Tetraplegico per un pugno, un anno dalla tragedia di Paolo. La famiglia: “Un ergastolo a vita senza aver fatto nulla”
- Postato il 19 maggio 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Albenga. “Oggi di un anno fa è cambiato tutto. Ci siamo sentiti crollare la terra sotto i piedi. È iniziato un periodo di ansie, paure, angosce. Abbiamo vissuto a partire da quel momento a contatto con la morte 24 ore su 24. Era lì che ci osservava e pesava sopra di noi, sopra i nostri cuori, ogni secondo, ogni minuto. La morte ci guardava e penso che nemmeno lei abbia avuto il coraggio di invaderci perché l’ingiustizia era troppo grande. Per più di 4 interminabili mesi è stata al nostro fianco portando con sé sentimenti così brutti e profondi che purtroppo hanno lasciato un segno indelebile nei nostri cuori, nelle nostre menti e nelle nostre anime. Momenti, suoni, colori, odori che ricorderemo a vita, momenti impossibili da accettare e dimenticare”.
Inizia così, con parole cariche di comprensibile sofferenza, la toccante lettera che Rossella Lamarra, sorella di Paolo Sarullo, ha voluto condividere sui social (QUI la pagina dedicata al giovane ingauno) a un anno esatto da quel tragico 19 maggio che ha segnato per sempre la sua famiglia. Un anno di lotta e di speranza, ripercorso con la lucidità del dolore e la forza di chi non intende arrendersi.
“Il 19 maggio Paolo è morto e dopo alcuni mesi Paolo è risorto grazie a un miracolo. Miracolo compiuto dalle mani dell’équipe della rianimazione del Santa Corona di Pietra Ligure. Impossibile spiegare quei momenti, non ci sono parole abbastanza rappresentative. Vuoto, senso di impotenza, alternanza di pensieri e di emozioni contrastanti tra di loro e un’unica domanda: perchè? Perché tanta sofferenza? Perché tanta ingiustizia?”.
Rossella descrive un anno di cambiamenti radicali, non solo per Paolo e sua mamma Miranda, ma per l’intera famiglia: “Abbiamo provato a fare corazza intorno a Miranda ed a Paolo. Abbiamo vissuto nella completa oscurità, nell’abbandono più totale per oltre 7 mesi abbiamo vagato nel buio più totale. Sinceramente non lo so come siamo potuti arrivare fino a qui, oggi”.
Un raggio di luce in tanta oscurità è stato rappresentato dall’attenzione mediatica de “Le Iene” e dei giornali online e cartacei locali e nazionali: “Nella disgrazia più totale abbiamo avuto un faro che ci ha puntato gli abbaglianti addosso e questo faro è stato Matteo Viviani che grazie a tutta la squadra di lavoro che ha dietro Le Iene di Mediaset ha permesso di dar voce alla storia di Paolo, una storia drammatica e tanto ingiusta. E anche grazie infinitamente a tutti i giornali locali online e cartacei che ci hanno supportato fin dall’inizio continuando a tenere alta la attenzione su questa drammatica storia. Permetteteci di fare un ringraziamento speciale a Daniele Strizioli e alla redazione di IVG che si sono dimostrati super professionali nel gestire questa storia anche prima che tutto questo si verificasse con estrema sensibilità e ribadisco professionalità. Sicuri che non ci abbandoneranno mai”
“Tutti insieme hanno dato il via a un secondo miracolo e questa volta però è stato compiuto da ognuno di voi, ognuno di voi che è qui oggi a leggere questa lettera perché si, proprio tu che stai leggendo per noi sei speciale. Vi siete prodigati in migliaia attraverso messaggi, donazioni, iniziative, calorosa vicinanza, nulla di tutto ciò è scontato e ve ne siamo eternamente grati. Perché dopo aver vissuto 7 interminabili mesi vagando nel buio più totale con l’anima in frantumi senza sapere la direzione da prendere grazie a tutta la vostra energia e vicinanza abbiamo trovato quelle forze che oramai erano in riserva già da tempo”.
