degli smartphone, che permettono di silenziare automaticamente le chiamate provenienti da numeri sconosciuti o non salvati in rubrica. Alcuni operatori telefonici offrono poi filtri specifici per bloccare le chiamate moleste, talvolta gratuiti, talvolta a pagamento.
La strategia di base è sempre una: non fornire mai dati personali durante una chiamata. Nessun operatore serio chiederà numeri di carte, codici cliente o dettagli bancari al telefono. Inoltre, un contratto acquisito verbalmente non è valido finché il cliente non riceve e firma la mail di conferma inviata dal fornitore. Perfino in presenza delle prime bollette, se quella mail non esiste, il contratto è da considerarsi nullo.
In caso di telefonate particolarmente insistenti o sospette, è sempre possibile effettuare una segnalazione al Garante della Privacy o all’Autorità garante della concorrenza e del mercato. E, soprattutto, è sempre bene evitare di rispondere ai numeri sconosciuti: molti sistemi di chiamata automatica eliminano o riducono i tentativi verso chi non risponde, classificando quel numero come “non attivo”.