Thailandia e Cambogia: cosa cambia per i viaggiatori con il conflitto

  • Postato il 26 luglio 2025
  • Di Panorama
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C’è un filo invisibile che, ogni anno, trascina milioni di viaggiatori verso il Sud-Est asiatico. Thailandia e Cambogia sono i due poli opposti ma complementari di un immaginario fatto di spezie, templi d’oro, spiagge color turchese e mercati notturni. È il lato più particolare dell’Asia, quello che pur avendo imparato a raccontarsi tra documentari e feed Instagram, conserva ancora angoli di pura autenticità.

La Thailandia ha infranto definitivamente lo stereotipo della meta “solo invernale”. Oggi è gettonata anche in estate, complice un’offerta di resort che hanno imparato a sfidare i monsoni con servizi di altissimo livello, spa in stile thai e ristoranti gourmet che reinterpretano la cucina locale. Non solo mare: Bangkok, con la sua energia quasi magnetica, i rooftop bar con vista sul Chao Phraya e la street food scene ormai leggendaria, è diventata una delle capitali più amate dai viaggiatori urbani. E poi ci sono le escursioni nella natura: il Parco Nazionale di Khao Sok, con i suoi laghi smeraldo e le foreste pluviali, o le isole Phi Phi, diventate icone di bellezza selvaggia.

La Cambogia, dal canto suo, rimane la meta degli esploratori dell’anima. Chi la sceglie non cerca solo relax, ma un viaggio nello spazio e nel tempo, tra i misteri di Angkor e il fascino silenzioso di villaggi galleggianti che sembrano sopravvissuti al secolo scorso. Le strade rosse di polvere, i tramonti sul Mekong, i monasteri buddisti nascosti nelle foreste raccontano un’Asia ancora intatta, che invita a fermarsi, a osservare e a comprendere.

Thailandia

Bangkok è un caleidoscopio di suoni, profumi e contrasti. Grattacieli di vetro e mercati fluttuanti convivono in un equilibrio perfetto, mentre la cultura buddhista scandisce il ritmo lento di templi dorati che resistono al caos metropolitano. Ogni quartiere ha una storia da raccontare: Sukhumvit, con i suoi hotel di design e i locali alla moda; Rattanakosin, cuore storico con il Palazzo Reale; Thonburi, che custodisce ancora il fascino dei canali navigabili.

Le isole thailandesi, da Phuket a Koh Samui, continuano a essere il manifesto delle vacanze da sogno: acque cristalline, massaggi sulla spiaggia, tramonti infuocati e resort che sembrano piccole oasi di paradiso. C’è anche una Thailandia meno nota, quella dei templi nel nord, tra Chiang Mai e Chiang Rai, dove le montagne verdi e i villaggi tribali offrono un’esperienza di viaggio più intima e spirituale. Nonostante la crisi di confine, le aree turistiche restano sicure e operative, ma un occhio agli avvisi della Farnesina non è mai di troppo.

Cambogia

Se la Thailandia è l’Asia che corre, la Cambogia è quella che si ferma e respira. È il Paese dei templi scolpiti nella pietra, delle pagode che sembrano sospese tra cielo e foresta, delle acque lente del Tonlé Sap. Siem Reap è la porta d’ingresso a un patrimonio archeologico che non ha eguali, ma anche a una scena culturale contemporanea che sorprende: locali di design, boutique d’arte e una ristorazione che mescola antiche ricette khmer e contaminazioni moderne.

Phnom Penh, invece, è un concentrato di contrasti: il traffico caotico si alterna a boulevard coloniali e palazzi reali, mentre la storia recente – con le ferite del regime di Pol Pot – viene raccontata in musei e memoriali che sono tappe imprescindibili per comprendere il Paese. Dalla capitale alle coste meno battute, come quelle di Kep e Sihanoukville, la Cambogia offre un mosaico di esperienze per chi cerca autenticità e un ritmo di viaggio più lento. Le zone turistiche non sono toccate dagli scontri, ma le aree di confine restano da evitare.

Cosa dice la Farnesina

Il sito “Viaggiare Sicuri” è la Bibbia di chi parte. In questi giorni la Farnesina ha pubblicato un avviso preciso: evitare le province di Surin e Sisaket in Thailandia, così come le aree cambogiane di Oddar Meanchey, perché interessate da scontri armati. I confini terrestri tra i due Paesi sono temporaneamente chiusi. Il ministero raccomanda inoltre di registrarsi su Dovesiamonelmondo, seguire solo fonti ufficiali e tenere sempre a portata di mano i contatti dell’Ambasciata italiana a Bangkok.

Un’attenzione particolare va riservata agli spostamenti interni: i voli e i collegamenti nelle aree non coinvolte funzionano regolarmente, ma è bene pianificare con un margine di flessibilità, tenendo conto della possibilità di modifiche dell’ultimo minuto.

Non allarmarsi, ma viaggiare con consapevolezza

Il Sud-Est asiatico non smette di essere un sogno, e non c’è alcun motivo per rinunciare alla Thailandia o alla Cambogia. Ma viaggiare nel 2025 significa – più che mai – unire entusiasmo e prudenza. Prendere informazioni aggiornate prima della partenza, evitare le zone di rischio e muoversi con discrezione sono le prime regole per vivere un viaggio senza sorprese.

Un consiglio da veri esperti? Non partire mai senza una polizza viaggio completa, che copra assistenza sanitaria, eventuali cancellazioni e spese impreviste. È una spesa minima che fa la differenza, soprattutto in aree dove i servizi sanitari privati possono essere costosi. Avere sempre con sé numeri di emergenza, copie digitali dei documenti e una pianificazione realistica degli spostamenti è un altro dettaglio che può salvare il viaggio in caso di imprevisti.

La parola d’ordine non è allarmismo, ma consapevolezza: il Sud-Est asiatico resta una delle regioni più affascinanti al mondo, a patto di viverlo con occhi aperti e testa sulle spalle. E forse proprio questa consapevolezza – sapere che l’Asia è un mondo complesso e in continuo movimento – rende l’esperienza ancora più autentica.

Autore
Panorama

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