TikTok & Co.: quali effetti sull'attenzione?

  • Postato il 27 luglio 2025
  • Di Focus.it
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I video brevi che senza che ce ne accorgiamo consumano ore intere del nostro tempo sui social stanno rovinando l'attenzione dei giovani? È una domanda complessa che merita studi approfonditi, ma uno pubblicato da poco ha trovato un collegamento interessante tra l'alto consumo di questi contenuti e i problemi di attenzione nei bambini. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Brain and Behavior.. Lo smartphone come babysitter. Un gruppo di psichiatri della Srinakharinwirot University, in Thailandia, ha condotto un'indagine sui tutori di 528 bambini tra i 6 e i 12 anni della Thailandia rurale, in un'area dove è comune che i bambini siano affidati alle cure dei nonni mentre i genitori emigrano verso le aree urbane per motivi di lavoro. Gli scienziati hanno chiesto agli adulti informazioni sul tempo totale che i bambini che assistevano trascorrevano davanti agli schermi, e anche se mostrassero i sintomi tipici dei deficit di attenzione, come la tendenza a dimenticare le cose, la facilità di distrazione, la difficoltà a sostenere l'attenzione e la propensione a fare errori di distrazione.. È così emerso che i bambini trascorrevano davanti allo schermo in media 3,6 ore al giorno, 1,9 delle quali davanti a video brevi. Si tratta di una fetta di tempo consistente, considerando che bambini e ragazzi di quella comunità sono a casa da scuola dalle 16.00 e vanno a letto per le 21.00. Il team era già al corrente del fatto che i loro tutori adulti, specialmente i più anziani, tendono a concedere molto tempo davanti ai video perché non sanno come intrattenerli.. Più video, meno capacità di attenzione. I bambini che trascorrevano più tempo davanti ai video brevi hanno mostrato sintomi significativamente più importanti di disattenzione rispetto agli altri, anche al netto del tempo totale passato allo schermo (anch'esso un fattore indipendentemente associato a problemi di attenzione). La relazione tra video brevi e problemi di attenzione è parsa ancora più marcata nei più giovani tra i bambini inclusi nello studio. L'11,6% dei bambini partecipanti aveva in precedenza ricevuto una diagnosi di ADHD, la sindrome da deficit di attenzione e iperattività.. Nessuna relazione è stata invece trovata tra altri comportamenti di solito collegati ai disturbi di attenzione (impulsività, iperattività, atteggiamenti oppositivi) e il consumo di video brevi - mentre questi tratti sono associati alla quantità totale di tempo trascorso sullo schermo.. Due possibili interpretazioni. Secondo gli autori della ricerca, quella trovata è una "evidenza preliminare" del fatto che i video brevi sono associati a maggiori problemi di attenzione, un effetto indipendente da quello esercitato dal solo tempo passato sullo schermo. Sul perché di questa associazione ci sono due possibili ipotesi. Una è che bambini con difficoltà preesistenti nell'attenzione tendano più di altri a guardare questo tipo di contenuti, che costituiscono uno stimolo intenso, ripetitivo, immediatamente accessibile e che richiede bassi livelli di concentrazione.. La seconda ipotesi è che siano proprio le caratteristiche dei video di breve durata, amplificate dagli algoritmi, a introdurre un sovraccarico cognitivo che impoverisce la capacità di attenzione e rende più difficile esercitare una regolazione emotiva. C'è inoltre da considerare che trascorrere ore davanti a video brevi toglie tempo prezioso ad altri tipi di attività che hanno invece un effetto benefico sullo sviluppo cognitivo, come le interazioni faccia a faccia o il gioco all'aperto..
Autore
Focus.it

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