Ti ricordi… Cristiano Scapolo: “Esordio all’Inter col Trap, poi Ulivieri, Mondonico, Guidolin: il mio preferito resta Francesco”
- Postato il 13 giugno 2025
- Fatto Football Club
- Di Il Fatto Quotidiano
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“L’immagine è quella di noi felici, orgogliosi di un’impresa incredibile e allo stesso tempo tristi, consapevoli che quella fosse l’ultima di quel gruppo”. Un clima da cena post maturità insomma, quello che accompagna gli ultimi momenti di quel Ravenna di Guidolin che 32 anni fa per la prima volta arrivava in Serie B. C’era Baldini, c’era Buonocore, c’era Zauli, un portierone come Toldo e un centrocampista dai piedi buoni e dal cervello veloce come Cristiano Scapolo. Proprio Scapolo ricorda quella promozione e non solo: “Quel Ravenna era una squadra fortissima e aveva il miglior allenatore che ho avuto in carriera che è Francesco Guidolin: ci aveva trasformato in una vera e propria orchestra in cui ognuno sapeva esattamente cosa fare. D’altronde lui era giovane e aveva le idee chiare: si proponeva come erede di Sacchi”.
Un Ravenna che vola dopo un inizio difficile, poi un girone di ritorno super e la festa: “Incredibile, ma sapevamo che saremmo andati via tutti: da Toldo a Torrisi, io seguii Guidolin all’Atalanta”. Un’avventura che parte con un gol all’esordio: “In una partita incredibile: è vero, il Cagliari con Radice era in difficoltà, ma noi andavamo a mille all’ora, aprii io le marcature facendo il primo gol della stagione nerazzurra, poi finì 5 a 2, cominciammo bene, ma bene non andò”.
Già, il calcio di Guidolin nei primi anni ’90 era complicato e dispendioso, e all’Atalanta dopo l’entusiasmo iniziale arriva il rigetto: “Un po’ credo che Francesco non fosse pronto per quell’esperienza in Serie A, un po’ credo che la squadra non fosse adatta: ci furono anche i senatori dello spogliatoio a remare contro quel tipo di gioco, fatto sta che Guidolin fu esonerato ma non cambiò molto perché retrocedemmo. Io però ebbi un ottimo rapporto con Prandelli e restai l’anno dopo col Mondo, risalendo in A subito”.
Anche in quel caso i primi gol nerazzurri furono di Cristiano Scapolo: “Avevo diverse chiamate dalla A, ma scelsi il Bologna che aveva un progetto ambizioso, e poi avevo già lavorato con Ulivieri: furono le mie migliori stagioni. Arrivammo per due volte in semifinale di Coppa Italia, la prima stando in B e battendo il Milan, io segnai anche uno dei rigori, la seconda contro il Vicenza arrivammo a un passo dalla finale: segno io il gol che avrebbe portato la partita ai supplementari, poi Guidolin chiama il cambio per Cornacchini, la palla non esce per effettuare quella sostituzione e chi segna al 90esimo? Cornacchini! Peccato, perché ai supplementari in casa la sensazione era che saremmo passati noi: sono stato contentissimo che quest’anno il Bologna abbia vinto la Coppa Italia però, proprio ricordando quei giorni”.
A quel punto per Scapolo arriva la grande chance: “Mi chiama la Roma di Zeman: mi fece capire che avrebbe molto puntato su di me, ma al primo giorno di ritiro metto male una caviglia in montagna, poi la pubalgia e purtroppo giocai poco e nulla. È un grande dispiacere perché con Zeman credo che avrei fatto davvero bene”. L’occasione per il rilancio arriva da Napoli, ancora con Ulivieri in panchina: “Sì ma era un altro Napoli, c’erano tanti problemi e per quanto la squadra fosse forte non riuscivamo a dare continuità”. Peraltro un bellissimo gol di Scapolo in quella stagione, realizzato per il momentaneo vantaggio contro l’Atalanta viene ripreso nel film “Tifosi”, primo “approccio” tra De Laurentiis e il Napoli: “Sì, mi raccontò tutto Peppe Quintale che è mio amico, ma solo dopo: è divertente rivederlo ogni tanto. Napoli è una piazza in cui mi sono trovato benissimo e fa davvero piacere vederla al livello dove è oggi”.
Oggi Scapolo è allenatore negli Stati Uniti, al momento impegnato coi giovani del Cincinnati: “Sono qui da vent’anni, una realtà cresciuta tantissimo: oggi la Mls è un campionato vero, strutturato e in termini di professionalità al pari delle leghe europee. Anche il livello giovanile è molto alto rispetto al passato: quando giochiamo contro i pari età delle squadre europee non c’è alcuna disparità. Semmai le disparità vengono fuori nelle serie minori: quelle non sono ancora strutturate come in Europa”.
E a quei ragazzi che allena Scapolo ha l’imbarazzo della scelta sugli insegnamenti da trasmettere, visti gli esempi: “Esordio all’Inter col Trap, poi Ulivieri, Mondonico, Guidolin: anche se il mio preferito resta proprio Francesco per idee e tipo di gioco. L’Italia? Andando avanti con l’età manca sempre, anche se qui sto bene e mi piace molto lavorare coi ragazzi”.
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