Oggi, 19 maggio 2025, si attende la sentenza d’appello nei confronti di chi ha causato tutto questo. “Che dire noi come famiglia non ci aspettiamo nulla perché sappiamo che nulla potrà ridarci indietro Paolo di prima e siamo consapevoli anche che la giustizia non potrà mai renderci giustizia abbastanza. Ma andiamo avanti con un esercito di persone che ci invita a continuare a lottare per Paolo e per la nostra famiglia. Non possiamo sprecare la nostra poca energia su temi che purtroppo non possiamo cambiare o migliorare. La storia di Paolo non deve essere una vergogna da nascondere o da non considerare ma deve essere una storia di esempio su cosa migliorare e su cosa evitare che possa succedere a qualcun altro in futuro. Paolo è un esempio di vita perché sta lottando con le unghie e con i denti per riprendersi quella vita che gli è stata rubata in un secondo”.
“Perché a Paolo oltre ad avergli rubato il monopattino gli hanno rubato la vita. Paolo è un anno che è costretto a stare in un letto di ospedale in una stanza con quattro pareti bianche. Paolo è un anno che non vede il cielo e le stelle. È un anno che non si muove non parla, non cammina, non si esprime. Un anno che vive con un pannolone. È un anno che lotta tra la vita e la morte. È un anno che non vede i suoi amici e non fa una serata con loro. È un anno che non segue la sua squadra del cuore la U.C. Sampdoria. È un anno che non vede la sua amata cagnolina Aisa, che non può vedere e toccare il suo amato mare. Paolo è un anno che non mangia normalmente, che non può giocare ai suoi videogiochi. Paolo è un ragazzo di 24 anni e purtroppo a oggi queste cose non può e non potrà più farle”.
“A Paolo è stato dato un ergastolo a vita senza aver compiuto nulla di sbagliato. L’unico sbaglio forse è stato quello di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Però purtroppo di tutto questo nessuno ne tiene conto. A Paolo è stato tolto tutto gratuitamente, in un secondo, a seguito di due gesti inconcepibili e di estrema stupidità.”
La famiglia non si arrende e guarda avanti, forte del sostegno ricevuto. “Noi come famiglia è un anno che stiamo lottando con e per Paolo. Noi come famiglia è un anno che viviamo nell’ansia, nell’angoscia, nella rabbia e nel senso di impotenza, ma andiamo avanti nella nostra normale vita con questo grande peso nel cuore e nell’anima perché purtroppo questo ci è toccato e lotteremo sempre perché sappiamo che abbiamo un esercito di persone che lottano con noi. Chi vuole unirsi in questo esercito le porte sono sempre aperte, non è mai troppo tardi perché questa disgrazia a qualcosa deve servire”.
Infine, l’annuncio di un prossimo incontro per ringraziare di persona chi ha offerto il proprio sostegno: “Noi come famiglia stiamo organizzando un incontro da fare personalmente con tutti voi che siete diventati la nostra famiglia allargata proprio per incontrarci, per vederci da vicino, perché penso che il contatto umano sia qualcosa di straordinario. La mamma di Paolo sarà presente per portare in prima persona la sua voce e proprio perché è suo desiderio incontrarvi tutti di persona. Spero possiate partecipare numerosi. Non appena sapremo luogo data e ora vi informeremo immediatamente. Grazie infinite di tutto. E se a oggi siamo qua è soprattutto grazie a voi che fate miracoli quotidianamente per noi e per Paolo“.
Per aiutare il giovane e mamma Miranda è stata lanciata anche una raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe (la trovate QUI). Possibile anche effettuare un bonifico diretto alla famiglia: Iban (per bonifico diretto, intestato a Paolo Sarullo) IT39T0760110600001073223388.